Morire di parto è difficile. Nel nostro vivere quotidiano la notizia di una morte durante il lieto evento riempe le pagine dei giornali e solitamente è dovuta ad errori diagnostici e/o imperizia durante l'assistenza al parto.
In altri luoghi del mondo invece la morte di parto è un evento da mettere in conto. In Sierra Leone - paese al mondo con il più alto tasso di mortalità materna - su ogni 100.000 parti di bambini nati vivi, vi sono 2100 morti materne.
In Italia, uno dei paesi al mondo con minor mortalità (il primo in assoluto è l'Irlanda con un tasso di 1/100.mila), il tasso si ferma a 3 ogni 100.000 nati vivi. Un abisso.
Tra gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio, vi è la riduzione di tre quarti, nel periodo 1990-2015, del tasso di mortalità materna nel mondo.
Un obiettivo, che stando agli ultimi aggiornamenti appare quantomai lontano. Nonostante i progressi (soprattutto nel Sud Est asiatico, in particolare), il calo di mortalità resta intorno al 2%. annuo. Per raggiungere l'obiettivo 2015 dovrebbe essere del 5,5% annuo.
Oltre alla Sierra Leone, il tasso di mortalità materna (il parto resta un evento naturale e non una malattia!) permane inaccettabilmente alto in Niger (1800), Ciad (1500), Angola e Somalia (1400), Ruanda (1300), Liberia (1200), Burundi, Guinea Bissau, Malawi, RD Congo e Nigeria (1100) e Camerun (1000).
Nel mondo fatto salvo l'Afghanistan che ha un tasso di 1800/100mila, nessun altro paese supera i 1000.
Tra i paesi Africani, a parte le Maurizio, che vanta un tasso di 15/100.000, è il Nord Africa ad avere tassi di mortalità, che seppur ancora alti, si avvicinano maggiormente al mondo sviluppato. In Libia (97), in Tunisia (100), in Egitto (130), in Algeria (180), Marocco (240).
In Africa Sub-Sahariana sono la Namibia e Capo Verde, con un tasso di 210/100.000 a garantire più adeguatamente la maternità.
Tra i paesi del mondo oltre all'Irlanda che ha il minor tasso di mortalità materna (1), vi sono l'Italia, la Danimarca, la Grecia, la Svezia e la Bosnia Erzegovina che con un tasso 3/100mila rappresentano l'eccellenza. La Germania è a 4, la Francia a 8, gli Stati Uniti a 11, la Russia a 28 e la Cina a 45.
Questi i numeri.
Le cause di questa strage, prevenibile, stanno in una molteplicità di fattori. Il primo è relativo alla percentuale di parti assistiti da personale sanitario. Vi è una diretta correlazione tra la bassa percentuale di parti assistiti ( 14,4% in Ciad, 32,9% in Niger, 42,4% in Sierra Leone, 47,3% in Angola) e la mortalità materna. Nei "paesi sviluppati" il 98-99% dei parti sono assistiti da personale sanitario. Il legame appare evidente poichè il 35% dei casi di morte materna è dovuta a emorragie post-partum, l'11% a cause direttamente collegate con il parto (come complicazioni del parto o del cesareo) e l'8% a infezioni , cause tutte facilmente trattatibili da persone qualificate.
Il secondo fattore che incide sulla mortalità è l'accesso ai controlli durante la gravidanza (Antenatal Care Coverage). Infatti mentre nei "paesi sviluppati" il 99% delle donne vengono seguite durante la gravidanza, in alcuni paesi questo tasso è estremamente ridotto. In Etiopia solo il 5,7% vengono visitate durante la gravidanza, in Ciad il 14,4%, in Eritrea il 28,3%, in Somalia il 33%, in Burundi il 33,6% e in Nigeria il 38,9%. Poichè il 18% delle morti materne è determinato dall'ipertensione (ovvero dalla gestosi - sindrome più complessa) risulta evidente che un controllo durante la gestazione è in grado di prevenire complicanze molto gravi.
A questi fattori si debbono ovviamente aggiungere il numero dei parti (in alcune zone dell'Africa il tasso di fertilità - ovvero il numero medio di figli per donna - è superiore a 6), la giovanissima età al momento del parto (in Africa sub-sahariana il 12% dello donne che partoriscono ha meno di 19 anni). Inoltre la povertà e la bassa scolarità rappresentano una concausa poichè esse si traducono in termini di minor accesso ai servizi sanitari e minor accesso alla contraccezione.
Per approfondire si veda il rapporto dell'Organizzazione Mondiale della Sanità "Trands in Maternal Mortality - 1990-2008"
La strada verso l'obiettivo del 2015 (riduzione di tre quarti del tasso di mortalità materna) appare ancora molto, molto in salita.
