giovedì 1 gennaio 2009

Burundi


Republika y’Uburundi ; Republique du Burundi











Superficie:                   27.830 km2
Popolazione:              10.216.190 (2011, stima
Religioni:                    Cristiani  67% - Animisti 23%  Musli 10%
Lingue:                        francese, kirundi (entrambe ufficiali), swahili
Capitale:                     Bujumbura
Ordinamento:              Repubblica Presidenziale Bicamerale
Parlamento:                 Assemblee Nationale max 100 (per gruppi etnici), Senato 54
Indipendenza:              30 giugno 1962 ( da amministrazione Belgio)

Musica:



Sintesi:
1884                           Arrivo dei tedeschi e dei gesuiti
1 luglio 1890               Parte dell’Africa Orientale Tedesca
giugno 1916                Occupazione Belga (possedimento)
20 luglio 1922             Mandato Lega delle Nazioni (Ruanda-Urundi)
13 dicembre 1946       Territorio amministrato UN
gennaio 1961              Autonomia
1 luglio 1962               Indipendenza (Regno del Burundi)
28 novembre 1966      Repubblica


CRONOLOGIA:

1884-1985 - Conferenza di Berlino decide lo stato di diritto dei tedeschi. I re del Burundi, Mwezi Gisabo, si oppone ad ogni trattativa con i tedeschi.

1890 - La colonia prende il titolo ufficiale di " Protettorato Africa Orientale Tedesca" (Ruanda-Urundi).

1903 - Il re accetta i tedeschi nel territorio firmando il trattato di Kiganda.

1915 16 dicembre – Diventa re Mwabutse IV

1918 - I tedeschi, sconfitti in guerra, devono rinunciare alle colonie.

1920 - Mandato delle Nazioni Unite al Belgio

1925 21 agosto - Unito amministrativamente al Congo Belga.

1956 - Gravi disordini nel Ruanda-Burundi tra Tutsi (antica aristocrazia dominante) e Hutu (80% della popolazione), dopo la decisione del governo belga di organizzare le elezioni dei Consigli consultivi. Massacro dei Tutsi.

1958 - Il principe Louis Rwagasore (nazionalista , legato ai capi lumumbisti del Congo)(etnia Tutsi) fonda il partito UPRONA (Union for National Progress).

1960 5 dicembre - L’ONU raccomanda la fissazione della data dell’indipendenza e la fine dell’amministrazione fiduciaria belga.

1961 5 agosto - Annunciata attuazione dell’autonomia ( i due territori scelgono opzioni diverse: Ruanda- forma repubblicana, Urundi - re tradizionale - Mwambutsa.)

1961 18 settembre – Elezioni legislative, sotto sorveglianza ONU. Uprona ottiene oltre l’80%. Il Fronte Comune (sostenuto dall’Amministrazione Belga) è il grande sconfitto.

1961 29 settembre - Il principe Rwagasore nomiato primo Ministro (Urundi) e affari comuni dei due territori.

1961 13 ottobreAssassinato il Primo Ministro,  principe Rwagasore da un sicario greco assoldato da membri del Partito Cristiano Democratico, sostenuto dai belgi. L’assassinio di Rwagasore, che è considerato in padre dell’indipendenza, segna un punto di rottura in Burundi.

1962 30 Giugno - INDIPENDENZA.
Nonostante le pressioni nell’ONU per la creazione di uno stato unico con il Rwanda.
Creato uno stato sovrano, monarchia per 4 anni. Re MWAMBUTSA, capo governo Andrè MUHIRWA.

1964 inizio - Apertura verso la Cina Popolare

1964 - Elezione vittoria dell'etnia Hutu.
Il sovrano, Mwambutsa, rifiuta di affidare il governo agli hutu.

1965 15 gennaioAssassinato il Primo Ministro Ngendandumwe

1965 febbraio - Tentativo insurrezionale che porta all’uccisione di molti parlamentari hutu. Gravi scontri nel Paese. Il re si rifugia in Svizzera.

1965 10 maggio – Elezioni legislative
Vittoria Uprona (tutsi)

1965 30 settembre – Assassinato il PM Joseh Bamina.


1965 18 ottobre – Colpo di stato ad opera di membri di etnia hutu, guidati da Gervais Nyangoma. Massacrati i tutsi, che sotto la guida del giovane militare Micombero sopprimono il golpe.

1966 8 luglio – Deposto il re Mwambutsa (che dall’ottobre 1965 si trovava in Svizzera). Diventa re il figlio diciannovenne Charles NDIZEYE. L’11 luglio nomina Primo Ministro il Col. Michel Micombero, tutsi del partito Uprona, che è di fatto il vero uomo forte del paese.

1966 1 Settembre - Il Principe Ndiziye (figlio di Mwambutsa) viene ufficialmente incoronato e assume il nome di NTARE V. Nomina Primo Ministro il Col. Michel Micombero, tutsi del partito Uprona.

1966 29 novembreColpo di stato
Il primo Ministro Micombero depone il re (che andrà in esilio in Germania) e proclama la Repubblica. Divenendone, a 26 anni, Presidente. Si forma il Comitato Nazinale Rivoluzionario e si instaura una feroce dittatura che esclude l’etina hutu da qualsiasi ruolo nel paese.
Capo del Governo Jean NITHRUWANA

1972 aprile - Uprona diventa partito unico. Tentato colpo di stato, connesso con il rientro dell’ex re Ntare V, che sarà giustiziato il 29 aprile, della maggioranza Hutu che termina con un massacro.La minoranza Tutsi massacra la maggioranza Hutu (150.000 morti).
Tra i giustiziati anche l’ex PM Cimpaye (1961)

1976 1 Novembre - Colpo di stato
Micombero, oramai incontrollabile, è rovesciato dal movimento diretto dal Colonello Jean-Baptiste BAGAZA, anch’egli tutsi.

1976 - Varata la riforma agraria-

1978 13 ottobre – Abolita la carica di Primo Ministro (sarà ripristinata nel 1988).

1981 20 novembre - Costituzione

1987 3 settembre - Colpo di stato
Deposto Bagaza (in esilio prima in Libia, poi in Uganda) dal Mag. Pierre BUYOYA (tutsi,Uprona). Nonostante alcune deboli aperture verso i diritti dell’etnia hutu, i tutis sono ancora la classe dominante.

1988 giugno-settembre - Gravi scontri tra le due etnie alla frontiera con il Ruanda. Si calcolano tra i 5 e i 24 mila morti.

1988 19 ottobre Primo Ministro Adrien SIBOMANA (hutu). Per la prima volta dal 1965 il governo è guidato dall’etnia maggioritaria del paese. Governo a maggioranza hutu con l’esercito che resta in mano Tutsi.

1992 - Buyoya crea un "zona franca" che permetterà al  Burundi di essere il 5° esportatore di oro, pur senza produrne in quantità rilevante.

