
Padre di un socialismo africano nazionale, non legato ai movimenti panafricani e rivoluzionari, già nel 1966 ebbe contrasti interni al suo partito con l'uscita di Jaramogi Oginga Odinga (padre dell'attuale primo ministro) e con la nascita del partito KPU (Kenya People's Union).
Le tensioni di allora sono ancora oggi attuali - e sono culminate nel gennaio-febbraio 2008 - con lo scoppio di tumulti, a seguito delle accuse reciproche di brogli elettorali tra l'attuale Presidente Mwai Kibaki e il primo ministro (carica istituita per sancire un accordo di pace) Raila Odinga, che hanno lasciato per le strade oltre 1300 morti.
I voto di oggi, con la nuova Costutizione che equilibria i poteri, limiti gli enormi poteri del Presidente , rafforza i governi locali e trasforma il sistema elettorale in senso più proporzionale, è il naturale proseguimento del processo iniziato dopo i fatti del 2008.
Per seguire l'andamento del referendum: il sito di Internazionale
Il sito di AfricaNews
Oppure un ottimo approfondimento in inglese sul sito di Al Jazeera
5.8.2010 - Aggiornamento
La nuova costituzione è stata approvata, i dati non ancora definitivi, dicono che hanno votato per il sì il 67% ( oltre 4 milioni di elettori) e per il no il 33% ( oltre 2 milioni di elettori).
Un ulteriore approfondimento nel blog Africa exPress di Massimo Alberizzi (Corriere).
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