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venerdì 8 ottobre 2010

I Nobel africani

Nei giorni scorsi sono stati assegnati i Premi Nobel per il 2010. Gli ultimi quello per la Letteratura allo scrittore e politico (nel 1990 fu candidadto alla presidenza da una coalizione di centro-destra e perse contro Alberto Fujimori) peruviano Mario Vergas Llosa e quello per la Pace al dissidente cinese Liu Xiaobo, attualmente in carcere per "sovversione" e che ha già generato una dura reazione da parte del governo cinese.
I Premi Nobel hanno una storia antica, infatti furono l'ultimo desiderio, prima della morte, dell'industriale svedese Alfred Nobel (1833-1896), inventore della dinamite. Egli stabilì, nel suo testamento, che l'intero suo patrimonio fosse opportunamente investito (attraverso un curatore) e che gli interessi costituissero, ogni anno, l'ammontare dei premi. I primi Premi - Pace, Fisica, Chimica, Medicina e Letteratura- furono assegnati nel 1901. Dal 1969 fu introdotto anche il Premio per l'Economia.



Anche l'Africa, seppur in maniera minore, ha contributo al ricchissimo e qualificato albo d'oro dei Premi Nobel. Ad oggi, sono quattro gli africani che hanno ricevuto un Premio Nobel per la Letteratura.
Il primo, e unico di pelle nera, fu il poeta e drammaturgo nigeriano Wole Soyinka che lo vinse nel 1986. Egli studiò a Ibadan e poi in Gran Bretagna. Dal 1967 al 1969 fu incarcerato durante la guerra del Biafra. Nel 1988 fu la volta del romanziere egiziano Naguib Mahfouz, mentre nel 1991 il premio fu vinto dalla sudafricana bianca, e attivista contro l'aparthaid, Nadine Gordimer e infine, nel 2003, dal sudafricano bianco John Maxwell Coetzee.
Per dovere di cronaca il primo nato in terra d'Africa a ricevere il Nobel per la letteratura fu, nel 1957 il romanziere e filosofo francese, nato in Algeria, Albert Camus. Egli studiò all'Università di Algeri, ma allora l'Algeria era terra francese.

Nel 1951 il sudafricano bianco Max Theiler vinse il Premio Nobel per la Medicina per aver scoperto il vaccino contro la febbre gialla. Aveva studiato a Città del Capo e successivamente in Gran Bretagna e negli Stati Uniti. Nel 1979 ancora un sudafricano, Allan Cormack, vinse assieme a Hounsfield, il premio Nobel per la Medicina per i lavori sulla Tomografia Computerizzata. Infine nel 2002 il biologo americano, nato in Sudafrica, Sydney Brenner ha vinto, assieme a Horvitz, il Nobel per la Medicina.

Nel 1997 l'algerino di nascita Claude Cohen-Tannoudji - figlio di ebrei ed immigrato in Francia da adolescente, vince il Premio Nobel per la Fisica.

Nel 1999 l'egiziano naturalizzato americano Ahmed Zewail, formatosi all'Università di Alessandria, vinse il Premio Nobel per la Chimica.

Infine, nonostante l'Africa vanti il triste primato delle guerre in corso, è il Premio Nobel per la Pace quello che ha più volte interessato l'Africa.
Nel 1960 è il sudafricano nero Arthur John Lutuli a vincere il Premio per la sua linea politica non-violenta in seno all'African National Congress (ANC). Nel 1978 è la volta del presidente egiziano Anwar Al Sadat (assieme all'israeliano Begin) per gli accordi di pace tra Israele e l'Egitto. Per le stesse ragioni pochi anni dopo, nel 1981, Sadat sarà assassinato.
Nel 1984 è la volta del arcivescono anglicano del Sudafrica, Desmond Tutu, per il suo ruolo unificante nel paese della segregazione razziale. Nel 1993 è il momento dello storico Nobel a Nelson Mandela e a Frederick de Klerk che grazie al loro accordo posero fine al regime segregazionista del Sudafrica.
Nel 2001 a vincere il Nobel è il ghanese Kofi Annan , che lo riceve per conto delle Nazioni Unite, in quanto Segretario Generale dal 1996 al 2006.
Nel 2004 è la volta della prima donna africana di colore, la kenyana Wangari Maathai, (nella foto) ambientalista e veterinaria per il suo risoluto contributo allo sviluppo sostenibile.
Infine, nel 2005 è la volta dell'egiziano Mohammed El-Baradai in quanto presidente dell'Agenzia Internazionale dell'Energia Atomica (lo sarà dal 1997 al 2009).

Ho inserito, per ogni vincitore, un link per chi ha desiderio di approfondire.

Nella storia del premio Nobel vi è stato un unico caso in cui l'interessato si è rifiutato di ritirare il premio. Fu nel 1964 il francese Jean Paul Sartre che spiegò "nessun uomo merita di essere consacrato da vivo".

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