Il 18 dicembre 2009 con una risoluzione (64/169) dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite è stato proclamato l'anno 2011 "Anno Internazionale delle persone con origine africana" con lo scopo di (così si legge nel sito nelle Nazioni Unite) "intensificare le iniziative nei singoli paesi insieme alle misure di cooperazione regionale e internazionale in favore delle persone con origini africane, per garantire loro il pieno godimento dei diritti economici, culturali, sociali, civili e politici, una piena partecipazione e integrazione politica, economica, sociale e culturale nella società e per promuovere una migliore comprensione e un maggiore rispetto per la diversità del loro patrimonio culturale". In altre parole si vuole da una parte evitare la discriminazione razziale verso le persone di origine africane basata sul colore della pelle e dall'altra tutelarne e conservarne la cultura. L'iniziativa fa seguito alla Conferenza di Durban del 2001 che istituì un gruppo di lavoro per affrontare il tema della tragedia della tratta degli schiavi e della piena integrazione, nei diritti, dei discendenti africani.
E' vero che il 2011, sempre su decisione delle Nazioni Unite sarà anche l'anno della Chimica (tra l'altro su richiesta dell'Etiopia), delle Foreste e del Volontariato (in questo caso in collaborazione con il Consiglio d'Europa).
Certo è un segnale importante quello di voler dedicare alla "diaspora africana" - iniziata tristemente in modo forzato con la tratta degli schiavi - un'attenzione particolare nel 2011. Si stanno moltiplicando le iniziative che in paesi dove l'apporto dei discendenti africani è significativo (isole caraibiche, Stati Uniti e Brasile in particolare) i governi stanno approntando per celebrare quest'anno. Torneremo sul tema.
Vi è una cosa che senz'altro si può affermare: tutte le musiche che hanno dominato il nostro tempo, dal samba al jazz, dal blues al rock hanno qualcosa a che vedere con la Madre Africa.
E dall'incontro con i luoghi ove erano destinati gli schiavi si sono innescate innumerevoli dinamiche culturali che hanno generato diverse possibilità musicali. Il mescolarsi dei canti spiritual e dei tamburi africani con la tromba e il sassofono, piuttosto che con la chitarra e il basso hanno generato straordinarie invenzioni. Il jazz non è altro che il frutto squisito di questi complessi intrecci.
Questo debito culturale verso l'Africa fu visto per primo, e con grande acume, da un sassofonista americano, naturalmente di pelle nera, John Coltrane. Egli, nel 1965, pubblicò un disco chiamato Kulù Se Mama dove si riconosceva, nella giungla dei suoni, il retaggio africano e sulla quale musica il poeta e batterista Juno Lewis recitava in swahili. Da allora la strada di questo riconoscimento (come era già avvenuto dalle avanguardie artistiche del novecento ispirate dalle arti figurative africane) fu definitivamente aperta. Come scriveva Alfredo Dondi nel 1995 "al di là dei tamburi ancestrali, dei folklori etnici e delle mode culturali, la musica d'Africa suona come la musica di tutti e anticipa la colonna sonora del mondo che verrà".
E' vero che il 2011, sempre su decisione delle Nazioni Unite sarà anche l'anno della Chimica (tra l'altro su richiesta dell'Etiopia), delle Foreste e del Volontariato (in questo caso in collaborazione con il Consiglio d'Europa).
Certo è un segnale importante quello di voler dedicare alla "diaspora africana" - iniziata tristemente in modo forzato con la tratta degli schiavi - un'attenzione particolare nel 2011. Si stanno moltiplicando le iniziative che in paesi dove l'apporto dei discendenti africani è significativo (isole caraibiche, Stati Uniti e Brasile in particolare) i governi stanno approntando per celebrare quest'anno. Torneremo sul tema.
Vi è una cosa che senz'altro si può affermare: tutte le musiche che hanno dominato il nostro tempo, dal samba al jazz, dal blues al rock hanno qualcosa a che vedere con la Madre Africa.
E dall'incontro con i luoghi ove erano destinati gli schiavi si sono innescate innumerevoli dinamiche culturali che hanno generato diverse possibilità musicali. Il mescolarsi dei canti spiritual e dei tamburi africani con la tromba e il sassofono, piuttosto che con la chitarra e il basso hanno generato straordinarie invenzioni. Il jazz non è altro che il frutto squisito di questi complessi intrecci.
Questo debito culturale verso l'Africa fu visto per primo, e con grande acume, da un sassofonista americano, naturalmente di pelle nera, John Coltrane. Egli, nel 1965, pubblicò un disco chiamato Kulù Se Mama dove si riconosceva, nella giungla dei suoni, il retaggio africano e sulla quale musica il poeta e batterista Juno Lewis recitava in swahili. Da allora la strada di questo riconoscimento (come era già avvenuto dalle avanguardie artistiche del novecento ispirate dalle arti figurative africane) fu definitivamente aperta. Come scriveva Alfredo Dondi nel 1995 "al di là dei tamburi ancestrali, dei folklori etnici e delle mode culturali, la musica d'Africa suona come la musica di tutti e anticipa la colonna sonora del mondo che verrà".
1 commento:
Aeroporto di Milano Malpensa ospita la mostra fotografica internazionale itinerante “WoMen in Africa - No Color One Color” di Ludovico Maria Gilberti
In occasione dell’anno internazionale delle persone di discendenza africana l’Associazione Culturale «fuoriSerrone» di Monza ha organizzato una mostra fotografica internazionale itinerante dal titolo “WoMen in Africa - No Color One Color”. La mostra, firmata dal Fine Art Photographer Ludovico Maria Gilberti, si svolge in vari sedi africane ed europee, lungo un corridoio ideale che collega Milano (aeroporto di Malpensa) con l’Africa. Attraverso scatti di spettacolare bellezza catturati dal continente Africano, si vuole cogliere l’attenzione del visitatore accompagnandolo in una realtà che è molto lontana da noi e, sottraendolo alla frenetica corsa quotidiana contro il tempo, gli si offrono emozioni, forse dimenticate o non più ascoltate.
Sino al 15 febbraio 2012 sarà possibile visitare la mostra presso l’area meeting point dell’aeroporto di Malpensa (piano arrivi Terminal 1)- (Info su www.fuoriserrone.biz e su facebook)
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