lunedì 30 agosto 2010

Patrimoni dell'Umanità UNESCO dell'Africa

L'UNESCO (United Nations Educational, Scientific and Cultural Organization) con una storica decisione del 16 novembre 1972, denominata Convenzione sul Patrimonio dell'Umanità, ha istituito quello che oggi è universalmente conosciuta come la lista dei Siti Patrimonio dell'Umanità (World Heritage List) con lo scopo di identificare, proteggere e salvaguardare l'eredità che la natura o l'uomo hanno lasciato all'intera umanità.
Sono patrimoni che per la loro unicità non possiamo permetterci di disperdere o danneggiare.
A seguito della 34° Assemblea del Comitato per i Siti Patrimonio dell'Umanità, svoltasi a Brasilia dal 25 luglio al 3 agosto 2010, la quale ha aggiunto nuovi 21 siti alla lista (15 culturali, 5 naturali e 1 misto), ad oggi sono 911 i siti considerati Patrimonio dell'Umanità (704 per criteri culturali, 180 per criteri naturali e 27 per criteri misti), presenti in 151 nazioni del mondo.
In testa a questa speciale classifica l'Italia (con 45 siti), la Spagna (41 siti), la Cina (41 siti), la Francia (36 siti), la Germania (33 siti), il Messico (31 siti) e l'India (29 siti).

Vedi aggiornamento 2011.

Sono 116 i siti Patrimonio dell'Umanità africani, distributi in 37 stati. Etiopia, Tunisia, Marocco e Sudafrica, con 8 siti ciascuno guidano questa classifica, seguiti da Algeria, Egitto e Tanzania con 7 siti.
Nella recente sezione, quella del 2010, non sono stati aggiunti nuovi siti africani. Al sito tanzaniano del Parco Nazionale di Ngorongoro, nella lista dal 1979 per il valore naturale, è stato riconosciuto anche il valore culturale (per la presenza di siti archiologici) e inserito tra i patrimoni misti (naturali e culturali).
Inoltre i siti della Foresta di Atisinanana (Madagascar) - a causa dell'illegale cattura dei lemuri ivi residenti -e delle Tombe dei Re di Buganda (in Uganda) - a causa dell'incendio che nel marzo 2010 ha danneggiato parte delle tombe del XIII sec. - sono stati classificati tra quelli in pericolo (una speciale lista dei Patromoni dell'Umanità che per varie ragioni risultano essere in pericolo e per cui gli stati sono chiamati ad intervenire).

I primi siti africani ad essere inseriti furono, nel 1978-1979:
- Chiese rupestri Lalibela (Etiopia) - 1978
- Parco Nazionale del Siemen (Etiopia) - 1978
- Isola di Goree (Senegal) - 1978
- La città archeologica di Abu Mena (Egitto)
- L'antica Tebe e la sua necropoli (Egitto)
- Il Cairo islamica (Egitto)
- Menfi e la sua necropoli - I campi delle piramidi da Giza a Dahshur (Egitto)
- I monumenti nubiani da Abu Simbel a Philae (Egitto)
- Fasil Ghebbi (Etiopia)
- Fortificazioni lungo la Costa d'Oro (Ghana)
- Parco Nazionale di Virunga (Rep. Dem. del Congo)
- Area del Parco Nazionale di Ngorongoro (Tanzania)
- Anfiteatro romano di El Jem (Tunisia)
- Medina di Tunisi (Tunisia)
- Sito di Cartagine (Tunisia)

Questi sono gli ultimi siti aggiunti nel 2013-2014:

1- Centro Storico di Agadez (Niger)
2- Mare di sabbia (Namibia)
3- Delta del fiume Okavango (Botswana) (2014)


Attraverso l'analisi dei singoli siti è possibile ricostruire una parte delle bellezze e delle singolarità naturali africane e di evidenziarne alcune ricchezze archeologiche e storiche non sempre conosciute e valorizzate.

Nella pagina Siti Patrimonio dell'Umanità UNESCO in Africa aggiornerò via via i siti che saranno trattati in questo blog.


2 commenti:

Antonio ha detto...

Tutta l'Africa è bella e stupenda nella sua natura e nei sui paesaggi, nonchè nella sua miscellanea di lingue, usi e costumi, ma, disgraziatamente, "la civiltà" ancora oggi continua ad impoverirla ed a sfruttarla ignorando tutti i problemi ddei suoi grandi popoli. Wuanaume wote duniani lazima wasaidiane!Jambo. Antonio.

Gianfranco Della Valle ha detto...

Hai perfettamente ragione. In fin dei conti il senso del parlare dell'Africa è proprio questo: conoscerne i problemi, che spesso hanno origini poco "africane". Jambo e grazie
Gianfranco

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