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martedì 28 settembre 2010

Donne in Parlamento, il Ruanda al primo posto nel mondo

Per la prima volta nel mondo un Parlamento eletto è composto in maggioranza da donne. Si tratta del Parlamento del Ruanda, eletto recentemente (i risultati sono stati pubblicati il 18 settembre scorso), in cui 44 donne (54,9%) siedono in un Parlamento di 80 eletti. E' un fatto straordinario che avviene in uno dei paesi più martoriati dell'ultimo ventennio (e forse anche in questo, stando agli analisti, risiede questo risultato).
Il Ruanda supera la Svezia che ha il 46,5% (162) di rappresentanza femminile, il Sudafrica 44,5% (178), Cuba 43,5% (265) , l'Islanda 42,9% (27), l'Olanda 42% (63) e la Finlandia 40% (80).
La presenza delle donne nei Parlamenti del mondo rappresenta uno degli obiettivi di sviluppo del millennio ( ovvero per il 2015 è portare al 50% le donne nei parlamenti).
Purtroppo, salvo l'esperienza del Ruanda e qualche altro isolato caso, l'obiettivo del millennio è lontano in gran parte del resto del mondo, anche in quello ricco.

Se in alcuni stati le donne non sono assolutamente rappresentate (è il caso dell'Arabia Saudita, dell'Oman, del Belize, delle Isole Solomone e altri piccoli stati dell'Oceania), il altri la percentuale è ridicola: in Yemen lo 0,3% (1), in Egitto l'1,8% (8), in Iran il 2,8% (8), in Libano il 3,1% (4), in Mongolia il 3,9% (3), ad Haiti il 4,1% (4), in Georgia il 5,1% (7) e in Ciad il 5,2% (8).

Non sono nemmeno entusiasmanti i dati dei grandi paesi del mondo: il Brasile 8,8% (45), l'India 10,8% (59), il Giappone 11,3% (54), la Russia 14% (63), gli Stati Uniti 16,8% (73), la Francia 18,9% (109), la Gran Bretagna 19, 5 (126), l'Italia 21,3% (134) e la Cina 21,3% (637).
Meglio, tra i paesi che contano nel mondo, la Spagna 36,6% (128), la Germania 32,8% (204)

In Africa, con più alta percentuale di donne in Parlamento, dopo il Ruanda e il Sudafrica, troviamo il Mozambico 39,2% (98), l'Angola 38,6% (85), l'Uganda 31,5 (102) , il Burundi 31,4 (37) e la Tanzania 30,7% (99).
Vi è una singolare relazione tra l'alta percentuale di donne nei Parlamenti e momenti vissuti di forti crisi (in qualche modo superati) nei paesi (Ruanda, Sudafrica, Mozambico, Angola, Burundi) quasi a dire che una volta che gli uomini hanno fallito nel compito di governare sono le donne a prendere il controllo della situazione.
Ad una relativa forte presenza in Parlamento delle donne non corrisponde, in Africa, una reale gestione del potere di governo (vedi post sul potere delle donne africane). Ad oggi in tutto il continenete africano solo la Liberia è guidata da un presidente donna. Thomas Sankara aveva, forse per primo, intuito la potenzialità delle donne africane (vedi post) e la necessità di affidarle la gestione degli stati.

Vale la pena sottolineare i dati negativi africani nei parlamenti di Egitto 1,8% (8), del Ciad 5,2% (8), della Somalia 6,9% (37), della Nigeria 7% (25), del Congo 7,3% (10), dell'Algeria 7,7% (30) e della Libia 7,7% (36).

Al 2015 mancano solo 5 anni, è la strada da percorrere è ancora lunga e difficile.



11 commenti:

Anonimo ha detto...

http://www.riflessioni.it/forum/cultura-e-societa/13073-femminismo.html

Anonimo ha detto...

http://www.riflessioni.it/forum/cultura-e-societa/12022-cose-veramente-il-maschilismo-24.html

Anonimo ha detto...

Tratto da: IL MITO DEL POTERE MASCHILE, di Warren Farrell.

Come uomini abilissimi liberarono le donne, dimenticando di liberare se stessi

Abigail, una tipica donna della fine dell'Ottocento, ebbe otto figli. Due volte rischiò di morire di parto. Quando l'ultimo dei suoi figli se ne andò di casa, lei era già morta.
Cindy, una tipica donna degli Anni Novanta, rimase nubile fino a 25 anni. Dopo il matrimonio, ebbe due figli. Quando l'ultimo se ne andò di casa, le rimaneva ancora da vivere un quarto di secolo.
Abigail non sentì mai parlare del frigorifero. Cindy poteva tirarne fuori un pasto completo. L'intera giornata di Abigail era occupata dalla spesa e dalla preparazione del cibo per la sua famiglia di dieci persone.

