La battaglia di Algeri è l'opera più nota , uscita nel 1966, del regista toscano Gillo Pontecorvo, da un soggetto dello stesso Pontecorvo e di Franco Solinas.
Un film neorealista, in bianco e nero, asciutto e con uno stile quasi documentarista, che drammatizza una delle lotte anti-coloniali più sanguinose del XX secolo: la ribellione algerina, iniziata nel 1954 e conclusa nel 1962 contro il dominio coloniale francese.
In realtà il film si concentra su quella che è conosciuta come la battaglia di Algeri, durante il periodo 1954-1957. Due i protagonisti principali: Ali La Pointe, interpretato da Brahim Haggiag (attore analfabeta che non era mai stato al cinema prima di essere scelto per la parte, membro del Fronte Nazionale di Liberazione (FNL) e il comandante dei parà, il francese Colonnello Mathieu - interpretato da Jean Martin, unico attore professionista del cast, bandito dalla Francia per il suo sostegno alla lotta algerina.
Il film, Leone d'Oro a Venezia nel 1996, nominato per tre Oscar, venne proibito in Francia e Gran Bretagna fino al 1971, In Francia gli ex-coloni algerini e i membri dell'OAS (Organizzazione dell'Armata Segreta-organizzazione clandestina nata nel 1961, e composta da militari francesi favorevoli al mantenimento della colonia) si opposero violentemente al film.
Nel 1972 anche in Italia, a Roma, vi fu un episodio di intolleranza di una banda di fascisti che attaccarono il pubblico durante una proiezione, ferendo uno spettatore.
Un film neorealista, in bianco e nero, asciutto e con uno stile quasi documentarista, che drammatizza una delle lotte anti-coloniali più sanguinose del XX secolo: la ribellione algerina, iniziata nel 1954 e conclusa nel 1962 contro il dominio coloniale francese.
In realtà il film si concentra su quella che è conosciuta come la battaglia di Algeri, durante il periodo 1954-1957. Due i protagonisti principali: Ali La Pointe, interpretato da Brahim Haggiag (attore analfabeta che non era mai stato al cinema prima di essere scelto per la parte, membro del Fronte Nazionale di Liberazione (FNL) e il comandante dei parà, il francese Colonnello Mathieu - interpretato da Jean Martin, unico attore professionista del cast, bandito dalla Francia per il suo sostegno alla lotta algerina.
Il film, Leone d'Oro a Venezia nel 1996, nominato per tre Oscar, venne proibito in Francia e Gran Bretagna fino al 1971, In Francia gli ex-coloni algerini e i membri dell'OAS (Organizzazione dell'Armata Segreta-organizzazione clandestina nata nel 1961, e composta da militari francesi favorevoli al mantenimento della colonia) si opposero violentemente al film.
Nel 1972 anche in Italia, a Roma, vi fu un episodio di intolleranza di una banda di fascisti che attaccarono il pubblico durante una proiezione, ferendo uno spettatore.
Un film impegnato, che nonostante alcuni limiti politici - come il non mostrare le fazioni avverse interne al FNL (che saranno poi fondamentali nel post-indipendenza), o non evidenziare l'effetto che la resistenza algerina ebbe sulle masse lavoratrici francesi (scioperi e proteste contro De Gaulle) o trascurare l'opposizione dei soldati di leva francese - rappresenta molto bene la lotta al colonialismo e il diritto legittimo a resistere all'occupazione.
In un passaggio un leader del FNL, parlando con La Pointe, avverte il giovane " che la lotta rivooluzionaria è ardua, ma vincere è il più difficile di tutti. E, solo dopo che abbiamo vinto iniziano le vere difficoltà".
In un passaggio un leader del FNL, parlando con La Pointe, avverte il giovane " che la lotta rivooluzionaria è ardua, ma vincere è il più difficile di tutti. E, solo dopo che abbiamo vinto iniziano le vere difficoltà".
L'Algeria, alla fine della lunga guerra di liberazione, durata dal 1954 al 1962, diventa indipendente il 5 luglio 1962. Ufficialmente morirono circa 200 mila persone, secondo altri dati si arrivò a sfiorare il milione. Subito a seguito dell'indipendenza scoppiarono dei conflitti in seno ai leader del FNL, che nonostante la nuova Costituzione del 1963 e il 3° Congresso del FNL dell'aprile 1964, portarono, il 19 luglio 1965 al colpo di stato di Houari Boumediane, che resterà alla guida del paese fino alla sua morte nel 1978.
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