Stando al Rapporto sulla Malaria 2009 - pubblicato dall'OMS - nel 2008 vi sono stati (stima) 243 milioni di casi di malaria nel mondo, di cui l'85%, circa 208 milioni, in Africa sub-sahariana. I morti stimati sono stati 863 mila ( di cui, 767 mila in Africa), di questi - e questo è l'aspetto più drammatico - l'85% è costituito da bambini sotto i 5 anni.
La malaria (termine che deriva da mal-aria, aria malsana, conosciuta anche come paludismo) è una parassitosi causata da un protozoo del genere Plasmodium che viene contratta dall'uomo attraverso un vettore, la zanzara del genere Anopheles. Esistono 4 differenti tipi di Plasmodi: Falciparum, Vivax, Malariae e Ovale. Il Plasmodium Falciparum, responsabile di quella che viene chiamata "febbre terzana maligna" è la forma più pericolosa per l'uomo.
In definitiva l'uomo malato viene punto dalla zanzara, la quale ospitando il parassita, trasmette la malaria ad altri individui (in realtà sia nella zanzara che nell'uomo il Plasmodio compie un ciclo vitale di trasformazione).
La malaria, in Africa, colpisce e uccide soprattutto i bambini (85%). attraverso due modalità. La prima è una complicanza frequente e acuta della malattia denominata Malaria Cerebrale - una forma di encefalopatia diffusa acuta che necessita di immediato trattamento farmacologico (cosa alquanto complessa nella stragande maggioranza del territorio africano). La seconda modalità è più subdola. Frequenti infezioni malariche generano una forma di grave anemia che favorisce l'instaurarsi e le complicanze di altre patologie, come polmoniti e malnutrizione, soprattutto nei bambini.
Superata l'età infantile (circa dopo i 10 anni), si crea una sorta di immunità-resistenza alla malaria, che ne attenua le manifestazioni cliniche e la gravità (motivo per cui gli adulti, nelle zone endemiche, nonostante ne siano colpiti, muoiono molto meno). Cinicamente si potrebbe dire che vi è una sorta di selezione naturale - chi resiste sopravvive.
La malaria si previene e si cura con farmaci quali il chinino, la clorochina, meflochina (lariam), proguanil, primachina e artemisina. In molti Paesi si è creata una sorta di resistenza ai farmaci (in primis, alla clorochina) che rendono la profilassi e la cura più complesse.
Nonostante gli impegni (certo non sempre mantenuti) della comunità medica e degli organismi internazionali, un vaccino per la malaria non esiste. Vi sono certamente dei complessi motivi legati al ciclo malarico, ma anche il fatto che, purtroppo, il "mondo ricco" ha debellato , da decenni, la malaria. Il nuovo obbiettivo dell'OMS (che ha recentemente lanciato un appello ai governi) è il 2025, ma prima era stato il 2012 e prima ancora il 2000. Insomma la strada è lunga.
Sulla malaria si può consultare il sito dell'OMS sul Global Malaria Program. Oppure consultare il Report dell'UNICEF sul "World Malaria Day 2010 -Africa Update".
Nel 2009 sono stati spesi 1,8 miliardi di dollari per la lotta alla malaria (secondo gli esperti la cifra necessaria sarabbe 6 miliardi di dollari/anno).
La Gambia, dove ho vissuto dal 1992 al 1994, è un paese che si presta molto agli studi sulla malaria. E' presente il Plasmodium Falciparum e, almeno fino al 1999, non era praticamente descritta forma di resistenza alla clorochina. Inoltre è uno stato di piccole dimensioni (quindi facilmente "mappabile") ed è presente la sede di uno degli istituti di ricerca più importanti del mondo, l'inglese Medical Reserch Council - MRC. Nel 1993 la Gambia, attraverso l'MRC, fu protagonista di uno dei due studi al mondo (l'altro credo fosse in Kenya) su un vaccino anti-malarico sintetizzato da un'industria farmaceutica colombiana. Per la cronaca il vaccino non diede i risultati sperati ed ancora oggi nel mondo non esiste una vaccinazione per la malaria.
All'epoca nel paese vi era un gran fermento di studi sulla malaria.
Gli entomologi allevavano le zanzare, poi le coloravano con colori fluorescenti e le liberavano. Ricordo ancora le battute notturne tra la foresta pluviale con le torce alla ricerca di zanzare rosse, verdi e gialle! Lo scopo era ovviamente serio, capire lo spostamento delle zanzare al fine di valutare il raggio di azione della trasmissione della malattia.
Vi erano poi i programmi per diffondere l'uso delle zanzariere impregnate di insetticida (in realtà l'uso delle zanzariere continua ad essere una delle forme più efficaci di prevenzione della malaria).
La clorochina giungeva a fiumi nel paese (in confezioni da 1000 compresse , in barattoli bianchi con l'indicazione del solo principio farmacologico, in piena conformità al programma "Essential Drugs" lanciato dall'OMS nel 1977 e adotatto nella "Dichiarazione di Alma Ata"del 1978 sui principi della Primary Health Care) trasportate dalla capitale alla periferia (noi eravamo a Bansang) su camion oramai antichi anche per l'Africa. Da Bansang - così come da altri centri "maggiori" - attraverso le "trakking station" la clorochina veniva distribuita in quasi ogni villaggio. Lo scopo era quello di iniziare il trattamento quanto più precocemente possibile. Nonostante i notevoli sforzi, a partire dall'inizio della stagione delle piogge (aprile-maggio), il numero dei casi di malaria cresceva a dismisura, raggiungendo il suo picco nei mesi di luglio-agosto e scemando lentamente fino all'inizio della stagione secca (novembre-dicembre).