1992 marzo - Fallito colpo di stato militare.

1992 - Multipartitismo

1993  1  Giugno- Elezioni presidenziali democratiche.
Vince Melchior NDADAYE (Hutu) del partito FRODEBU (64,8%) (Fronte dem. Burundi-espressione etnia hutu) che diventa Presidente. Batte il candidato Uprona, il tutsi, Pierre Buyoya che resta al 35,21%.

1993 30 giugno - Elezioni legislative – vota il 91,4% -
Vittoria del  Frodebu con 72,6% (65/81), all’Uprona con 21,9% (16/81), altri 7,2% (0/81)

1993 10 luglio - Primo ministro, una donna tutsi che ha sposato un hutu, Sylvie KINIGI.

1993 21 Ottobre - Colpo di stato
I Paracadutisti Tutsi assaltano il palazzo presidenziale. Ucciso a tradimento il presidente Ndadaye e il presidente del Parlamento. Nel golpe è implicato Buyoya.
I militari massacrano nuovamente gli Hutu. A capo si pone Francois NGEZE (Uprona) (ex  ministro Interno del governo Buyoya), con lui l'ex dittatore Bagaza.
Sarà l’inizio della Guerra Civile del Burundi che si concluderà solo nel 2005.

1993 22 Ottobre - Jean Minami (ministro Sanita' che durante il golpe si trovava in Ruanda) proclama la costituzione del Governo Democratico del Burundi in esilio.

1993 24 Ottobre - Il golpe collassa. Il presidente Ngeze agli arresti. Continua guerriglia tra Tutsi e Hutu. Resta in carica il primo Ministro Sylvie Kinigi.

1993 23 dicembre – Presidente ad interim, Sylvestre NTIBANTUNGANYA

1994 14 gennaio - Eletto presidente Cyprien NTARYAMIRA ( Frodebu -hutu)-
PM, Anatole KANYENKIKO (Uprona-tutsi ). Governo di unità nazionale, mentre nel paese prosegue la guerra civile.

1994 4 aprile - I tutsi danno un avvertimento al presidente. Gravi conseguenze se partecipera' alla conferenza di pace sulla Regione a Dar el Salam.

1994 6 aprile - Il Presidente Ntaryamiara, insieme al presidente del Rwanda, Juvenal Habyarinama muore in un attentato aereo (razzo) a Kigali (Ruanda) al rientro da una conferenza di pace a Dar el Salam.
Eletto presidente ad iterem, Sylvestre NTIBANTUGANYA ( Frodebu party)


1995 marzo - Scontri tra Hutu e Tutsi.
Il 11/3 ucciso il Ministro Energia , Kabushemeye, hutu. Segue inizio di violenze etniche,  omicidi e vendette.. Uccisi anche europei (belgi). L’esercito per il 95% composto da Tutsi. Molti Hutu fuggono in Zaire.

1995 27 novembre - Inizio di una campagna militare dell’esercito contro i ribelli hutu.

1996 27 maggio - Il leader guerriglia hutu in esilio, Leonard Nyangoma (ex ministro interni governo di Ndadaye - e guida del Consiglio Naz. Difesa Democrazia (Cndd) e del braccio armato Esercito Difesa Democrazia (Fdd) annuncia cessate il fuoco unilaterale, mentre squadristi tutsi continuano a seminare morte

1996 25 giugno - Vertice ad Arusha (Tanzania) tra capi di stato di Burundi, Kenya, Ruanda, Uganda, Tanzania e Etiopia per la pace in Burundi. (solo lo Zaire non partecipa)- senza importanti decesioni.

1996 23 luglio - Colpo di Stato
Al potere il Mag. Pierre BUYOYA (tutsi-Uprona), già autore di un golpe nel 1987 e al potere fino al 1993- Mentre il presidente legittimo è ancora nell’ambasciata USA (liquidato l'ultimo potere hutu). Migliaia di profughi hutu ruandesi lasciano il paese per paura di ritorsioni, altri espulsi saranno esplusi in agosto.

1996 agosto – Embargo internazionale sulle armi al Burundi.

1996 17 agosto - I Ministri esteri Africa Orientale, riuniti a Kampala chiedono il ristabilimento dell’ordine costituzionale in Burundi e vietano ai membri del governo golpista di recarsi nei loro paesi. Sanzioni economiche.

1996 22 agosto - Secondo Amnesty Internatinal uccise nel paese, dopo il golpe oltre 6000 persone.

1996 7 ottobre - Prima riunione del Parlamento dopo il golpe. Presenti solo 38 deputati (28 del Frodebu (partito di maggioranza, hutu) e 10 dell’Uprona ( tutsi). La maggioranza dei membri si trova in esilio o è morta durante gli scontri. Tutti gli esiliati sono del Frodebu (che aveva 65 eletti).Il Parlamento ha specificato che non riprenderà i lavori fino alla ripristinazione della Costituzione.

1996 30 novembre - La guerra civile ha già provocato 150 mila morti e grandi spostamenti di popolazioni e carestie.

1997 16 maggio - Il principale movimento hutu (Cons. Naz. Difesa democrazia) e il governo hanno deciso a Roma, con la mediazione della ComunitàSant’Egidio, di dare via a negoziati diretti per porre fine alla guerra civile che dura dal 1993.

1997 7 giugno – Dopo quasi un anno esce dall’ambasciata USA a Bujumbura, l’ex presidente Ntibantunganya che lì si era rigiugiato durante il golpe del luglio 1996.

1997 25 agosto – Si riaprono i colloqui di pace in Tanzania nonostante l’accusa del Burundi che afferma che la Tanzania e il suo mediatore, l’ex presidente Nyerere, sono pro-hutu.

1998 17 gennaio - Il Consiglio Naz. Per la difesa democrazia, braccio poltitico dei ribelli hutu, si ritira dai negoziati di pace con il governo, accusandolo di agire in modo etnicamente discriminante nell'applicazione della giustizia.

1998 21 gennaio - I leader dei paesi limitrofi riunita a Kampala, decretano il mantenimento dell'embargo economico in vigore dal 4.1996.

1998 15 giugno – Si apriono ad Arusha (Tanzania) i negoziati tra governo e opposizione (interna ed in esilio) e i gruppi armati. In tutto 16 fazioni armate. Il 21 giugno firmato un cessate il fuoco per il 20 luglio e l’inizio delle trattative di pace.

1998 16 luglio – Nominati altri 40 membri (tra partiti e società civile)  nell’Assemblea Nazionale Transitoria) in aggiunta a quelli eletti nel 1993, portandoli così a 121.

1999 23 gennaio - I leader della regione dei Grandi laghi, riuniti ad Arusha, in Tanzania, hanno revocato l'embargo imposto il 31 luglio 1996 al Burundi.

