Il colore della libertà - Goodbye Bafana, (bafana in zulu significa ragazzi, la traduzione potrebbe essere "arrivederci ragazzi" - Bafana Bafana è anche il nomignolo dato alla nazionale di calcio sudafricana, ovvero "i nostri ragazzi, the boys") diretto dal danese Bille August (già direttore della Casa degli Spiriti e del Senso di Smilla per la neve) nel 2007 è la storia della prigionia di Nelson Mandela (interpretato nel film da Dennis Haysbert), vista dal suo carceriere, James Gregory (interpretato da Joseph Fiennes) che nel 1968 viene inviato nell'siola dove si trova il carcere di Robben Island, nel quale è detenuto il leader nero.
Gregory viene scelto perchè conosce la lingua Xhosa (da piccolo aveva giocato con bambini di colore) e quindi capace di capire i dialoghi tra i detenuti neri e di censurarne la posta. Un uomo quindi perfettamente allineato alla pratica dell'aparthaid che discriminava pesantemente i neri in Sudafrica.
Attraverso la conoscenza con Mandela, avverrà una sorta di conversione in Gregory che lo porterà in qualche modo a sostenere le ragioni della lotta contro la segregazione razziale che ha caretterizzato la vita e la prigionia di Nelson Mandela.
Tratto da una storia vera (Gregory ha scritto una autobiografia - egli è deceduto nel 2003) e grazie al contributo della moglie di Gregory ne esce un film sicuramente corretto dal punto di vista del contenuto e del messaggio pacificatore che intende proporre.
Da un punto di vista cinematografico il film è stato criticato per la sua eccessiva retorica e per essere troppo "televisivo" e poco convincente, mentre i biografi di Mandela sostengono che Gregory faceva il doppio gioco avvicinandosi a Mandela, dimostrandosi amico, e carpirne segreti e i contatti da riferire al governo per la repressione delle rivolte dei neri in Sudafrica (cosa che nel film si capisce fino ad un certo punto).
Il film è interamente girato in Sudafrica.
E' film comunque da vedere per le emozioni che riesce a trasmettere e per la storia di un personaggio, Nelson Mandela, che resta uno dei grandi uomini, per le sue idee e per la sua lotta, del XX secolo in Africa e nel mondo.
Gregory viene scelto perchè conosce la lingua Xhosa (da piccolo aveva giocato con bambini di colore) e quindi capace di capire i dialoghi tra i detenuti neri e di censurarne la posta. Un uomo quindi perfettamente allineato alla pratica dell'aparthaid che discriminava pesantemente i neri in Sudafrica.
Attraverso la conoscenza con Mandela, avverrà una sorta di conversione in Gregory che lo porterà in qualche modo a sostenere le ragioni della lotta contro la segregazione razziale che ha caretterizzato la vita e la prigionia di Nelson Mandela.
Tratto da una storia vera (Gregory ha scritto una autobiografia - egli è deceduto nel 2003) e grazie al contributo della moglie di Gregory ne esce un film sicuramente corretto dal punto di vista del contenuto e del messaggio pacificatore che intende proporre.
Da un punto di vista cinematografico il film è stato criticato per la sua eccessiva retorica e per essere troppo "televisivo" e poco convincente, mentre i biografi di Mandela sostengono che Gregory faceva il doppio gioco avvicinandosi a Mandela, dimostrandosi amico, e carpirne segreti e i contatti da riferire al governo per la repressione delle rivolte dei neri in Sudafrica (cosa che nel film si capisce fino ad un certo punto).
Il film è interamente girato in Sudafrica.
E' film comunque da vedere per le emozioni che riesce a trasmettere e per la storia di un personaggio, Nelson Mandela, che resta uno dei grandi uomini, per le sue idee e per la sua lotta, del XX secolo in Africa e nel mondo.
Nessun commento:
Posta un commento