Viaggiare in treno è un'esperienza favolosa in qualsiasi luogo del pianeta. In alcuni posti del mondo assume poi un fascino del tutto particolare.
Molti sono i fattori che contribuiscono a generare questa magia: alcune strade ferrate percorrono itinerari impensabili da fare in altro modo (la Ferrovia Retica, dell'Albula e Bernina, tra Italia e Svizzera e la ferrovia austriaca di Semmering, ad esempio, sono inserite tra i Patrimoni dell'Umanità dell'UNESCO per la loro unicità), vi è uno stretto legame tra alcune ferrovia e la storia, spesso decennale che ha permesso di costruirle in luoghi inaccessibili del pianeta. Inoltre, nell'epoca dell'alta velocità, vi sono convogli che viaggiano ad una "lentezza umana", permettendo di assaporare il paesaggio e il rapporto tra binari e la popolazione locale. Infine, il rumore del treno: unico e per certi versi musicale.
I treni in Africa (ma può valere per gran parte dell'Oriente e per il Sudamerica) viaggiano lentamente e a porte aperte. Nelle molte soste si può scendere a prendere una boccata d'aria o ad acquistare frutti e cibi di ogni genere venduti lungo i binari. Si può scendere, parlare con qualcuno, e risalire al volo mentre al suono del fischio, il treno pacatamente riparte.
La prima ferrovia africana fu costruita in Egitto a partire dal 1851 da Alessandria d'Egitto al Cairo (raggiunse Kafr nell'aprile 1853 e il Cairo nel 1856). Essa fu poi collegata a Suez (anche se l'apertura del canale nel 1869 vanificò il progetto ferroviario di collegare, velocemente, il Mar Mediterraneo all'Oceano Indiano). A tal fine vi rimando all'interessantissimo lavoro del sito Mike's Railway History, che ripercorre, anche attraverso una ricca iconografia, la quasi totalità delle ferrovie mondiali costruite prima del 1936.
Alcuni tratti ferroviari hanno una storia che si inserisce non solo nelle strategie geopolitiche ed economiche dell'epoca in cui furono costruite (quasi tutte dalla potenze coloniali) tra la seconda metà del 1800 e la prima metà del 1900), ma hanno accompagnato, nel bene e nel male, la vita e lo sviluppo di una nazione.
Poco dopo, nel 1959, iniziò la costruzione della ferrovia Cape Town - Wellington in Sudafrica.
La ferrovia del Benguela (lunga 1344 km)- iniziata dai portoghesi dal porto di Lobito (in Angola) nel 1899. Raggiunse Benguela (33 Km) nel 1906. Il suo intento era, una volta superato il confine tra Angola (nella cittadina di frontiera di Luau) e Congo Belga (poi Zaire, oggi Repubblica Democratica del Congo) giungere fino alle miniere del Katanga (cosa che avvenne a partire dal 1929). Attraverso la rete dei collegamenti ferroviari la linea poi passava in Zambia, in Mozambico e infine a Dar El Salam in Tanzania. Una ferrovia che taglia (meglio tagliava) l'Africa in due - dall'Oceano Atleantico all'Oceano Indiano. Purtroppo a partire dal 1975 (inizio della guerra civile angolana) la ferrovia del Benguela fu colpita più volte dall'UNITA nell'intento di interrompere i commerci con lo Zaire e per impedire la mobilitazione dell'esercito. Oggi sono percorribili solo i primi 194 km. Da tempo si discute di iniziare un'opera di ripristino - ove , neanche a dirlo, il primo partner della ricostruzione sarà la Cina.
Altra ferrovia - seppure molto più recente - che merita una citazione è la Ouagadougou - Tambao (353 km) nel Burkina Faso. Nel 1975 venne siglato un accordo con la Germania per la costruzione di questo tratto ferroviario che serviva a collegare alla capitale le miniere di manganese e di calcare. La ferrovia fu iniziata nell'ottobre 1981. La costruzione fu fortemente osteggiata dalla Banca Mondiale (che avrebbe preferito una superstrada) e quando nell'ottobre 1983 Thomas Sankara giunse al potere la ferrovia divenne una questione di orgoglio nazionale. Vi lavorarono tutti. Non era inusuale vedere membri del governo - come il ministro Youssouf Ouedraogo o membri del Parlamento o della gerarchia militare lavorare sotto il sole cocente a posizionare binari. Per la prima volta chi vi lavorava era un volontario e non un forzato del lavoro come la manodopera che ha costruito tutte le altre strade ferrate dell'Africa. (per la cronaca il progetto fu un fallimento, per la carenza di fondi e per l'approssimazione dei lavori).