1999 12 ottobre - Il responsabile per il Burundi del Fondo delle Nazioni Unite per l'infanzia (Unicef), il cileno Luis Zuniga, è stato ucciso insieme ad altre otto persone vicino al campo profughi di Muzye, nella provincia di Rutana. Fra le vittime di quella che l'Onu ha definito un'esecuzione figura anche il direttore generale della Sosumo, la società pubblica per la lavorazione dello zucchero.

2000 27 marzo - Sono ripresi ad Arusha, in Tanzania, i negoziati di pace tra la giunta militare di Pierre Buyoya e i ribelli hutu delle Forze per la difesa della democrazia (Fdd) e del Fronte di liberazione nazionale (Fln). Le trattative hanno la mediazione dell'ex presidente sudafricano Nelson Mandela. Per la prima volta Buyoya si è detto pronto a discutere con i leader dell'Fdd e dell'Fln.

2000 28 agosto - 13 delle 19 delegazioni burundesi riunite ad Arusha, in Tanzania, per i colloqui di pace hanno firmato un accordo per porre fine alla guerra civile tra hutu e tutsi che da sette anni devasta il paese. Il documento, preparato dall'ex presidente sudafricano Nelson Mandela, mediatore nel negoziato di pace in corso da due anni, è stato firmato anche dal presidente Pierre Buyoya (tutsi) e dai principali partiti politici che rappresentano l'etnia hutu, maggioritaria in Burundi. L'accordo prevede un periodo di transizione di tre anni nel quale organizzare elezioni democratiche e l'assicurazione che agli hutu venga garantita una rappresentanza nell'esercito pari a quella dei tutsi, attualmente dominanti. Il presidente statunitense Bill Clinton si trovava in visita ufficiale in Tanzania e ha partecipato ai colloqui nel giorno della firma dell'accordo, considerato però un successo parziale. Nella guerra civile hanno perso la vita almeno 200mila persone.

2000 1 dicembre - Ad Arusha, in Tanzania, si è conclusa senza raggiungere risultati significativi l'ultima tornata di colloqui di pace in Burundi.

2001 18 aprile/19 aprile – Tentato golpe ad opera del Fronte nazionale della gioventù patriottica, guidato da Pasteur Ntarutimana. Buyoya si trova a Libreville, in Gabon. Il golpe fallisce il 19.4.

2001 11 luglio - L'ex presidente sudafricano Nelson Mandela, mediatore in Burundi, ha annunciato il raggiungimento di un accordo tra governo e opposizione per la messa in pratica del piano di pace firmato ad Arusha, in Tanzania, il 28 agosto del 2000. L'accordo prevede l'assegnazione della presidenza, durante i primi diciotto mesi del periodo triennale di transizione, all'attuale capo di Stato tutsi, Pierre Buyoya affiancato da un vicepresidente, Domitien Ndahizeye, segretario generale del principale partito hutu, il Fronte per la democrazia (Frodebu). In seguito la presidenza passerà a un rappresentante hutu e la vicepresidenza a un tutsi.
La data d'inizio del periodo di transizione non è ancora stata decisa. I ribelli delle Forze di liberazione hanno respinto l'accordo.

2001 24 luglio - Il presidente Pierre Buyoya è stato nominato alla guida del governo
di transizione per la prima parte del periodo fissato dal mediatore Nelson
Mandela e dagli altri leader dell'Africa orientale

2001 8 ottobre - Si è chiuso con un fallimento il primo vertice regionale di pace per il
Burundi. Una nuova tornata di colloqui tra i capi di Stato dei paesi della regione dei Grandi
Laghi è fissata per l'11 ottobre a Pretoria, in Sudafrica.

2001 1 novembre – Il presidente Pierre Buyoya ha giurato a Bujunbura come presidente per i primi 18 mesi della fase di transizione, che avrà durata di 3 anni.

2001 28 novembre - L'Assemblea nazionale ha approvato con 89 voti a favore e 12 contrari,
l'instaurazione di un parlamento bicamerale di transizione, previsto dagli
accordi di pace firmati ad Arusha il 28 agosto 2000.

2002 5 novembre - L'ex presidente Jean-Baptiste Bagaza è stato messo agli arresti
domiciliari a Bujumbura. Bagaza, senatore e leader del Parena, il maggiore
partito tutsi di opposizione, è accusato di aver complottato contro il
governo di transizione di Pierre Buyoya.

2002 3 dicembre - Il presidente Pierre Buyoya e Pierre Nkurunziza, il leader del
principale gruppo ribelle hutu, le Forze per la difesa della democrazia,
hanno firmato uno storico cessate il fuoco ad Arusha, in Tanzania. Entrerà
in vigore il 30 dicembre. Le Forze di liberazione nazionale, il secondo
gruppo ribelle hutu, non hanno però partecipato al negoziato. Trecentomila
persone sono morte nella guerra civile cominciata nel 1993.

2003 15 gennaio -I governi di Sudafrica,  Mozambico ed Etiopia hanno deciso di
inviare delle unità di mantenimento della pace per garantire il cessate il
fuoco tra governo e ribelli firmato in Tanzania il 3 dicembre.

2003 30 aprile – In accordo con il piano di pace, il vicepresidente Domitien NDAYIZEYE, hutu, diventa Presidente.

2004 3 maggio - Le Forze per la difesa della democrazia (Fdd), il principale gruppo ribelle del Burundi, hanno deciso di lasciare il governo transitorio. Il segretario generale Hussein Rajabu ha accusato il governo di non aver rispettato l'accordo per il cessate il fuoco, che attribuiva alle Fdd il 30 per cento degli incarichi nell'amministrazione del paese.

2004 21 maggio - Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha deciso all'unanimità l'invio di una missione in Burundi (Monub). Il mandato della Monub, composta da 5.650 caschi blu, comincia il 1 giugno.

2004 13 settembre -Il consiglio dei ministri non ha raggiunto il quorum necessario per adottare la nuova costituzione, che dovrebbe entrare in vigore il 1 novembre. I ministri tutsi hanno lasciato l'aula prima del voto perché, secondo loro, il testo favorisce l'etnia hutu, maggioritaria nel paese.

2005 4 luglio – Elezioni legislative
FDD 58,2%, FRODEBU 22,3% e UPRONA 7,3

2005 26 agosto – Eletto presidente Pierre NKUNZIZA (hutu).

2006 18 giugno – Firmato accordo per il cessate il fuoco con il Fronte Nazioanle di Liberazione (FNL), che il 21 aprile 2009 diventerà partito politico.

2006 21 agosto – Arrestato l’ex presidente Ndayizeye, accusato di prepaare un golpe. Sarà scagionato nel 2007.

