L'area del Parco Nazionale di Ngorongoro è stato il primo sito Patrimonio dell'Umanità della Tanzania ad essere inserito nella lista nel 1979 per criteri naturali.
Si tratta della più larga, inattiva ed intatta caldera vulcanica al mondo. Ha un diametro di circa 16 km, per una superficie complessiva di circa 265 km quadrati ed è posto a 2200 metri slm. Al suo interno vivono oltre 25 mila animali, tra cui rinoceronti neri, leoni, elefanti, zebre, gnu, ippopotami, buffali e svariati tipi di gazzelle.
Inoltre, durante l'estate, passano per la sua pianure, oltre 2 milioni di animali - per lo più gazzelle, zebre e gnu - che migrano nel parco di Sarangeti (vedi post).
Al centro della pianura del cratere vi è un lago perenne, la cui grandezza è condizionata dalle piogge.
Nell'area del sito è compreso anche il lago di Empakaai, il vulcano attivo di Oldonyo Lenga e le gole di Oldupai e Laetoli, dove sono stati scoperti impronte dell'Homo habilis (3,5 milioni di anni) e fossili animali dell'età della pietra. Per questa ragione, la 34° sessione del Comitato dei Siti Patrimonio dell'Umanità del 2010, ha deciso di estendere i criteri culturali al sito di Ngorongoro.
Il cratere di Ngorongoro è stato terreno di insediamento dei Masai fin dal 1840. Nel 1928 fu proibita la caccia nell'area (prima vi era stato, in epoca coloniale, un vero e propio saccheggio).
Nel 1929 fu istituita la riserva di Sarangeti che nel 1951 diventerà parco nazionale includendo anche l'area di Ngorongoro. Nel 1959 con l'Ordinanaza 413 si rende compatibile ("multiple land use") la presenza dei Masai nell'area (nel 1966 vi abitavano 8700 Masai). Nel 1967 pochi anni dopo l'indipendenza della Tanzania, il primo ministro Julius Nyerere con la Dichiarazione di Arusha lanciò il massimo supporto alla preservazione delle aree naturali. Nel 1975 una nuova ordinanada proibisce la coltivazione nel cratere (già dal 1974 nessun Masai viveva nel cratere) mentre resta attiva la pastoria. Nel 1979 l'area di Ngorongoro diventa patrimonio dell'Umanità per criteri naturali (nel 2010 esteso a criteri culturali). Nel 1981 l'area Serengeti-Ngorongoro diventa Riserva della Biosfera UNESCO.
Dal 1984 al 1989, a causa dei conflitti tra i Masai e e le guardie del parco, il sito fu posto nella lista dei "Siti in pericolo". Alla fine fu trovato un accordo e le popolazioni Masai continuano a pascolare nel cratere e a vivere nell'intera area del Parco di Ngorongoro.
L'area è amministrata dalla Ngorongoro Conservation Area Authority (NCAA).
Inoltre, durante l'estate, passano per la sua pianure, oltre 2 milioni di animali - per lo più gazzelle, zebre e gnu - che migrano nel parco di Sarangeti (vedi post).
Al centro della pianura del cratere vi è un lago perenne, la cui grandezza è condizionata dalle piogge.
Nell'area del sito è compreso anche il lago di Empakaai, il vulcano attivo di Oldonyo Lenga e le gole di Oldupai e Laetoli, dove sono stati scoperti impronte dell'Homo habilis (3,5 milioni di anni) e fossili animali dell'età della pietra. Per questa ragione, la 34° sessione del Comitato dei Siti Patrimonio dell'Umanità del 2010, ha deciso di estendere i criteri culturali al sito di Ngorongoro.
Il cratere di Ngorongoro è stato terreno di insediamento dei Masai fin dal 1840. Nel 1928 fu proibita la caccia nell'area (prima vi era stato, in epoca coloniale, un vero e propio saccheggio).
Nel 1929 fu istituita la riserva di Sarangeti che nel 1951 diventerà parco nazionale includendo anche l'area di Ngorongoro. Nel 1959 con l'Ordinanaza 413 si rende compatibile ("multiple land use") la presenza dei Masai nell'area (nel 1966 vi abitavano 8700 Masai). Nel 1967 pochi anni dopo l'indipendenza della Tanzania, il primo ministro Julius Nyerere con la Dichiarazione di Arusha lanciò il massimo supporto alla preservazione delle aree naturali. Nel 1975 una nuova ordinanada proibisce la coltivazione nel cratere (già dal 1974 nessun Masai viveva nel cratere) mentre resta attiva la pastoria. Nel 1979 l'area di Ngorongoro diventa patrimonio dell'Umanità per criteri naturali (nel 2010 esteso a criteri culturali). Nel 1981 l'area Serengeti-Ngorongoro diventa Riserva della Biosfera UNESCO.
Dal 1984 al 1989, a causa dei conflitti tra i Masai e e le guardie del parco, il sito fu posto nella lista dei "Siti in pericolo". Alla fine fu trovato un accordo e le popolazioni Masai continuano a pascolare nel cratere e a vivere nell'intera area del Parco di Ngorongoro.
L'area è amministrata dalla Ngorongoro Conservation Area Authority (NCAA).
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