Nella rete si possono trovare innumerevoli racconti sull' African Express, la ferrovia che da Dakar (Senegal) giunge fino a Bamako (Mali) via Tambacunda. E' un tratto di 1230 Km - inaugurato nel 1924 - costruito dai francesi per favorire il trasporto delle merci dall'interno dell'Africa Occidentale Francese verso il porto di Dakar (soprattutto arachidi)- che viene percorso, quando va bene, in 48 ore. Viaggiare a 20 km/orari di media significa andare "lentamente", fermarsi e godersi il panorama.
La foto in alto invece è del 1991 ed è un mio scatto nella tratta Dar El Salam- Moschi in Tanzania. Un modo senz'altro affascinate per raggiungere le pendici del monte Kilimangiaro.
La rete ferroviaria africana è stata allestita (e tale è rimasta) quasi esclusivamente per rispondere alle esigenze di spostare merci (soprattutto l'estratto delle miniere) verso i porti costieri e facilitarne così il trasporto verso l'Europa. Quando non era ad uso delle merci lo era a scopi militari (come alcune ferrovie costruite nel Corno d'Africa dagli italiani). Solo negli ultimi anni ( praticamente solo in Sudafrica) si è pensato ad un uso passeggeri (collegamenti tra città - cosa che in Europa fu fatto a partire dalla metà del 1800).
Oggi, ad eccezione del Sudafrica (che vanta la 14° rete ferroviaria del mondo per estensione con 20.872 km di binari) molti paesi africani non possiedono nemmeno un metro di binari. E' il caso del Burundi, del Ciad, la Guinea Equatoriale, il Gambia, la Guinea Bissau, il Lesotho, la Libia (che ha abbandonato i 400 km costruiti dagli italiani durante il periodo coloniale) il Niger, il Ruanda, la Sierra Leone e la Somalia (i 113 km ad uso militare costruiti dagli italiani - tra Mogadiscio e Villaggio Duca degli Abruzzi furono distrutti dai tedeschi nel 1941).
Per gli amanti delle statistiche dopo il Sudafrica vi è la rete del Sudan con 5978 km di binari, poi dell'Egitto con 5.500 km, poi quella del Mozambico con 4787 Km, poi quella della Repubblica DEmocratica del Congo con 4007.
Per fare un raffornto l'Italia, con 19.729 km di binari è al 15° posto mondiale (subito dopo il Sudafrica la cui estensione territoriale è quattro volte maggiore dell'Italia).
Aggiornamento del 27 dicembre 2010
A questo post aggiungo un'annotazione. Il 26 dicembre mi è arrivata una email di Jean Pierre Crozet che gestisce un meraviglioso sito sulla ferrovia franco-etiopica (ora Djibuti-Addis Abeba). Egli ha una vera passione (il nonno e il padre hanno lavorato per questa ferrovia) per questa ferrovia ed è alla ricerca di documentazione fotografica dal 1900 al 1980.
La ferrovia fu progettata nel 1893, il primo tratto fu aperto nel 1902, mentre il 17 giugno 1917 fu inaugurato l'intero tratto. Lunga 784 km, fu poi gestita dagli italiani durante l'occupazione e chiusa dal 1941 al 1944 durante l'occupazione britannica. Riaperta nel 1944 e gestita dagli etiopi, a seguito dell'indipendenza di Gibuti è affidata ad una società mista. Negli anni 2000 è stata restaurata. La stazione di Addis Abeba è ancora quella costruita nel 1917 dai francesi.
Molti sono i fattori che contribuiscono a generare questa magia: alcune strade ferrate percorrono itinerari impensabili da fare in altro modo (la Ferrovia Retica, dell'Albula e Bernina, tra Italia e Svizzera e la ferrovia austriaca di Semmering, ad esempio, sono inserite tra i Patrimoni dell'Umanità dell'UNESCO per la loro unicità), vi è uno stretto legame tra alcune ferrovia e la storia, spesso decennale che ha permesso di costruirle in luoghi inaccessibili del pianeta. Inoltre, nell'epoca dell'alta velocità, vi sono convogli che viaggiano ad una "lentezza umana", permettendo di assaporare il paesaggio e il rapporto tra binari e la popolazione locale. Infine, il rumore del treno: unico e per certi versi musicale.