2010 28 giugno – Elezioni presidenziali vota 77%
Il presidente in carica Nkunrunziza ottiene il 91,6% (tutti gli altri candidati si sono ritirati)

2010 23 luglio – Elezioni Legislative – vota 66,3%
National Council fo the Defense of Democracy/FDD 81,2% (81/106) , Union of National Progress 17/106 (la maggior parte delle opposizioni boicotta il voto).

Benin



(ex Dahomey)
Repubblique du Benin









Superficie: 112.620 Km2
Popolazione: 9.325.032 (stima 2011)
Religioni: Cristiani 43%, Mussulmani 24%, Animisti 33%
Lingue: Francese (uff.)
Capitale: Porto Novo
Ordinamento: Repubblica Presidenziale Unicamerale
Divisione amministrativa: 12 provincie
Presidente: Eletto ogni 5 anni
Parlamento: Assemblee Nationale con 83 membri eletti ogni 4 anni – con sistema proporzionale
Indipendenza: 1 agosto 1960 (da Francia)

Musica:

Sintesi:
XV sec. –XIX sec. Regno Abomey (etnia Fon)
1851 Primi arrivi colonizzatori
1894-1960 Dominio Francese
1894-1899 Protettorato
1899-1958 Colonia (Parte Africa Occidentale Francese)
1958-1959 Membro “Comunità Francese”
1959 Federeazione con il Mali
1959-1960 Colonia
1960 1 agosto Indipendenza

CRONOLOGIA:
1889 - La Francia inizia la conquista del paese
1890 aprile - I francesi vincono la battaglia di Acthoupa.
1958 22 settembre - Dopo un referendum, entra nella Comunità Francese ( come repubblica con il nome di Dahomey)
1959 gennaio - Adesione alla Federazione del Mali ( se ne stacca quasi subito su insistenza della Costa d’Avorio)
4 aprile 1959 - Entra a far parte di un Consiglio d’Intesa con Costa Avorio, Niger e AltoVolta (collaborazione stretta politica e economica).
1960 11 luglio - Insieme ai membri del Consiglio d’Intesa firma a Parigi accordo per indipendenza.
1960 1 Agosto - INDIPENDENZA.
Capo dello Stato Hubert MAGA
1963 28 ottobre - Colpo di stato militare guidato dal generale Chrisophè Soglo.
Capo di Stato Sourou Migan APITHY
1965 27 novembre – Il Presidente Apithy costretto alle dimissioni dal Primo Ministro Tomentin che assume la presidenza ad interim.
1965 29 dicembre –Costretto alle dimissioni Tometin. Presidente ad interim Thairou CONGACOU
1965 22 dicembre - Colpo di stato
Al potere il gen. Christophè SOGLO . Dopo fallimento cooperazione tra Maga e Apithy.
Sciolta assemblea, sciolti i partiti politici e sospesa Costituzione.
1967 15 dicembre - Colpo di stato
Destituito Christophè Soglo, mentre era in Francia. Costituzione Governo Miliare Rivoluzionario, capeggiato dal col. Alphonse ALLEY.
1968 31 marzo - Approvata una nuova Costituzione ( dopo referendum popolare, larghissima maggioranza).
1968 5 maggio - Elezioni presidenziali
Annullate a causa della alta astensione (75%). Nominato dal Governo militare provvisorio, l’economista Emile Derlin ZINSOU Presidente e Capo del governo
1969 10 dicembre - Colpo di stato
Promosso dal col. Maurice Koundetè. Direttorio composto anche da Singozan, Benoit – Presidente Paul Emile de SOUZA.
1970 maggio - Varata una legge che istituisce un Consiglio Presidenziale (di 3 membri) ciascuno dei quali avrebbe esercitato la presidenza per un biennio.
1970 7 maggio – Presidente Hubert MAGA – consiglio composto anche da Ahomadegbe Tometin e Apithy.
1972 - Alla vicinanza del passaggio della presidenza da Maga a Ahomadegbe, tensioni e episodi sospetti.
1972 7 maggio – Presidente Justin AHOMADEGBE’ Tometin
1972 26 Ottobre - Colpo di stato.
Al potere il Gen. Mathieu KEREKOU. Arrestati i 3 membri del Consiglio di Presidenza.
1973 febbraio - Tentativo eversivo fallito
1975 gennaio - Tentativo eversivo fallito.
1975 novembre - Fondato dal presidente Kerekou il PRPB ( Partito Rivoluzionario del Popolo) (marxista-leninista)
1975 11 novembre -Il Dahomey cambia nome in Repubblica Popolare del BENIN.
1977 - Varata una Nuova Costituzione.
Ispirata ai principi marxisti-lenisisti.
1977 16 gennaio -Tentato colpo di stato a opera dei mercenari comandati da Bob Denard (appoggio di Marocco, Gabon e Francia) che nel 1993 sarà condannato da un tribunale francese a 5 anni di reclusione.
1977 14 aprile - Risoluzione 405 del CdS Nazioni Unite - condanna aggressione del gennaio 1977 e condanna stati che tollerano mercenari.
1979 - Formata l’Assemblea Rivoluzionaria Nazionale (336 membri)
1985 maggio - Proteste degli studenti universitari. Incidenti.