In altri luoghi del mondo invece la morte di parto è un evento da mettere in conto. In Sierra Leone - paese al mondo con il più alto tasso di mortalità materna - su ogni 100.000 parti di bambini nati vivi, vi sono 2100 morti materne.
In Italia, uno dei paesi al mondo con minor mortalità (il primo in assoluto è l'Irlanda con un tasso di 1/100.mila), il tasso si ferma a 3 ogni 100.000 nati vivi. Un abisso.
Tra gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio, vi è la riduzione di tre quarti, nel periodo 1990-2015, del tasso di mortalità materna nel mondo.
Un obiettivo, che stando agli ultimi aggiornamenti appare quantomai lontano. Nonostante i progressi (soprattutto nel Sud Est asiatico, in particolare), il calo di mortalità resta intorno al 2%. annuo. Per raggiungere l'obiettivo 2015 dovrebbe essere del 5,5% annuo.
Oltre alla Sierra Leone, il tasso di mortalità materna (il parto resta un evento naturale e non una malattia!) permane inaccettabilmente alto in Niger (1800), Ciad (1500), Angola e Somalia (1400), Ruanda (1300), Liberia (1200), Burundi, Guinea Bissau, Malawi, RD Congo e Nigeria (1100) e Camerun (1000).
Nel mondo fatto salvo l'Afghanistan che ha un tasso di 1800/100mila, nessun altro paese supera i 1000.
Tra i paesi Africani, a parte le Maurizio, che vanta un tasso di 15/100.000, è il Nord Africa ad avere tassi di mortalità, che seppur ancora alti, si avvicinano maggiormente al mondo sviluppato. In Libia (97), in Tunisia (100), in Egitto (130), in Algeria (180), Marocco (240).
In Africa Sub-Sahariana sono la Namibia e Capo Verde, con un tasso di 210/100.000 a garantire più adeguatamente la maternità.
Tra i paesi del mondo oltre all'Irlanda che ha il minor tasso di mortalità materna (1), vi sono l'Italia, la Danimarca, la Grecia, la Svezia e la Bosnia Erzegovina che con un tasso 3/100mila rappresentano l'eccellenza. La Germania è a 4, la Francia a 8, gli Stati Uniti a 11, la Russia a 28 e la Cina a 45.
Questi i numeri.
Le cause di questa strage, prevenibile, stanno in una molteplicità di fattori. Il primo è relativo alla percentuale di parti assistiti da personale sanitario. Vi è una diretta correlazione tra la bassa percentuale di parti assistiti ( 14,4% in Ciad, 32,9% in Niger, 42,4% in Sierra Leone, 47,3% in Angola) e la mortalità materna. Nei "paesi sviluppati" il 98-99% dei parti sono assistiti da personale sanitario. Il legame appare evidente poichè il 35% dei casi di morte materna è dovuta a emorragie post-partum, l'11% a cause direttamente collegate con il parto (come complicazioni del parto o del cesareo) e l'8% a infezioni , cause tutte facilmente trattatibili da persone qualificate.
Il secondo fattore che incide sulla mortalità è l'accesso ai controlli durante la gravidanza (Antenatal Care Coverage). Infatti mentre nei "paesi sviluppati" il 99% delle donne vengono seguite durante la gravidanza, in alcuni paesi questo tasso è estremamente ridotto. In Etiopia solo il 5,7% vengono visitate durante la gravidanza, in Ciad il 14,4%, in Eritrea il 28,3%, in Somalia il 33%, in Burundi il 33,6% e in Nigeria il 38,9%. Poichè il 18% delle morti materne è determinato dall'ipertensione (ovvero dalla gestosi - sindrome più complessa) risulta evidente che un controllo durante la gestazione è in grado di prevenire complicanze molto gravi.
A questi fattori si debbono ovviamente aggiungere il numero dei parti (in alcune zone dell'Africa il tasso di fertilità - ovvero il numero medio di figli per donna - è superiore a 6), la giovanissima età al momento del parto (in Africa sub-sahariana il 12% dello donne che partoriscono ha meno di 19 anni). Inoltre la povertà e la bassa scolarità rappresentano una concausa poichè esse si traducono in termini di minor accesso ai servizi sanitari e minor accesso alla contraccezione.
Per approfondire si veda il rapporto dell'Organizzazione Mondiale della Sanità "Trands in Maternal Mortality - 1990-2008"
La strada verso l'obiettivo del 2015 (riduzione di tre quarti del tasso di mortalità materna) appare ancora molto, molto in salita.
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