Anonimo ha detto...

Cindy spesso comprava pietanze già pronte, le metteva nel forno a microonde e venti minuti dopo stava già pranzando. (Spesso scherzava: «Io non preparo la cena: me la mangio».) C'erano sere in cui lei e suo marito Jeremy portavano i ragazzi da McDonald's, o si facevano portare a casa la pizza, oppure Jeremy preparava un bel barbecue o «il piatto preferito di Cindy - su richiesta». Comunque, sia Cindy sia Jeremy dovettero affrontare problemi che non sfiorarono mai Abigail (per esempio, fare l'autista, mantenere i figli all'università).
Abigail andava a fare la spesa sul carretto o a piedi. Cindy o Jeremy andavano a fare la spesa in macchina, o la ordinavano per telefono. Abigail trovava i negozi aperti dalle nove del mattino alle cinque del pomeriggio, e se dimenticava qualcosa non c'era modo di rimediare. Cindy o Jeremy trovano dei negozi aperti 24 ore su 24.

Anonimo ha detto...

Abigail doveva lavare i piatti dopo ogni pasto. Cindy metteva i piatti nella lavastoviglie, e a volte neppure li toccava, perché se ne occupavano Jeremy o il figlio maggiore» Per lavare i panni Abigail doveva pompare l'acqua, accendere il fuoco per scaldarla e poi usare le mani per strofinare gli indumenti. Se pioveva o nevicava, appendeva i panni in tutti gli angoli della casa. Cindy sceglieva il lavaggio adatto e metteva in moto la lavatrice. E spesso non toccava neppure i panni, perché a riempire la lavatrice ci pensavano Jeremy o il figlio maggiore.
Abigail cuciva con le mani callose in una casa fredda, a lume di candela. Cindy e Jeremy acquistavano dallo stockista abiti perfetti. Abigail impiegava due giorni per cucire una camicia per il figlio. A Cindy o Jeremy bastavano venti minuti per scegliere le camicie per i due figli.

Anonimo ha detto...

Su Abigail si riversavano le necessità di otto figli. Cindy aveva due figli le cui necessità si riversavano in parte sulla televisione. E Cindy aveva un'altra cosa ancora: un marito che sapeva come essere amorevole e come mantenere la disciplina.
Nel 1990 Cindy si poteva ancora permettere di scegliere di fare il pane in casa o cucire una camicia a mano - ma era una scelta e non un obbligo. Capitava di tanto in tanto, non giorno dopo giorno; faceva parte della sua vita adulta ma non costituiva il 100 per cento della sua vita adulta.
Cindy subiva pressioni che non avevano mai sfiorato Abigail? Sicuramente. Ma le nuove pressioni raramente si aggiungevano: semplicemente sostituivano un antico fardello. Se si aggiungessero, la vita media delle donne non sarebbe aumentata di quasi il 50 per cento dal 1920 ai giorni nostri.

Anonimo ha detto...

Ma allora perché la speranza di vita alla nascita era di un anno di meno per gli uomini nel 1920 e di sette anni di meno rispetto alle donne attualmente? Perché le prestazioni degli uomini - inventare, produrre, vendere, distribuire - hanno salvato le donne, mentre nessuno ha salvato gli uomini dalla pressione del dover fare. Da macchina per fare figli, macchina per preparare da mangiare, macchina per le pulizie, lei è diventata una persona che ha tempo per l'amore. Da macchina per prestazioni varie nei pressi di casa lui è diventato una macchina per prestazioni varie lontano da casa. E con meno tempo per l'amore.
Gli uomini sono riusciti a creare case e giardini più belli per le mogli invece che miniere di carbone e cantieri edili più sicuri per se stessi. Ben pochi hanno rilevato il fatto che solamente degli uomini sono morti a migliaia costruendo attraverso le montagne strade per le automobili e ferrovie per i treni che permettevano al resto della civiltà di essere servito al vagone-ristorante.
La lontananza del posto di lavoro separava l'uomo dalle persone amate, togliendo alla sua vita significato... e creando ogni giorno piccoli lutti. E se riusciva a fare tutto, diventava una macchina; se falliva, si sentiva umiliato e sminuito.

Anonimo ha detto...