1988 marzo - Tentato colpo di stato ad opera di alcuni militari tra cui uno stretto collaboratore del presidente.
1989 dicembre - Ripudiato il socialismo. Riconosciuta la distinzione tra stato e partito.
1990 febbraio - Conferenza per l’elaborazione della Costituzione.
1990 12 marzo - Nuovo governo “tecnico” presieduto da Nicephore SOGLO, in vista delle elezioni.
1990 2 dicembre - Nuova Costituzione
1991 febbraio – Elezioni Presidenziali (I turno)
Vanno al ballottaggio Nicephore Soglo (UTRD) con il 36,2% e Mathieu Kerekou (27,2%).
1991 24 MarzoPrime Elezioni democratiche e secondo turno ballottaggio presidenziali
UDFP/MDPS/ULD 12/64. PNDD/PRD 9/64, PSD/UNSP 8/64, NCC 7/64, PND 7/64, MNDD/MSUP/UDRN 6/64, UDS 5/64.
Eletto Presidente Nicephore SOGLO (ex funzionari Banca Mondiale)(Rinascita Beninese) 68%. Kerekou (32%) fugge all'estero.
1992 agosto- Ammutinamento dell'esercito federale fedele al vecchio capo di stato ( Kerekou). Sedato dall'esercito.
1993 febbraio - 22 partiti di opposizione formano una Convezione per il Cambiamento criticando il nepotismo del presidente Soglo.
1994 12 gennaio - Svalutato il franco CFA.
1994 marzo - Proteste degli studenti
1995 28 marzo - Elezioni legislative
Sconfitta dei sostenitori del presidente a favore dell’opposizione.
Rinascita Beninese (PRB) 20/83, Partito Rinnov. Democratico (PRD)di Houngbedji 19/83, Nostra Causa Comune (NCC) di Tevoedirè (4/83). FARD 10/83, PSD 8/83, UDS 5/83, RLD 4/83.
1996 4 marzo - I turno elezioni presidenziali
Vittoria di Mathieu Kerekou (ex dittatore marxista) 37% seguito dal presidente Nicephore Soglo 35,7%.
I due andranno al ballottaggio. Adrien Houngbedji ottiene il 18% e altri 4 candidati il 9,3%.
1996 18 marzo - Secondo turno elettorale (presidenziali)
Vittoria di Mathieu Kerekou 52,5% , batte il presidente in carica Soglo 47,5%. Affluenza maggiore dell’80%.
1996 8 aprile – Nominato Primo Ministro Adrien HOUNGBEDJI (accordo di governo)
1998 8 maggio - Si dimette il pm Adrien Houngbejii, del Partito Rinnovamento, ponendo fine alla coalizione di governo.
1999 30 marzo - Elezioni legislative
I partiti di opposizione che sostengono l'ex presidente Nicéphore Soglo ottengono 42 degli 83 seggi dell'Assemblea nazionale .
2001 4 marzo - Elezioni presidenziali I turno – vota 87,7% -
Il presidente uscente Mathieu Kérékou ottiene 45,4%, mentre il suo predecessore, Nicephore Soglo il 27,1% . L’ex PM Adrien Houngbedji al 12,6% e Bruno Amoussou al 8,6%. Si andrà al ballottaggio.
2001 20 marzo - Sarà Bruno Amoussou, già ministro nel governo uscente, l'avversario del capo di Stato, Mathieu Kérékou, nel ballottaggio delle elezioni presidenziali fissato per il 22 marzo. Dopo il ritiro del secondo classificato nel primo turno, Nicéphore Soglo, - che ha denunciato brogli nelle operazioni di voto - anche Adrien Houngbedji, giunto terzo nel primo turno, ha rifiutato il ballottaggio.
2001 24 marzo - Presidenzili (II turno) – vota 53,4% -
Il presidente uscente Mathieu Kérékou ha vinto il ballottaggio per le elezioni presidenziali con l'84,06%. Il suo avversario, Bruno Amoussou, ha ottenuto il 16%. Secondo la Commissione elettorale le schede nulle sono state l'8%. Il risultato dovrà ora essere ratificato dalla Corte costituzionale.
2003 30 marzo - Elezioni Legislative
L'Unione per il Benin del Futuro (Ubf, al potere) e la coalizione MP (Mouvence Presidentielle) hanno conquistato 53/83 seggi e il 55,8% dei voti del parlamento , le opposizioni, con il 43%, ottengono 30/83 seggi.
2003 25 dicembre – Incidente aereo a Cotonou. Si schianta al decollo un aereo diretto in Libano, 140 morti.
2006 5 marzo – Elezioni Presidenziali primo turno
Vanno al ballottaggio Yayi Boni , ex collaboratore di Soglo, con il 32% e Adrien Houngbedji (RPD) con il 25%.
2006 19 marzo – Elezioni presidenziali
Eletto presidente Yayi Boni con il 75%.
2007 15 marzo – Fallito attentato per uccidere il presidente Boni.
2007 31 marzo – Elezioni legislative
FCBE (Force Cowrie for an Emerging Benin, guidata da Boni) 35/83, ADD (Alliance for Dynamic Democracy) 20/83, PRD (10/83), altri e indipendenti 18/83.
2011 13 marzo – Elezioni presidenziali
Yayi Boni vince con il 53,1% contro Adrien Houngbedji con il 35,6%
2011 30 aprile – Elezioni legislative
Vince il partito del Presidente (FCBE 41/83), i suoi alleati ottengono altri 11 seggi, garantendo così un’ampia maggioranza parlamentare.

