L'UNESCO (United Nations Educational, Scientific and Cultural Organization) con una storica decisione del 16 novembre 1972, denominata Convenzione sul Patrimonio dell'Umanità, ha istituito quello che oggi è universalmente conosciuta come la lista dei Siti Patrimonio dell'Umanità (World Heritage List) con lo scopo di identificare, proteggere e salvaguardare l'eredità che la natura o l'uomo hanno lasciato all'intera umanità.
Sono patrimoni che per la loro unicità non possiamo permetterci di disperdere o danneggiare.
Sono patrimoni che per la loro unicità non possiamo permetterci di disperdere o danneggiare.
A seguito della 34° Assemblea del Comitato per i Siti Patrimonio dell'Umanità, svoltasi a Brasilia dal 25 luglio al 3 agosto 2010, la quale ha aggiunto nuovi 21 siti alla lista (15 culturali, 5 naturali e 1 misto), ad oggi sono 911 i siti considerati Patrimonio dell'Umanità (704 per criteri culturali, 180 per criteri naturali e 27 per criteri misti), presenti in 151 nazioni del mondo.
In testa a questa speciale classifica l'Italia (con 45 siti), la Spagna (41 siti), la Cina (41 siti), la Francia (36 siti), la Germania (33 siti), il Messico (31 siti) e l'India (29 siti).
Vedi aggiornamento 2011.
Sono 116 i siti Patrimonio dell'Umanità africani, distributi in 37 stati. Etiopia, Tunisia, Marocco e Sudafrica, con 8 siti ciascuno guidano questa classifica, seguiti da Algeria, Egitto e Tanzania con 7 siti.
Nella recente sezione, quella del 2010, non sono stati aggiunti nuovi siti africani. Al sito tanzaniano del Parco Nazionale di Ngorongoro, nella lista dal 1979 per il valore naturale, è stato riconosciuto anche il valore culturale (per la presenza di siti archiologici) e inserito tra i patrimoni misti (naturali e culturali).
Inoltre i siti della Foresta di Atisinanana (Madagascar) - a causa dell'illegale cattura dei lemuri ivi residenti -e delle Tombe dei Re di Buganda (in Uganda) - a causa dell'incendio che nel marzo 2010 ha danneggiato parte delle tombe del XIII sec. - sono stati classificati tra quelli in pericolo (una speciale lista dei Patromoni dell'Umanità che per varie ragioni risultano essere in pericolo e per cui gli stati sono chiamati ad intervenire).
I primi siti africani ad essere inseriti furono, nel 1978-1979:
- Chiese rupestri Lalibela (Etiopia) - 1978
- Parco Nazionale del Siemen (Etiopia) - 1978
- Isola di Goree (Senegal) - 1978
- La città archeologica di Abu Mena (Egitto)
- L'antica Tebe e la sua necropoli (Egitto)
- Il Cairo islamica (Egitto)
- Menfi e la sua necropoli - I campi delle piramidi da Giza a Dahshur (Egitto)
- I monumenti nubiani da Abu Simbel a Philae (Egitto)
- Fasil Ghebbi (Etiopia)
- Fortificazioni lungo la Costa d'Oro (Ghana)
- Parco Nazionale di Virunga (Rep. Dem. del Congo)
- Area del Parco Nazionale di Ngorongoro (Tanzania)
- Anfiteatro romano di El Jem (Tunisia)
- Medina di Tunisi (Tunisia)
- Sito di Cartagine (Tunisia)
Questi sono gli ultimi siti aggiunti nel 2013-2014:
1- Centro Storico di Agadez (Niger)
2- Mare di sabbia (Namibia)
3- Delta del fiume Okavango (Botswana) (2014)
Attraverso l'analisi dei singoli siti è possibile ricostruire una parte delle bellezze e delle singolarità naturali africane e di evidenziarne alcune ricchezze archeologiche e storiche non sempre conosciute e valorizzate.
Nella pagina Siti Patrimonio dell'Umanità UNESCO in Africa aggiornerò via via i siti che saranno trattati in questo blog.
In testa a questa speciale classifica l'Italia (con 45 siti), la Spagna (41 siti), la Cina (41 siti), la Francia (36 siti), la Germania (33 siti), il Messico (31 siti) e l'India (29 siti).
Vedi aggiornamento 2011.
Sono 116 i siti Patrimonio dell'Umanità africani, distributi in 37 stati. Etiopia, Tunisia, Marocco e Sudafrica, con 8 siti ciascuno guidano questa classifica, seguiti da Algeria, Egitto e Tanzania con 7 siti.
Nella recente sezione, quella del 2010, non sono stati aggiunti nuovi siti africani. Al sito tanzaniano del Parco Nazionale di Ngorongoro, nella lista dal 1979 per il valore naturale, è stato riconosciuto anche il valore culturale (per la presenza di siti archiologici) e inserito tra i patrimoni misti (naturali e culturali).
Inoltre i siti della Foresta di Atisinanana (Madagascar) - a causa dell'illegale cattura dei lemuri ivi residenti -e delle Tombe dei Re di Buganda (in Uganda) - a causa dell'incendio che nel marzo 2010 ha danneggiato parte delle tombe del XIII sec. - sono stati classificati tra quelli in pericolo (una speciale lista dei Patromoni dell'Umanità che per varie ragioni risultano essere in pericolo e per cui gli stati sono chiamati ad intervenire).
I primi siti africani ad essere inseriti furono, nel 1978-1979:
- Chiese rupestri Lalibela (Etiopia) - 1978
- Parco Nazionale del Siemen (Etiopia) - 1978
- Isola di Goree (Senegal) - 1978
- La città archeologica di Abu Mena (Egitto)
- L'antica Tebe e la sua necropoli (Egitto)
- Il Cairo islamica (Egitto)
- Menfi e la sua necropoli - I campi delle piramidi da Giza a Dahshur (Egitto)
- I monumenti nubiani da Abu Simbel a Philae (Egitto)
- Fasil Ghebbi (Etiopia)
- Fortificazioni lungo la Costa d'Oro (Ghana)
- Parco Nazionale di Virunga (Rep. Dem. del Congo)
- Area del Parco Nazionale di Ngorongoro (Tanzania)
- Anfiteatro romano di El Jem (Tunisia)
- Medina di Tunisi (Tunisia)
- Sito di Cartagine (Tunisia)
Questi sono gli ultimi siti aggiunti nel 2013-2014:
1- Centro Storico di Agadez (Niger)
2- Mare di sabbia (Namibia)
3- Delta del fiume Okavango (Botswana) (2014)
Attraverso l'analisi dei singoli siti è possibile ricostruire una parte delle bellezze e delle singolarità naturali africane e di evidenziarne alcune ricchezze archeologiche e storiche non sempre conosciute e valorizzate.
Nella pagina Siti Patrimonio dell'Umanità UNESCO in Africa aggiornerò via via i siti che saranno trattati in questo blog.