Alberto Moravia (nome d'arte di Alberto Pincherle) ci ha lasciato anche degli splendidi diari di viaggi. Da osservatore acuto e attento ai particolari qual'era ogni suo scritto, sugli innumerevoli viaggi che ha compiuto, risulta essere una perla narrativa, denso di riflessioni e suggestioni. Per l'Africa poi, Alberto Moravia aveva una vera venerazione. In un suo articolo apparso nel 1987 sul Gazzettino di Venezia (e inserito nella raccolta) egli sosteneva che "tutti gli altri paesi del mondo hanno una storia, l'Africa, lei, ha invece un'anima che tiene il luogo della storia".
Passeggiate Africane, uscito nel 1987 per la casa editrice Bompiani, è una raccolta di articoli apparsi in terza pagina del Corriere della Sera - di cui Alberto Moravia era inviato speciale - di viaggi in Tanzania, in Burundi, in Ruanda, in Zaire, in Gabon e in Zimbabwe, fatti assieme alla compagna e scrittrice Dacia Maraini. Lo scrittore è stordito dal paesaggio africano che non smette di incantare per la sua infinita bellezza, ed intreccia riflessioni dettate dall'impulso visivo a sentimenti razionali e ragionati.
Un approccio, quello di Moravia, che dedica ampio spazio alla descrizione, dei personaggi e dei luoghi, fino al punto che talora si ha l'impressione di vivere le sue sensazioni. Per chi ama Moravia questo modo di descrivere la realtà è evidente in un'altro suo viaggio, questa volta in India, che Moravia fece assieme alla sua compagna di allora, Elsa Morante, e a Pier Paolo Pasolini nel 1961. Ebbene da quel viaggio ne uscirono due libri: quello di Moravia "Un'idea dell'India" e quello di Pasolini "L'odore dell'India". La lettura comparata delle due narrazioni rappresentano in modo evidente un diverso modo (chiaro già dal titolo) di viaggiare. Un modo riflessivo, che si interroga su quello che vede e percepisce il contesto, cercando di comprenderlo, come quello di Moravia e un modo più istintivo ed ancestrale, quello di Pasolini, che penetra nella realtà facendola propria e cercando più di viverlo che di comprendelo.
Ecco in questo dualismo risiede a mio avviso l'essenza del viaggio: un continuo altalenarsi tra il compenetrare e il comprendere la realtà che ci circonda.
Moravia ci regala delle meravigliose pagine di letteratura del viaggio.
Un approccio, quello di Moravia, che dedica ampio spazio alla descrizione, dei personaggi e dei luoghi, fino al punto che talora si ha l'impressione di vivere le sue sensazioni. Per chi ama Moravia questo modo di descrivere la realtà è evidente in un'altro suo viaggio, questa volta in India, che Moravia fece assieme alla sua compagna di allora, Elsa Morante, e a Pier Paolo Pasolini nel 1961. Ebbene da quel viaggio ne uscirono due libri: quello di Moravia "Un'idea dell'India" e quello di Pasolini "L'odore dell'India". La lettura comparata delle due narrazioni rappresentano in modo evidente un diverso modo (chiaro già dal titolo) di viaggiare. Un modo riflessivo, che si interroga su quello che vede e percepisce il contesto, cercando di comprenderlo, come quello di Moravia e un modo più istintivo ed ancestrale, quello di Pasolini, che penetra nella realtà facendola propria e cercando più di viverlo che di comprendelo.
Ecco in questo dualismo risiede a mio avviso l'essenza del viaggio: un continuo altalenarsi tra il compenetrare e il comprendere la realtà che ci circonda.
Moravia ci regala delle meravigliose pagine di letteratura del viaggio.
1 commento:
mi servirebbe qualcosa di piu semplice e di piu dettagliato su questo libro.
Grazie
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