Dalle prime luci dell'alba di oggi, 4 agosto 2010, la gente è in coda davanti ai seggi in Kenya. Si vota per la nuova Costituzione. Fin dall'indipendenza, ottenuta il 12 dicembre 1963 (il Kenya era un colonia britannica) il sistema elettorale ha premiato un solo partito di maggioranza. A guidare la lotta indipendentista fu Yomo Kenyatta, leader del partito KANU (Kenian African National Union). Kenyatta guiderà il Paese dal 1963 e fino alla sua morte avvenuta il 22 agosto 1978.
Padre di un socialismo africano nazionale, non legato ai movimenti panafricani e rivoluzionari, già nel 1966 ebbe contrasti interni al suo partito con l'uscita di Jaramogi Oginga Odinga (padre dell'attuale primo ministro) e con la nascita del partito KPU (Kenya People's Union).
Le tensioni di allora sono ancora oggi attuali - e sono culminate nel gennaio-febbraio 2008 - con lo scoppio di tumulti, a seguito delle accuse reciproche di brogli elettorali tra l'attuale Presidente Mwai Kibaki e il primo ministro (carica istituita per sancire un accordo di pace) Raila Odinga, che hanno lasciato per le strade oltre 1300 morti.
I voto di oggi, con la nuova Costutizione che equilibria i poteri, limiti gli enormi poteri del Presidente , rafforza i governi locali e trasforma il sistema elettorale in senso più proporzionale, è il naturale proseguimento del processo iniziato dopo i fatti del 2008.
Per seguire l'andamento del referendum: il sito di Internazionale
Il sito di AfricaNews
Oppure un ottimo approfondimento in inglese sul sito di Al Jazeera
5.8.2010 - Aggiornamento
La nuova costituzione è stata approvata, i dati non ancora definitivi, dicono che hanno votato per il sì il 67% ( oltre 4 milioni di elettori) e per il no il 33% ( oltre 2 milioni di elettori).
Un ulteriore approfondimento nel blog Africa exPress di Massimo Alberizzi (Corriere).
Padre di un socialismo africano nazionale, non legato ai movimenti panafricani e rivoluzionari, già nel 1966 ebbe contrasti interni al suo partito con l'uscita di Jaramogi Oginga Odinga (padre dell'attuale primo ministro) e con la nascita del partito KPU (Kenya People's Union).
Le tensioni di allora sono ancora oggi attuali - e sono culminate nel gennaio-febbraio 2008 - con lo scoppio di tumulti, a seguito delle accuse reciproche di brogli elettorali tra l'attuale Presidente Mwai Kibaki e il primo ministro (carica istituita per sancire un accordo di pace) Raila Odinga, che hanno lasciato per le strade oltre 1300 morti.
I voto di oggi, con la nuova Costutizione che equilibria i poteri, limiti gli enormi poteri del Presidente , rafforza i governi locali e trasforma il sistema elettorale in senso più proporzionale, è il naturale proseguimento del processo iniziato dopo i fatti del 2008.
Per seguire l'andamento del referendum: il sito di Internazionale
Il sito di AfricaNews
Oppure un ottimo approfondimento in inglese sul sito di Al Jazeera
5.8.2010 - Aggiornamento
La nuova costituzione è stata approvata, i dati non ancora definitivi, dicono che hanno votato per il sì il 67% ( oltre 4 milioni di elettori) e per il no il 33% ( oltre 2 milioni di elettori).
Un ulteriore approfondimento nel blog Africa exPress di Massimo Alberizzi (Corriere).
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