Oggi, 18 luglio 2010, Nelson Mandela compie 92 anni. Di questi anni 27 li ha trascorsi in carcere, nel suo Paese, per il semplice fatto di essere nato nero, in Africa. Mandela è un esempio per l'intera umanità, è simbolo della tenacia nella lotta, degli ideali che stanno sopra ogni cosa, del sacrificio per un'idea. E' anche la dimostrazione vivente della bontà della lotta e del successo. Il suo percorso, la sua caparbietà ha permesso di cambiare la storia del Sudafrica, dell'Africa e del Mondo.
Il 4 ottobre 1984, a New York, nel corso della 39° Assemblea Generale della Nazioni Unite (nel 1984 il Burkina Faso è membro di turno del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite), Sankara pronuncia un discorso forte che inizia in questo modo "...... vi porto i saluti fraterni di un paese di 274.000 km quadri dove sette milioni di bambini, donne e uomini si sono oramai rifiutati di morire di fame, di sete e di ignoranza....". Nel corso di quell'accorato discorso, Sankara, nel chiedere di intensificare la campagna per la liberazione di Nelson Mandela si esprime in modo molto duro contro il Sudafrica. " C'è una questione particolare di una tale gravità da richiedere a ognuno di noi una posizione franca e ferma. E', potete immaginarlo, il Sudafrica. Fra le preoccupazioni maggiori del mondo contemporaneo devono esservi il dispezzo incredibile che questo paese ha per tutte le nazioni del mondo, incluse quelle che sostengono il suo sistema terroristico mirato a liquidare fisicamente la maggioranza nera, e il disprezzo con cui accoglie tutte le risoluzioni dell'Assemblea Generale...... La cosa più deprecabile e umiliante per la coscienza umana è che sia divenuta una banalità la miseria di milioni di uomini che per difendersi non hanno altro che l'eroismo delle loro nude mani...... Un tempo si sarebbero formate brigate internazionali per difendere l'onore delle nazioni la cui dignità era minacciata. Oggi, malgrado le ferite che tutti abbiamo sopportato, votiamo risoluzioni il cui unico potere, ci si dice, è tentare di richiamare alla ragione quel paese di pirati che è capace di distruggere un sorriso come la grandine abbatte i fiori"
Il 4 ottobre 1984, a New York, nel corso della 39° Assemblea Generale della Nazioni Unite (nel 1984 il Burkina Faso è membro di turno del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite), Sankara pronuncia un discorso forte che inizia in questo modo "...... vi porto i saluti fraterni di un paese di 274.000 km quadri dove sette milioni di bambini, donne e uomini si sono oramai rifiutati di morire di fame, di sete e di ignoranza....". Nel corso di quell'accorato discorso, Sankara, nel chiedere di intensificare la campagna per la liberazione di Nelson Mandela si esprime in modo molto duro contro il Sudafrica. " C'è una questione particolare di una tale gravità da richiedere a ognuno di noi una posizione franca e ferma. E', potete immaginarlo, il Sudafrica. Fra le preoccupazioni maggiori del mondo contemporaneo devono esservi il dispezzo incredibile che questo paese ha per tutte le nazioni del mondo, incluse quelle che sostengono il suo sistema terroristico mirato a liquidare fisicamente la maggioranza nera, e il disprezzo con cui accoglie tutte le risoluzioni dell'Assemblea Generale...... La cosa più deprecabile e umiliante per la coscienza umana è che sia divenuta una banalità la miseria di milioni di uomini che per difendersi non hanno altro che l'eroismo delle loro nude mani...... Un tempo si sarebbero formate brigate internazionali per difendere l'onore delle nazioni la cui dignità era minacciata. Oggi, malgrado le ferite che tutti abbiamo sopportato, votiamo risoluzioni il cui unico potere, ci si dice, è tentare di richiamare alla ragione quel paese di pirati che è capace di distruggere un sorriso come la grandine abbatte i fiori"
Sankara in questo appello per il popolo sudafricano coglie la complessità della questione. L'impotenza della comunità internazionale e dall'altra la complicità di alcuni Paesi della stessa comunità, ma anche l'affievolirsi e lo spegnersi della coscienza umana a fronte di ingiustizie così marcate.
2 commenti:
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Gianfranco Della Valle, Sancara
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