Algeria

Al-Jumhuriya al-Jaza’iriya ad-dimuqratiya ash-shabiya
(Repubblica algerina democratica e popolare)




Superficie: 2.381.740km2
Popolazione: 34.586.184 (2010)
Religione: Mussulmani Sunniti 99%
Lingue: Arabo (ufficiale), francese, berbero e cabilo
Capitale: Algeri
Ordinamento: Repubblica Presidenziale Bicamerale
Divisone amminitrativa: 48 provincie (willayyat)
Parlamento: Al Majlis al Sha’abi al Watani (Assemblea Popolare nazionale), di 380 membri eletti ogni 5 anni in modo proporzionale + 8 seggi riservati ai residenti all’estero, Al Majlis al Umma (Consiglio Nazionale) di 144 membri, 96 eletti dai consigli comunali e 48 nominati dal presidente.
Indipendenza: 5 luglio 1962
Popoli:
Libri:
Gente in cammino, Malika Mokeddem
Cinema:
La battaglia di Algeria, Gillo Pontecorvo, 1966
Il tè nel deserto, Bernardo Bertolucci, 1990
Giorni di guerra, Florent Emilio Siri, 2007
Musica:
Khaled
Patrimoni dell'Umanità UNESCO:
Patrimoni Immateriali dell'Umanità UNESCO:
Sintesi:
fino 2000 A.C - Civiltà berbera
III sec./46 A.C. - Regno di Numidia (Massinissa)
46 A.C. – 533 - Dominio Romano (dal 25 A.C. Provincia dell’Impero)
533 – VI Sec. - Invasioni dei Vandali
VI sec. – VIII sec. - Dominio Bizantino
VIII sec. – 1518 - Conquista araba
1518 - Dominio Turco / Impero Ottomano (nel 1536 annessione)
1830 - Occupazione Francese
1842 - Annessione Francese
1946 - Autonomia nell’Unione Francese (dal 1958 Comunità Francese)
3 luglio 1962 - Indipendenza
25 settembre 1962 - Repubblica Popolare
23 febbraio 1989 - Repubblica Presidenziale
CRONOLOGIA:
1830/1847 - Occupazione di Algeri da parte dei francesi (re Carlo X). Gli algerini berberi insorsero (dal 1832) sotto la guida dell'emiro Abd-al Kadir (sconfitto da Bugeaud nel 1847, fu esiliato in Francia).
1871 - I Francesi sottomettono definitivamente l'Algeria (l'ultima a cadere è la Cabila).
1925 - Fondata l'Etoile Nordafricaine (Stella Nordafricana) da Massali Hadj, considerato il primo movimento indipendentista, tra il proletariato algerino residente in Francia
1937 - Massali Hadj dà vita in Francia al Partito Popolare Algerino, messo fuorilegge e rifondato nel 1946 come Movimento per il Trionfo e la Democrazia.
1942 2 novembre - Sbarco degli alleati. Si crea il Consiglio Imperiare Francese a opera dell’ammiraglio Francois Darlan (assassinato al Algeri nel dicembre 1942).
1943 3 giugno - Sorto ad Algeri il Comitato Francese di Liberazione Nazionale (CFNL) (fusione tra CNF di Charles De Gaulle, giunto ad Algeri nel maggio del 1943, e Consiglio Imperiale Francese diretto da Henri Giraud) (di fatto è alla liberazione della Francia, vero e proprio governo francese in esilio). Posto sotto la duplice presidenza di De Gaulle-Giraud.
1943 - Ferhat Abbas pubblica il “Manifesto del Popolo Algerino” - si chiede la fine del regime coloniale francese.
1944 2 giugno - Il CFNL si trasforma in un vero e proprio governo della Repubblica Francese.Nell'agosto 1944, dopo la liberazione, si trasferisce a Parigi.
1945 8 maggio - Rivolta di Setif. Grandi manifestazioni nazionaliste in Algeria, represse duramente dai Francesi.
1946 - Il Movimento di Liberazione ( MTLD) di Massali Hadj e Ferhat Abbas rivendicano l'autonomia. Costituito l’OS (Organizzazione Speciale), un raggruppamento paramilitare.
1947 27 agosto -Statuto algerino. Amministrazione autonoma con rappresentanza parlamentare.
1948 4 aprile - Elezioni della prima Assemblea Algerina. Sconfitta di Abbas e Hadj (conquistano 17 seggi), 43 vanno agli indipendenti.
1952 -Nasce al Cairo ad opera di Ahmed Ben Bella, uscito dal gruppo di Hadj, il Fronte di Liberazione Nazionale (FNL).
1954 1 Novembre -Inizia la Guerra d'Algeria (1954-1962). Attentati nel dipartimento di Costantina, i francesi risponderanno con arresti agli indipendentisti e inviando rinforzi militari.
1955 2 aprile - Dichiarato lo stato di emergenza. Il contigente militare francese ammonta a 400.000 uomini.
1956 30 Settembre - Il governatore francese Lacoste fa ghigliottinare due membri del FNL. In risposta, Saadi Yacef, capo della rete di Algeri del Fronte, fà esplodere 3 bombe nel centro europeo della città. ( 3 morti, 11 feriti). Preludio alla Battaglia di Algeri.
1956 ottobre - Arresto dei dirigenti FLN, tra cui Ben Bella (sarà rilasciato nel 1962), mentre si recavano a una conferenza a Tunisi con il sultano del Marocco, crea violente reazioni dei paesi arabi.
1957 7 gennaio - In seguito al ripetersi degli atti terrortistici, il governo francese decide di trasferire i poteri di polizia all’esercito. Militarizzazione dello scontro.
1957 dicembre – Ucciso in Marocco, il dirigente FNL Ramdane Abane, dall’ala militare interna per il controllo.
1958 13 maggio - Dopo una rivolta dei “Francesi d’Algeria”, l’esercito francese (in particolare gen. Salan e gen. Massu) decidono di assumere il controllo dell’Algeria costituendo un “Comitato di Salute Pubblica”. Il presidente Coty sarà costretto a cedere il potere a De Gaulle.
1958 19 Settembre - Formazione di un governo provvisorio della Repubblica Algerina in esilio con a capo Fahrat Abbas
1959 gennaio - Nasce a Madrid l'OAS ( Organizzazione dell'Armata Segreta), organizzazione paramilitare clandestina di destra nata da ufficiali esercito francese in Algeria per impedire l'indipendenza. A capo Salan e Jouhoud.
1961 febbraio - Primi contatti segreti tra FNL e governo francese.
1961 21-26 aprile - Tentativo di rivolta dei generali dell’OAS, fallito perchè la maggioranza esercito rimane fedele al governo.
1962 18 marzo - Accordi di Evian. menttono fine alla Guerra d'Algeria iniziata nel 1954. L'OAS organizza attacchi contro la popolazione mussulmana.
1962 20 aprile - Arrestato il leader OAS, gen. Salan. La corte marziale lo condannerà all'ergastolo
1962 1 Luglio - Referendum sull'Indipendenza. (Il 91% vota a favore)
1962 3 luglio - INDIPENDENZA. Abdur Rahman Fares presidente provvisorio.
1962 11 luglio - Ben Bella e Boumedianne, rientrati in Algeria, creano un ufficio politico che si oppone al governo di Kheddah. Iniziano contrasti in seno aalle forze indipendentiste.
1962 16 agosto – Adesione alla Lega Araba.
1962 20 settembre - Elezioni dell'Assemblea Costituiente. Vittoriosa la linea di Ben Bella.
1962 25 settembre - Ferhat Abbas presidente dell'Assemblea Costituente.
1962 8 ottobre – Ammessa all’ONU.
1963 8 settembre -Nuova Costituzione, approvata con referendum. Repubblica di tipo presidenziale e FNL unico partito legale. Ahmed Ben Bella diventa Presidente, capo governo e capo forze armate. Abbas si ribella a questo concentrazione di potere e viene espulso dal partito.
1963 ottobre - Guerra Marocco-Algeria pre il controllo della zona di Tindouf. Le truppe francesi sgombrano l'Algeria ad eccezione delle basi atomiche del Sahara.
1965 19 giugno - Colpo di stato. Il Col. Houari Boumedienne (già Ministro della Difesa) destituisce il presidente Ahmed Ben Bella, che sarà detenuto fino al 1979. Sospesa la costituzione del 1963. Boumedienne defisce il suo golpe un "raddrizzamento rivoluzionario" accusando Ben bella di essere incapace di avviarsi verso il socialismo.
1966 - Nazionalizzate le miniere e le compagnie di assicurazione.
1967 dicembre - Tentato colpo di stato
1968 25 aprile - Attentato fallito contro Boumedianne ad Algeri.
1971 - Il Governo scioglie l’UNEA ( Ass. Naz. Studenti Algerini), repressione e arresti.
1971 - Nazionalizzazione dell'industria del petrolio e del gas.
1972 - Nazionalizzazione delle banche e del commercio.
1976 marzo -Marocco e Algeria rompono le relazioni diplomatiche dopo che l'Algeria riconosce la Rep. Araba Democ. Sahariana (ex-Sahara Occ.) occupata dal Marocco. Violenti scontri tra le forze armate dei 2 paesi.
1976 22 novembre - Nuova Costituzione l'Algerai diventa ufficialmente uno stato socialista
1979 27 dicembre - Muore, dopo 39 giorni di coma per una rara malattia, il presidente Boumedienne. Presidente provvisorio Rabah Bitat.
1980 9 febbraio - Presidente Bendjiedid Chadli.
1980 - Liberato dopo 14 anni di arresti domiciliari l'ex presidente Ben Bella, che si rifugia in esilio in Svizzera.
1988 ottobre - Esplode il malcontento popolare dopo l'aumento del prezzo della semola, ingrediente base del cous-cous. Violente contestazioni di massa. Imposto lo stato d’assedio.