In ogni modo, più aveva attenzioni e riguardi per la donna e più si abbreviava la vita. E alla moglie e ai figli lasciava, perché lo spendessero, quanto aveva guadagnato. Così gli uomini di successo liberarono le donne, ma dimenticarono dì liberare se stessi.
Nonostante tutto le femministe etichettarono la «tecnologia maschile» - e in particolare «la tecnologia maschile medica» -come uno strumento del patriarcato inteso a opprimere le donne. E il passaggio alla II Fase fu perciò caratterizzato dalla critica rivolta agli uomini per avere distrutto l'ambiente costruendo per esempio una diga, dimenticando di riconoscere agli uomini il merito di aver prodotto elettricità costruendo quella diga, e di chiedere alle donne di assumersi la responsabilità della crescente domanda di elettricità che a sua volta richiedeva la costruzione di altre dighe.
Quanto alla tecnologia medica maschile, fu probabilmente il fattore che allungò la vita media delle donne.

Anonimo ha detto...

Evitò che le donne morissero di parto e scoprì vaccini per quasi tutte le malattie contagiose (poliomielite, difterite, febbre tifoidea, morbillo, scarlattina, varicella, peste bubbonica, tubercolosi).
In tempo di guerra, diversi farmaci sperimentali furono spesso testati sugli uomini. Se il farmaco non funzionava, l'uomo moriva. Ma se il farmaco dava buoni risultati, allora veniva usato per salvare sia le donne sia gli uomini. E sempre gli uomini furono usati come cavie per migliorare le procedure d'emergenza, i forni a microonde (inavvertitamente un uomo venne «cotto» durante le prove), e altri ritrovati utili a entrambi i sessi.
In seguito fu etichettato come sessismo il fatto che i medici studiassero più gli uomini che le donne. Nessuno definì sessismo il fatto che gli uomini più delle donne fossero usati come cavie.
Secondo le femministe, il patriarcato e la tecnologia maschile cospiravano per limitare la libertà di generare «il diritto di scegliere» da parte delle donne. Per la verità, la tecnologia maschile ha creato «il diritto di scegliere» delle donne: ha permesso il controllo delle nascite. E l'aborto sicuro. La tecnologia maschile per il controllo delle nascite ha contribuito più di qualsiasi altra cosa a ridurre il carico di lavoro delle donne, a rendere il sesso non univoco ma pluridirezionale. Soprattutto, la tecnologia fece sì che il ruolo maschile proteggesse le donne più di quanto il ruolo femminile proteggesse gli uomini. Per ironia della sorte, alcune femministe che tanto si lamentavano della tecnologia maschile sarebbero morte di parto o di aborto se quella tecnologia non ci fosse stata.

Anonimo ha detto...

La tecnologia maschile non creò invece per gli uomini l'equivalente diritto alla scelta. Pertanto, ogni volta che un uomo faceva del sesso con una donna che sosteneva di far uso di metodi contraccettivi, a lui non restava che fidarsi. In caso contrario, poteva accadere che si ritrovasse a dover mantenere un figlio fino ai diciotto anni. Se un uomo usava il preservativo ma in seguito la donna affermava di essere comunque rimasta incinta, la donna non sposata della II Fase aveva il diritto sia di informare l'uomo sia di non farlo; di abortire senza consultarlo o di chiedere segretamente che il bimbo venisse adottato; di allevarlo lei e di far pagare al maschio i conti; oppure addirittura di crescerlo da sola per dieci anni senza neppure informarne il padre e poi citarlo in giudizio perché provvedesse al mantenimento, anche per gli anni passati. E tutto ciò è legale.
Ogni donna sa benissimo che se esistessero soltanto per il maschio mezzi di contraccezione, avrebbe la sensazione di non controllare la situazione, di essere alla mercè dell'altro. Quando «fidati» è detto da un uomo, fa soltanto ridere, ma quando si tratta di una donna, è legge. Il controllo delle nascite ha dato alla donna il diritto di scegliere e all'uomo non resta altro che fidarsi. Al giorno d'oggi, quando un uomo introduce il pene nel corpo di una donna, contemporaneamente mette la sua vita nelle mani di quella donna.
In breve, la tecnologia maschile e le leggi maschili hanno liberato la donna dalla biologia femminile come destino femminile e creato la biologia femminile come destino maschile.

Anonimo ha detto...

per secoli la storia ha detto male alle donne...
le cose stanno cambiando ...i cambiamenti è giusto che ci siano , ma non sempre prendono il verso esatto...piuttosto che pesare le ingiustizie subite studiamo perché non si commetta troppi errori per questa evoluzione nella societa'del nostro tempo che ha ancora molto da fare ..

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