Gente in cammino, edito da Giunti (nella collana Astrea) nel 1994 e scritto dalla algerina Malika Mokeddem nel 1990, è una storia di un'intensa relazione tra una nonna, Zohra e sua nipote, Leyla.
Zohra è una nomade del deserto Tuareg, che il destino ha spinto a fermarsi e diventare sedentaria. Leyla, la nipote, sogna la libertà all'interno di un contesto di una cultura patriarcale in cui cresce e con cui battaglia per ottenere il permesso a studiare allontanandosi dal villaggio. Tutto questo mentre infuria la battaglia della resistenza algerina per la liberazione del paese dall'occupante Francia.
La libertà di una nazione che si interseca con quella libertà interiore e di scelte che Leyla cercherà di raggiungere in tutti modi pagando di persona, con l'esilio, la sua tenacia.
Una storia autobiografica dell'autrice, nata e vissuta nell'Algeria meridionale, la quale riesce a frequentare prima il liceo e poi la Facoltà di Medicina dell'Università di Orano, fino ad essere costretta, dall'avanzata dell'integralismo islamico, a migrare in Francia, a Montpellier, dove finirà gli studi, divenendo medico nefrologo.
Un libro decisamente bello, che si legge con grande piacere. Un viaggio - denso di dettagli e di magnifiche descrizioni - tra la gente del deserto, che attraverso le narrazioni di Zohra, condite di fiaba e magia, conserva quella memoria collettiva a cui Leyla sarà costretta a rinunciare.
I Tuareg, popolazione berbera conosciuta anche come "Uomini Blu" (per l'abitudine degli uomini nobili e ricchi a coprirsi il capo con un turbante blu indaco che spesso lascia il colore), sono nomadi del deserto del Sahara, in particolare nel Mali, nel Niger e in Algeria, ma anche in Libia e Burkina Faso. Un numero stimato intorno ai 5 milioni di individui. Soprattutto in Mali e Niger le loro rivendicazioni sono sfociate in aperte e violenti scontri con i governi.
Malika Mokeddem, nata nel 1949 in Algeria (nel villaggio di Kenadsa), vive in Francia ed è stata più volte in Italia a presentare i suoi lavori.
La guerra di liberazione algerina ebbe inizio, militarmente, nell novembre del 1954 per concludersi nel marzo 1962 con l'indipendenza dell'Algeria dichiarata il 5 luglio 1962.
Quando Maria Pia e Loris, mi regalarono questo libro nel maggio del 1997, mi scrissero questo passo del libro: " l'indipendenza è prima di tutto un cammino, con gli occhi all'orizzonte e i piedi fuori dalla catene..."
La libertà di una nazione che si interseca con quella libertà interiore e di scelte che Leyla cercherà di raggiungere in tutti modi pagando di persona, con l'esilio, la sua tenacia.
Una storia autobiografica dell'autrice, nata e vissuta nell'Algeria meridionale, la quale riesce a frequentare prima il liceo e poi la Facoltà di Medicina dell'Università di Orano, fino ad essere costretta, dall'avanzata dell'integralismo islamico, a migrare in Francia, a Montpellier, dove finirà gli studi, divenendo medico nefrologo.
Un libro decisamente bello, che si legge con grande piacere. Un viaggio - denso di dettagli e di magnifiche descrizioni - tra la gente del deserto, che attraverso le narrazioni di Zohra, condite di fiaba e magia, conserva quella memoria collettiva a cui Leyla sarà costretta a rinunciare.
I Tuareg, popolazione berbera conosciuta anche come "Uomini Blu" (per l'abitudine degli uomini nobili e ricchi a coprirsi il capo con un turbante blu indaco che spesso lascia il colore), sono nomadi del deserto del Sahara, in particolare nel Mali, nel Niger e in Algeria, ma anche in Libia e Burkina Faso. Un numero stimato intorno ai 5 milioni di individui. Soprattutto in Mali e Niger le loro rivendicazioni sono sfociate in aperte e violenti scontri con i governi.
Malika Mokeddem, nata nel 1949 in Algeria (nel villaggio di Kenadsa), vive in Francia ed è stata più volte in Italia a presentare i suoi lavori.
La guerra di liberazione algerina ebbe inizio, militarmente, nell novembre del 1954 per concludersi nel marzo 1962 con l'indipendenza dell'Algeria dichiarata il 5 luglio 1962.
Quando Maria Pia e Loris, mi regalarono questo libro nel maggio del 1997, mi scrissero questo passo del libro: " l'indipendenza è prima di tutto un cammino, con gli occhi all'orizzonte e i piedi fuori dalla catene..."
2 commenti:
Ho ricevuto il link! Grazie. Il tuo blog è tra i PREFERITI così ti leggo agevolmente.
Buona giornata.
Marianna
Grazie Marianna.. e buona giornata a te.
Ti seguo con grande interesse.
Gianfranco
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