I treni in Africa (ma può valere per gran parte dell'Oriente e per il Sudamerica) viaggiano lentamente e a porte aperte. Nelle molte soste si può scendere a prendere una boccata d'aria o ad acquistare frutti e cibi di ogni genere venduti lungo i binari. Si può scendere, parlare con qualcuno, e risalire al volo mentre al suono del fischio, il treno pacatamente riparte.
La prima ferrovia africana fu costruita in Egitto a partire dal 1851 da Alessandria d'Egitto al Cairo (raggiunse Kafr nell'aprile 1853 e il Cairo nel 1856). Essa fu poi collegata a Suez (anche se l'apertura del canale nel 1869 vanificò il progetto ferroviario di collegare, velocemente, il Mar Mediterraneo all'Oceano Indiano). A tal fine vi rimando all'interessantissimo lavoro del sito Mike's Railway History, che ripercorre, anche attraverso una ricca iconografia, la quasi totalità delle ferrovie mondiali costruite prima del 1936.
Alcuni tratti ferroviari hanno una storia che si inserisce non solo nelle strategie geopolitiche ed economiche dell'epoca in cui furono costruite (quasi tutte dalla potenze coloniali) tra la seconda metà del 1800 e la prima metà del 1900), ma hanno accompagnato, nel bene e nel male, la vita e lo sviluppo di una nazione.
Poco dopo, nel 1959, iniziò la costruzione della ferrovia Cape Town - Wellington in Sudafrica.
La ferrovia del Benguela (lunga 1344 km)- iniziata dai portoghesi dal porto di Lobito (in Angola) nel 1899. Raggiunse Benguela (33 Km) nel 1906. Il suo intento era, una volta superato il confine tra Angola (nella cittadina di frontiera di Luau) e Congo Belga (poi Zaire, oggi Repubblica Democratica del Congo) giungere fino alle miniere del Katanga (cosa che avvenne a partire dal 1929). Attraverso la rete dei collegamenti ferroviari la linea poi passava in Zambia, in Mozambico e infine a Dar El Salam in Tanzania. Una ferrovia che taglia (meglio tagliava) l'Africa in due - dall'Oceano Atleantico all'Oceano Indiano. Purtroppo a partire dal 1975 (inizio della guerra civile angolana) la ferrovia del Benguela fu colpita più volte dall'UNITA nell'intento di interrompere i commerci con lo Zaire e per impedire la mobilitazione dell'esercito. Oggi sono percorribili solo i primi 194 km. Da tempo si discute di iniziare un'opera di ripristino - ove , neanche a dirlo, il primo partner della ricostruzione sarà la Cina.
Altra ferrovia - seppure molto più recente - che merita una citazione è la Ouagadougou - Tambao (353 km) nel Burkina Faso. Nel 1975 venne siglato un accordo con la Germania per la costruzione di questo tratto ferroviario che serviva a collegare alla capitale le miniere di manganese e di calcare. La ferrovia fu iniziata nell'ottobre 1981. La costruzione fu fortemente osteggiata dalla Banca Mondiale (che avrebbe preferito una superstrada) e quando nell'ottobre 1983 Thomas Sankara giunse al potere la ferrovia divenne una questione di orgoglio nazionale. Vi lavorarono tutti. Non era inusuale vedere membri del governo - come il ministro Youssouf Ouedraogo o membri del Parlamento o della gerarchia militare lavorare sotto il sole cocente a posizionare binari. Per la prima volta chi vi lavorava era un volontario e non un forzato del lavoro come la manodopera che ha costruito tutte le altre strade ferrate dell'Africa. (per la cronaca il progetto fu un fallimento, per la carenza di fondi e per l'approssimazione dei lavori).
Nella rete si possono trovare innumerevoli racconti sull' African Express, la ferrovia che da Dakar (Senegal) giunge fino a Bamako (Mali) via Tambacunda. E' un tratto di 1230 Km - inaugurato nel 1924 - costruito dai francesi per favorire il trasporto delle merci dall'interno dell'Africa Occidentale Francese verso il porto di Dakar (soprattutto arachidi)- che viene percorso, quando va bene, in 48 ore. Viaggiare a 20 km/orari di media significa andare "lentamente", fermarsi e godersi il panorama.
