Fasil Ghebbi è una città fortificata che si trova nella regione di Amhara, vicino alla città di Gondar, in Etiopia. Tra il XVII e il XVIII secolo fu residenza imperiale.
Nel 1636 l'Imperatore Fasilides (1603-1667) trasferì la capitale dell'Impero Etiopico a Gondar costruendo gran parte degli edifici. Le ragioni del trasferimento (in realtà fino ad allora la residenza reale era semi-nomade) non sono ben chiare e trovano, in alcune leggende, delle motivazioni "divinatorie". Fasilides regnò dal 1632 all sua morte nel 1667. Gondar fu capitale dell'Impero fino al 1864.
Qualcuno ha nominato il sito come la "Camelot d'Africa", la leggendaria fortezza di Re Artù.
Lo stile architettonico risente di differenti influssi come quelli dell'architettura araba, di quella indiana e di quella barocca.
Il complesso include diversi edifici, tra cui restano visibili 8 palazzi, 3 chiese e monasteri e le mura di cinta e alcuni ponti. Tra i palazzi vi è il Palazzo di Iyasu, descritto come un grande edificio (secondo alcune testimonianze più grande della casa di Salomone) finemente decorato di oro, avorio e intarsi di legno, di cui oggi (come gran parte del sito) si intravedono solo gli antichi fasti. Solo il Castello di Fasilides (nella foto) si trova ancora in condizioni accettabili.
I monumenti furono restaurati una prima volta durante l'occupazione italiana dell'Etiopia (1935-1941) e successivamente, tra il 1968 e il 1973 quando l'UNESCO lanciò una vasta campagna di tutela del patrimonio artistico Etiopico. Le missioni sul restauro furono affidate all'architetto italiano Sandro Angelini (1915-2001)
Qualcuno ha nominato il sito come la "Camelot d'Africa", la leggendaria fortezza di Re Artù.
Lo stile architettonico risente di differenti influssi come quelli dell'architettura araba, di quella indiana e di quella barocca.
Il complesso include diversi edifici, tra cui restano visibili 8 palazzi, 3 chiese e monasteri e le mura di cinta e alcuni ponti. Tra i palazzi vi è il Palazzo di Iyasu, descritto come un grande edificio (secondo alcune testimonianze più grande della casa di Salomone) finemente decorato di oro, avorio e intarsi di legno, di cui oggi (come gran parte del sito) si intravedono solo gli antichi fasti. Solo il Castello di Fasilides (nella foto) si trova ancora in condizioni accettabili.
I monumenti furono restaurati una prima volta durante l'occupazione italiana dell'Etiopia (1935-1941) e successivamente, tra il 1968 e il 1973 quando l'UNESCO lanciò una vasta campagna di tutela del patrimonio artistico Etiopico. Le missioni sul restauro furono affidate all'architetto italiano Sandro Angelini (1915-2001)
Dal 1979 il sito è riconosciuto come Patrimonio dell'Umanità Unesco.
Ecco alcune foto di Fasil Ghebbi, o altre.
Ecco alcune foto di Fasil Ghebbi, o altre.
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