1989 4 Febbraio - Modifiche alla Costituzione. Eliminato ogni riferimento al socialismo.
1989 luglio - Varata la legge elettorale che introduce il multipartitismo.
1989 1 dicembre – Congresso Straordinario del FNL .Abolito il ruolo di partito unico.
1990 giugno - Nelle elezioni amministrative netta affermazione (54% dei consensi) del neo-costituito Fronte Islamico di Salvezza (FIS), fondato dagli imam Abassi Madani e Ali Belhadj.
1990 settembre - Rientra dopo oltre 10 anni l'ex presidente Ben Bella che fonda il Movimento per l'Algeria Democratica.
1991 30 giugno - Arrestati i leader del FIS - Madani e Belhadj.Decretato lo stato d'assedio.
1991 26 Dicembre - Elezioni legislative (I turno). Successo del partito fondamentalista islamico (FIS - Fronte Islamico di Salvezza, 47,5%). Il FNL al 23,4%.
1992 12 gennaio - I militari sospendono il processo elettorale con un colpo di stato in cui costringono alle dimissioni il presidente Chadli Benjedid. Dal 14 gennaio si insedia un Consiglio Superiore di Stato guidato da Mohamed Boudjaff, al rientro dopo 25 anni di esilio in Marocco.
1992 9 Febbraio - Imposto lo stato d'emergenza. Inizia guerra civile algerina (1992-2002). Il FIS usa l'arma del terrorismo nazionale, l'assassinio degli intellettuali e degli stranieri. La guerra costerà la vita a oltre 200 mila persone.
1992 4 Marzo - Il FIS viene dichiarato fuorilegge.
1992 29 Giugno - Assassinato il Presidente Boudjaff. Il 2 luglio gli succede Ali Kafi.
1992 15 luglio - Abassi Madani e Ali Belhaji, leaders del FIS, in galera dal giugno 1991, condannati a 12 anni di reclusione. nel 1994 saranno posti agli arresti domiciliari.
1992 26 agosto - Esplosione all’ufficio dell’Air France ad Algeri ( 9 morti e 128 feriti) rivendicato da estremisti islamici.
1992 1-9 dicembre - Sciolti 323 governi locali guidati dal FIS.
1993 22 marzo - Prima grande manifestazione ad Algeri contro il terrorismo.
1993 27 marzo - Il governo rompe le relazioni diplomatiche con Iran e Sudan, accusati di finanziare il terrorismo algerino.
1994 30 gennaio - L’Alto Comitato di Stato nomina il gen. Liamine Zeroual presidente.
1994 24 dicembre - Dirottato da terroristi islamici del GIA - Gruppo Islamico Armato, guidato da Abdul Abdullah Yahia - ad Algeri un aereo della Air France. Chiedono la liberazione dei leader del FIS. L’aereo decolla per Marsiglia (dopo l’uccisione di 3 ostaggi). Il 26 dicembre, l’aereo viene liberato da un’azione dei GIGN ( Gruppo Intrev. Gendarm. Nazionale Francese) che in un’azione uccidono i 4 terroristi all’interno dell’aereo.
1995 10 gennaio - Sotto gli auspici della Comunità di Sant’Egidio a Roma, si svolgono colloqui per una “Piattaforma di Pace” in Algeria tra le forze di opposizione. Partecipano: Ait Ahmed ( Fronte Forze Socialiste - FFS), Ben Bella ( Mov. Democrazia in Algeria - MDA), Anour Haddam ( Fronte Islamico Salvezza - FIS). Dura condanna all’iniziativa delle autorità algerine e della popolazione filo-governativa.
1995 30 gennaio - Strage del Ramadam ad Algeri.Una bomba esplode in un furgoncino con alla guida un “kamikaze” nel centro di Algeri contro il commissariato , 42 morti 286 feriti .
1995 maggio - IL FMI concde all’Algeria un credito di 1,8 miliardi di dollari per il proseguimento del programma di riforme economiche a medio termine già avviato dal governo.
1995 11 luglio - Dichiarati falliti i negoziati con il FIS avviati nell’aprile 1995.
1995 16 novembre - Elezioni presidenziali Vittoria del presidente in carica, Liamine Zeroual (61,1%), seguito da Mahfound Nahnah (MSI-Hamas) 25,5%, Said Sadi (RCD) 9,6%, Noureddine Boukrouth (PRA) 3,8%.
1996 23 maggio - Un comunicato del GIA annuncia l’ussisione dei 7 monaci trappisti rapiti il 27 marzo. Condanna da tutto il mondo, anche dal FIS.
1996 11 giugno - Rapporto dell’Osservatorio Nazionale Diritti Umani dell’Algeria. Dal 1994 al 1995 uccisi dalle forze di sicurezza 5029 guerriglieri. Nello stesso periodo i militanti integralisti hanno ucciso 1400 civili tra cui 300 donne.
1996 28 novembre - Referendum sulle riforme. Vota il 79,8%. Favorevoli il 84,6% alla abolizione dei partiti politici a base religiosa o etnica e al rafforzamento dei poteri del presidente. Dura critica dei leader in esilio del FIS.
1997 2 marzo - Votata la legge che istituisce un Parlamento bicamerale.
1997 3 giugno – La Federazione Internazionale dei diritti umani ha accusato il governo di aver provocato almeno 2000 vittime negli ultimi 5 anni facendo ricorso ad esecuzioni sommarie, tortura e sequestro.
1997 5 giugno – Elezioni politiche – vota 65,6% - Vittoria del RND ( Ragg. Naz. Dem, 33,6%) del presidente Zeroual (156/380 seggi), MSP (Mov. Società per la pace 14,8%), islamico moderato, ex-Hamas (69/380), FLN 14,26% (64/380), Ennahda 8,72% (religioso) (34/380), Fronte Forze Socialiste 5,03% ( 20/380), RCD 4,21% (19/380), PT 1,85% (4/380), altri 16/380.
1997 15 luglio – Il Tribunale Militare concede la libertà condizionale a Abass Madani, leader storico del disciolto FIS in galera già da 6 anni.
1997 1 ottobre – L’Esercito islamico della salvezza dichiara un cessate il fuoco.
1997 19 novembre – Amnesty International e altre associazioni chiedono una inchiesta internazionale accusando l’esercito di colludere con gli squadroni della morte. Tale richiesta nel gennaio sarà adottata anche dall'ONU, l'UE e gli Stati Uniti.
1998 21 aprile - La Commissione dei Diritti Umani dell'ONU, riunita a Ginevra, chiede (attraverso le ONG) la creazione di una missione internazionale di inchiesta sui massacri dell'esercito - il governo algerino respinge.
1998 3 maggio - Il numero due del FIS, Ali Benhadj, in carcere dal 1992, scrive una lettera ai tre emiri dei ribelli fondamentalisti invitandoli a scegliere la pace proclamando una tregua.
1998 5 luglio – Entra in vigore la legge sull’arabizzazione (votata nel 1996) – prevede l’impiego dell’arabo classico in tutti i settori della vita pubblica- ogni documento dovrà essere in arabo. Proteste soprattutto in Cabila (dove si parla tamazight e il berbero).