I letti nel reparto di pediatria dell'ospedale regionale di Bansang non erano più sufficienti: si passava a due bambini per letto, poi a tre e infine a quattro bimbi per letto.
Oltre 200 bambini, quasi tutti sotto i 5 anni, alla fine della stagione malarica, non facevano ritorno a casa. Una strage che ancora continua.
In definitiva l'uomo malato viene punto dalla zanzara, la quale ospitando il parassita, trasmette la malaria ad altri individui (in realtà sia nella zanzara che nell'uomo il Plasmodio compie un ciclo vitale di trasformazione).
La malaria, in Africa, colpisce e uccide soprattutto i bambini (85%). attraverso due modalità. La prima è una complicanza frequente e acuta della malattia denominata Malaria Cerebrale - una forma di encefalopatia diffusa acuta che necessita di immediato trattamento farmacologico (cosa alquanto complessa nella stragande maggioranza del territorio africano). La seconda modalità è più subdola. Frequenti infezioni malariche generano una forma di grave anemia che favorisce l'instaurarsi e le complicanze di altre patologie, come polmoniti e malnutrizione, soprattutto nei bambini.
Superata l'età infantile (circa dopo i 10 anni), si crea una sorta di immunità-resistenza alla malaria, che ne attenua le manifestazioni cliniche e la gravità (motivo per cui gli adulti, nelle zone endemiche, nonostante ne siano colpiti, muoiono molto meno). Cinicamente si potrebbe dire che vi è una sorta di selezione naturale - chi resiste sopravvive.
La malaria si previene e si cura con farmaci quali il chinino, la clorochina, meflochina (lariam), proguanil, primachina e artemisina. In molti Paesi si è creata una sorta di resistenza ai farmaci (in primis, alla clorochina) che rendono la profilassi e la cura più complesse.
Nonostante gli impegni (certo non sempre mantenuti) della comunità medica e degli organismi internazionali, un vaccino per la malaria non esiste. Vi sono certamente dei complessi motivi legati al ciclo malarico, ma anche il fatto che, purtroppo, il "mondo ricco" ha debellato , da decenni, la malaria. Il nuovo obbiettivo dell'OMS (che ha recentemente lanciato un appello ai governi) è il 2025, ma prima era stato il 2012 e prima ancora il 2000. Insomma la strada è lunga.
Sulla malaria si può consultare il sito dell'OMS sul Global Malaria Program. Oppure consultare il Report dell'UNICEF sul "World Malaria Day 2010 -Africa Update".
Nel 2009 sono stati spesi 1,8 miliardi di dollari per la lotta alla malaria (secondo gli esperti la cifra necessaria sarabbe 6 miliardi di dollari/anno).
La Gambia, dove ho vissuto dal 1992 al 1994, è un paese che si presta molto agli studi sulla malaria. E' presente il Plasmodium Falciparum e, almeno fino al 1999, non era praticamente descritta forma di resistenza alla clorochina. Inoltre è uno stato di piccole dimensioni (quindi facilmente "mappabile") ed è presente la sede di uno degli istituti di ricerca più importanti del mondo, l'inglese Medical Reserch Council - MRC. Nel 1993 la Gambia, attraverso l'MRC, fu protagonista di uno dei due studi al mondo (l'altro credo fosse in Kenya) su un vaccino anti-malarico sintetizzato da un'industria farmaceutica colombiana. Per la cronaca il vaccino non diede i risultati sperati ed ancora oggi nel mondo non esiste una vaccinazione per la malaria.
All'epoca nel paese vi era un gran fermento di studi sulla malaria.
Gli entomologi allevavano le zanzare, poi le coloravano con colori fluorescenti e le liberavano. Ricordo ancora le battute notturne tra la foresta pluviale con le torce alla ricerca di zanzare rosse, verdi e gialle! Lo scopo era ovviamente serio, capire lo spostamento delle zanzare al fine di valutare il raggio di azione della trasmissione della malattia.
Vi erano poi i programmi per diffondere l'uso delle zanzariere impregnate di insetticida (in realtà l'uso delle zanzariere continua ad essere una delle forme più efficaci di prevenzione della malaria).
La clorochina giungeva a fiumi nel paese (in confezioni da 1000 compresse , in barattoli bianchi con l'indicazione del solo principio farmacologico, in piena conformità al programma "Essential Drugs" lanciato dall'OMS nel 1977 e adotatto nella "Dichiarazione di Alma Ata"del 1978 sui principi della Primary Health Care) trasportate dalla capitale alla periferia (noi eravamo a Bansang) su camion oramai antichi anche per l'Africa. Da Bansang - così come da altri centri "maggiori" - attraverso le "trakking station" la clorochina veniva distribuita in quasi ogni villaggio. Lo scopo era quello di iniziare il trattamento quanto più precocemente possibile. Nonostante i notevoli sforzi, a partire dall'inizio della stagione delle piogge (aprile-maggio), il numero dei casi di malaria cresceva a dismisura, raggiungendo il suo picco nei mesi di luglio-agosto e scemando lentamente fino all'inizio della stagione secca (novembre-dicembre).
I letti nel reparto di pediatria dell'ospedale regionale di Bansang non erano più sufficienti: si passava a due bambini per letto, poi a tre e infine a quattro bimbi per letto.
Oltre 200 bambini, quasi tutti sotto i 5 anni, alla fine della stagione malarica, non facevano ritorno a casa. Una strage che ancora continua.
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