La foto in alto invece è del 1991 ed è un mio scatto nella tratta Dar El Salam- Moschi in Tanzania. Un modo senz'altro affascinate per raggiungere le pendici del monte Kilimangiaro.
La rete ferroviaria africana è stata allestita (e tale è rimasta) quasi esclusivamente per rispondere alle esigenze di spostare merci (soprattutto l'estratto delle miniere) verso i porti costieri e facilitarne così il trasporto verso l'Europa. Quando non era ad uso delle merci lo era a scopi militari (come alcune ferrovie costruite nel Corno d'Africa dagli italiani). Solo negli ultimi anni ( praticamente solo in Sudafrica) si è pensato ad un uso passeggeri (collegamenti tra città - cosa che in Europa fu fatto a partire dalla metà del 1800).
Oggi, ad eccezione del Sudafrica (che vanta la 14° rete ferroviaria del mondo per estensione con 20.872 km di binari) molti paesi africani non possiedono nemmeno un metro di binari. E' il caso del Burundi, del Ciad, la Guinea Equatoriale, il Gambia, la Guinea Bissau, il Lesotho, la Libia (che ha abbandonato i 400 km costruiti dagli italiani durante il periodo coloniale) il Niger, il Ruanda, la Sierra Leone e la Somalia (i 113 km ad uso militare costruiti dagli italiani - tra Mogadiscio e Villaggio Duca degli Abruzzi furono distrutti dai tedeschi nel 1941).
Per gli amanti delle statistiche dopo il Sudafrica vi è la rete del Sudan con 5978 km di binari, poi dell'Egitto con 5.500 km, poi quella del Mozambico con 4787 Km, poi quella della Repubblica DEmocratica del Congo con 4007.
Per fare un raffornto l'Italia, con 19.729 km di binari è al 15° posto mondiale (subito dopo il Sudafrica la cui estensione territoriale è quattro volte maggiore dell'Italia).
Aggiornamento del 27 dicembre 2010
A questo post aggiungo un'annotazione. Il 26 dicembre mi è arrivata una email di Jean Pierre Crozet che gestisce un meraviglioso sito sulla ferrovia franco-etiopica (ora Djibuti-Addis Abeba). Egli ha una vera passione (il nonno e il padre hanno lavorato per questa ferrovia) per questa ferrovia ed è alla ricerca di documentazione fotografica dal 1900 al 1980.
La ferrovia fu progettata nel 1893, il primo tratto fu aperto nel 1902, mentre il 17 giugno 1917 fu inaugurato l'intero tratto. Lunga 784 km, fu poi gestita dagli italiani durante l'occupazione e chiusa dal 1941 al 1944 durante l'occupazione britannica. Riaperta nel 1944 e gestita dagli etiopi, a seguito dell'indipendenza di Gibuti è affidata ad una società mista. Negli anni 2000 è stata restaurata. La stazione di Addis Abeba è ancora quella costruita nel 1917 dai francesi.
4 commenti:
Interessantissimo, da ex utente di ferrovie in Africa e da ricercatore. Daniele
Grazie Daniele... mi sembrava una cosa curiosa.
Non voglio fare il professore, ma manca all'appello il treno più lungo del mondo (che non è ancora cinese). Il convoglio che porta il ferro dalle miniere di Zouerat al porto mauritano di Nouadhibou attraversando i territori del cosiddetto deserto Sarawi (quelli del Polisario per capirci) è composto da un centinaio di vagoni ed è lungo tre km. E faccio un'altra precisazione: il treno che da Bamako va a Dakar via Tambacounda funziona solo nella stagione secca. Durante quella delle piogge i binari sono più adatti a una sublagunare.
Grazie Alessio del tuo contributo (puntuale come sempre). In effetti quella della ferrovia mauritana è un'altra storia interessante (nel 1979 quando la Mauritania rinuncia al "Marocco spagnolo" lo fa per porre fine ai continui sabotaggi alla linea ferroviaria che il Fronte Polisario mette in atto). Ma ovviamente ne mancano altre come la Transcamerunese, quella del Malawi, quelle sudafricane, la costiera Marocco-Tunisia.....
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