1999 7 marzo - Il Movimento algerino degli ufficiali liberi, un gruppo di militari dissidenti, ha rivelato che l'esercito impiega dei mercenari francesi e sudafricani per la repressione antiterroristica. Secondo un rapporto di Amnesty International, oltre tremila persone sono scomparse in Algeria dal 1993 dopo essere state arrestate dalle forze di sicurezza .
1999 13 aprile - Sei dei sette candidati ammessi a presentarsi nelle elezioni presidenziali algerine del 15 aprile si sono ritirati e hanno annunciato che non riconosceranno il risultato del voto. Accusano il governo di aver commesso dei brogli per garantire l'elezione dell'ex ministro degli Esteri Abdelaziz Bouteflika, considerato vicino ai vertici militari e rimasto l'unico candidato in lizza. L'International Crisis Group, un'organizzazione per i diritti umani, ha espresso dubbi sulla regolarità delle elezioni e ha criticato il governo per non aver ammesso gli osservatori stranieri.
1999 15 aprile - Elezioni presidenziali – vota il 60,9% - Eletto con il 73,8%, Adelaziz Bouteflika, ex braccio destro di Boumedienne, appoggiato dai partiti di governo e dall'ex-sindacato unico, già Ministro Esteri dal 1963 al 1979. Gli altri sei candidati ammessi si erano ritirati alla vigilia del voto. Il Fronte islamico di salvezza ha definito illegittime le elezioni. Critiche sono state espresse anche dal Dipartimento di Stato americano, che si è detto "deluso"dallo scrutinio, e dal ministero degli Esteri francese, che si è detto "preoccupato".
1999 11 giugno - In una lettera aperta al presidente Abdelaziz Bouteflika, il leader storico del Fronte islamico di salvezza (Fis, sciolto), Abassi Madani, ha annunciato il suo "appoggio totale" a Madani Mezdrag, capo dell'Esercito islamico di salvezza, il braccio armato del Fis, che ha annunciato il 6 giugno l'abbandono della lotta armata .
1999 27 giugno - Il governo ha approvato un progetto di legge di "concordia nazionale" che prevede l'amnistia per i fondamentalisti e i loro sostenitori che non si sono macchiati di reati di sangue. Se sarà approvata dal parlamento, la legge riguarderà circa 20mila persone. La misura sarà sottoposta a un referendum entro il 5 luglio, anniversario dell'indipendenza.La radio di Stato ha annunciato che le vittime della guerra civile dal 1992 sono state centomila. E' la prima volta che fonti ufficiali smentiscono la cifra di 26mila vittime e si allineano sulle cifre sostenute dai paesi occidentali e dalle organizzazioni per i diritti umani .
1999 5 luglio - Il presidente algerino Abdelaziz Bouteflika ha concesso l'amnistia ai fondamentalisti e ai loro sostenitori che non si sono macchiati di reati di sangue o di stupro. Circa cinquemila detenuti beneficeranno della misura. Il 5 luglio, data del trentasettesimo anniversario dell'indipendenza, i primi prigionieri sono usciti dai penitenziari. Il gesto di Bouteflika segue la decisione dell'Esercito islamico di salvezza (Ais) di deporre le armi e si inserisce nel tentativo di pacificazione della società algerina.
1999 16 settembre - Referendum sulla legge di concordia civile. Il 98,6% ha detto sì alla legge.
2000 12 gennaio- L'Esercito islamico di salvezza (Ais), braccio armato del disciolto Fronte islamico di salvezza, ha annunciato la sua dissoluzione.
2002 30 maggio – Elezioni legislative. – vota il 46 % - Il FNL (ex partito unico) ha ottenuto la maggioranza assoluta dei seggi , con 35,3% (199/380). RND 8,2% (47/380), seguono i partiti islamici del Movimento della riforma nazionale – Islah (Mrn) con 9,5% (43/380) e del Movimento della società per la pace (Msp, ex Hamas) con 7% (38/380), PT con 3,3% (21/380), il Fronte Nazionale (FNA) 1,6% (8/380), il MRI con 0,6% (1/380), il PRA 0,3% (1/380), altri 31/380. Il boicottaggio proclamato da quattro partiti d'opposizione ha provocato un forte astensionismo.
2003 4 marzo - Il presidente francese Jacques Chirac ha compiuto una visita di tre giorni in Algeria, la prima di un capo di stato francese dal 1962, anno dell'indipendenza dalla Francia. La visita aveva per scopo la riconciliazione tra i due paesi, simbolizzata dalla stretta di mano tra Chirac e due dei principali protagonisti della battaglia d'Algeri del 1957, Yacef Saadi e Zhora Drif.
2003 21 maggio Un terremoto di intensità 6 sulla scala Richter ha colpito l'Algeria causando la morte di oltre 2.200 persone. I feriti sono almeno diecimila, mentre migliaia di edifici sono crollati. L'epicentro del sisma è la regione di Zemmouri, 70 chilometri a est di Algeri:
2004 20 gennaio - 27 persone sono morte e altre 73 sono rimaste gravemente ferite a causa dell'esplosione che ha distrutto un impianto di gas liquido naturale a Skikda, 500 chilometri a est di Algeri. È la più grave catastrofe industriale dall'indipendenza dell'Algeria, nel 1962. Il complesso distrutto forniva il 23 per cento di tutto il gas liquido naturale prodotto in Algeria
2004 8 aprile – Elezioni presidenziali – vota 58,1% - Il presidente uscente Abdelaziz Bouteflika è stato rieletto con l'84,99%. Ali Benflis, ex primo ministro e leader del Fronte di liberazione nazionale, ha ottenuto solo il 6,42%. Degli altri quattro candidati solo l'islamista Abdallah Jaballah ha superato il due per cento (5%).
2004 21 aprile - Il segretario del Fronte di liberazione nazionale (Fln, ex partito unico) Ali Benflis si è dimesso. Le dimissioni di Benflis permettono a Bouteflika diriassumere il controllo dell'Fnl, il suo stesso partito.
2005 29 settembre – Approvato il piano di riconcialiazione (liberati anche i prigionieri dei gruppi islamici detenuti per il loro ruolo nella guerra civile).
2007 17 maggio – Elezioni legislative – vota 35,5%. Il FNL conquista 136 seggi, l'RND 61, l'MSP 52
2008 12 novembre – Il Parlamento approva emendamento che permette a Bouteflika di correre per il terzo mandato.