Si è dato risalto alla presentazione del rapporto della FAO (Food and Agriculture Organization) che annuncia la diminuzione della sottonutrizione nel mondo. Ne hanno parlato oggi, ad esempio Repubblica e il Corriere della Sera.
Il dato positivo, come da tutti sottolineato, è che per la prima volta in 15 anni il numero (stimato) dei denutriti nel mondo è calato del 9,6% - giungendo a 925 milioni di individui. Di questi 578 milioni sono in Asia, 239 milioni in Africa Sub-Sahariana, 53 milioni in Sudamerica, 37 milioni di Africa del Nord e Medio Oriente e 19 milioni in tutti i paesi sviluppati.
E' bene ricordare che questo non significa assolutamente che il resto della popolazione mondiale sia "ben-nutrita" - infatti si stima che altri 2,5 miliardi di individui hanno carenze nutritive (sottoalimentazione, carenze vitaminiche e di minerali) che ne compromettono la salute. Infatti le stime della FAO si basano sull'apporto di calorie e non sulla qualità di esse.
Il calo è determinato dalla grande crescita economica di Cina e India (in Asia il calo è del 12%) e , secondo gli esperti della FAO, dall'abbassamento dei prezzi dopo l'impennata del 2008.
In Africa Sub-Sahariana il 30% della popolazione soffre la fame.
E' evidente che la malnutrizione colpisce (salvo le carestie) nella stragrande maggioranza dei casi i bambini (che difficilmente diventeranno adulti). In Africa si osservano - volendo semplificare molto - due forme di malnutrizione: il marasma ovvero quando il bambino che non mangia "si consuma" perdendo uniformemente il peso (perdita prima delle riserve di grasso e successivamente della massa muscolare) e la sindrome di kwashiorkor in cui il bambino presenta il classico addome gonfio ("pancia a pentola") e la colorazione rosso-bionda dei capelli che è dovuta essenzialmente alla carenza di proteine (ovviamente la questione è più complessa e sotto certi versi controversa). E' tipica delle alimentazioni -ad esempio di sola manioca (o cassava o tapioca) - che forniscono magari un numero sufficiente di calorie ma non di proteine (la manioca essendo della famiglia dei tuberi contiene quasi esclusivamente carboidrati).
E' chiaro che il bambino malnutrito è un soggetto fragile (tanto più è grave la sua malnutrizione) e conseguentemente si ammala più facilmente e più gravemente. La mortalità è infatti legata ad altre patologie (dal morbillo alla malaria, dalla tubercolosi ad un'infinità di malattie infettive, dalla polmonite alla generica diarrea).
In Africa la mortalità infantile - sotto i 5 anni - si assesta su numeri impressionanti: 260 su 1000 in Angola, 205 su 1000 in Repubblica Democratica del Congo, 203 su 1000 in Ruanda, 137 su 1000 in Senegal. Come riferimento in Italia (tra i più bassi del mondo) siamo a 5 su 1000.
Il rapporto della FAO, appena presentato, nell'annunciare una diminuzione della denutrizione, sottolinea anche come un bambino ogni 6 secondi muore per "quell'arma formidabile", come la chiamava Thomas Sankara, che si chiama fame.
E' bene ricordare che questo non significa assolutamente che il resto della popolazione mondiale sia "ben-nutrita" - infatti si stima che altri 2,5 miliardi di individui hanno carenze nutritive (sottoalimentazione, carenze vitaminiche e di minerali) che ne compromettono la salute. Infatti le stime della FAO si basano sull'apporto di calorie e non sulla qualità di esse.
Il calo è determinato dalla grande crescita economica di Cina e India (in Asia il calo è del 12%) e , secondo gli esperti della FAO, dall'abbassamento dei prezzi dopo l'impennata del 2008.
In Africa Sub-Sahariana il 30% della popolazione soffre la fame.
E' evidente che la malnutrizione colpisce (salvo le carestie) nella stragrande maggioranza dei casi i bambini (che difficilmente diventeranno adulti). In Africa si osservano - volendo semplificare molto - due forme di malnutrizione: il marasma ovvero quando il bambino che non mangia "si consuma" perdendo uniformemente il peso (perdita prima delle riserve di grasso e successivamente della massa muscolare) e la sindrome di kwashiorkor in cui il bambino presenta il classico addome gonfio ("pancia a pentola") e la colorazione rosso-bionda dei capelli che è dovuta essenzialmente alla carenza di proteine (ovviamente la questione è più complessa e sotto certi versi controversa). E' tipica delle alimentazioni -ad esempio di sola manioca (o cassava o tapioca) - che forniscono magari un numero sufficiente di calorie ma non di proteine (la manioca essendo della famiglia dei tuberi contiene quasi esclusivamente carboidrati).
E' chiaro che il bambino malnutrito è un soggetto fragile (tanto più è grave la sua malnutrizione) e conseguentemente si ammala più facilmente e più gravemente. La mortalità è infatti legata ad altre patologie (dal morbillo alla malaria, dalla tubercolosi ad un'infinità di malattie infettive, dalla polmonite alla generica diarrea).
In Africa la mortalità infantile - sotto i 5 anni - si assesta su numeri impressionanti: 260 su 1000 in Angola, 205 su 1000 in Repubblica Democratica del Congo, 203 su 1000 in Ruanda, 137 su 1000 in Senegal. Come riferimento in Italia (tra i più bassi del mondo) siamo a 5 su 1000.
Il rapporto della FAO, appena presentato, nell'annunciare una diminuzione della denutrizione, sottolinea anche come un bambino ogni 6 secondi muore per "quell'arma formidabile", come la chiamava Thomas Sankara, che si chiama fame.
2 commenti:
Praticamente muiono dieci bambini al minuto, cioè 600 bambini in un ora? [non sono afferrato nei calcoli]
Purtroppo la situazione è ancora peggiore. Gli ultimi dati disponibili (2009) dicono 22.000 mila bambini sotto i cinque anni morti ogni giorno (uno ogni 4 secondi). Di questi circa il 65% è dovuto alla fame ( o a patologie correlate), ovvero circa 14.500 al giorno. Una strage inaudita. Grazie per la riflessione
Posta un commento