Lumumba e il panafricanismo è una biografia sul leader congolese Patrick Lumumba assassinato nel 1961, opera di Alessandro Aruffo e pubblicato dalla Erre Emme Editrice, nel 1991 nella collana il pensiero forte.
E' un piccolo libro che ripercorre in maniera documentata (attraverso i seppur frammentati scritti di Lumumba) e precisa la breve vita politica di Lumumba, iniziata con le sue prime adesioni ai circoli culturali degli evolues e conclusasi il 17 gennaio 1961 quando venne giustiziato (il suo corpo fatto a pezzi e sciolto nell'acido) da un plotone di esecuzione belga e sotto la regia della CIA.
E' un piccolo libro che ripercorre in maniera documentata (attraverso i seppur frammentati scritti di Lumumba) e precisa la breve vita politica di Lumumba, iniziata con le sue prime adesioni ai circoli culturali degli evolues e conclusasi il 17 gennaio 1961 quando venne giustiziato (il suo corpo fatto a pezzi e sciolto nell'acido) da un plotone di esecuzione belga e sotto la regia della CIA.
Il libro parte da una prima riflessione, che può sembrare utopica e ideologica: e se Lumumba non fosse stato ucciso? E se il panafricanismo fosse diventato un vero movimento africano? Certo è vero che la storia non si fa con i "se", ma è pur vero che alcuni episodi - come l'assassinio di Lumumba - hanno segnato la storia e ne hanno determinato un percorso anzichè un'altro.
Prima di essere ucciso Lumumba scrisse alla moglie e ai figli una lettera (con cui termina il libro di Aruffo), nella consapevolezza di essere agli ultimi giorni della sua vita e determinato nella lotta per il suo popolo. In quelle parole si evidenzia "il pensiero forte" di Patrick Lumumba. Tra le altre cose egli scrive: " ... morto, vivo, libero o in prigione per conto dei colonialisti non è la mia persona che conta, ma è il Congo, è il nostro povero popolo, di cui hanno trasformato l'indipendenza in una gabbia..." e ancora "Ai miei figli, che lascio per non vederli forse mai più, voglio si dica che l'avvenire del Congo è bello, e che esso attende da loro, come da ogni congolese, l'adempimento del compito sacro della ricostruzione della nostra indipendenza e della nostra sovranità; poichè senza dignità non vi è libertà, senza giustizia non vi è dignità e senza indipendenza non vi sono uomini liberi", prosegue poi con un atto di forza " Le brutalità, le sevizie, le torture non mi hanno mai indotto a chiedere grazia, perchè preferisco morire a testa alta, con la fede iincrollabile e la fiducia profonda del destino del nostro Paese, piuttosto che vivere nella sottomissione...". E conclude con una speranza "L'Africa scriverà la propria storia e sarà , a nord e sud del Sahara, una storia di gloria e di dignità. Non piangetemi .....".
Chissà come sarebbe stato il Congo (e l'Africa intera) se Lumumba non fosse stato assassinato?
Chissà cosa direbbe oggi Lumumba del suo Paese e dell'Africa?
Prima di essere ucciso Lumumba scrisse alla moglie e ai figli una lettera (con cui termina il libro di Aruffo), nella consapevolezza di essere agli ultimi giorni della sua vita e determinato nella lotta per il suo popolo. In quelle parole si evidenzia "il pensiero forte" di Patrick Lumumba. Tra le altre cose egli scrive: " ... morto, vivo, libero o in prigione per conto dei colonialisti non è la mia persona che conta, ma è il Congo, è il nostro povero popolo, di cui hanno trasformato l'indipendenza in una gabbia..." e ancora "Ai miei figli, che lascio per non vederli forse mai più, voglio si dica che l'avvenire del Congo è bello, e che esso attende da loro, come da ogni congolese, l'adempimento del compito sacro della ricostruzione della nostra indipendenza e della nostra sovranità; poichè senza dignità non vi è libertà, senza giustizia non vi è dignità e senza indipendenza non vi sono uomini liberi", prosegue poi con un atto di forza " Le brutalità, le sevizie, le torture non mi hanno mai indotto a chiedere grazia, perchè preferisco morire a testa alta, con la fede iincrollabile e la fiducia profonda del destino del nostro Paese, piuttosto che vivere nella sottomissione...". E conclude con una speranza "L'Africa scriverà la propria storia e sarà , a nord e sud del Sahara, una storia di gloria e di dignità. Non piangetemi .....".
Chissà come sarebbe stato il Congo (e l'Africa intera) se Lumumba non fosse stato assassinato?
Chissà cosa direbbe oggi Lumumba del suo Paese e dell'Africa?
Alessandro Aruffo, è un ricercatore universitario e uno studioso dei paesi afro-asiatici. Ha scritto molto sull'Africa e sulle ideologie e sulle persone che hanno portato a nascere ( e morire) il movimento panafricanista.
Va alla pagina Libri e Film sull'Africa
Va alla pagina Libri e Film sull'Africa
2 commenti:
Non ti ricorda un po' Thomas Sancara? Che sarebbe dell'Africa se fosse ancora vivo?
penso al Confo, e a quanto tempo ancora dovrà passare per essere libero davvero!
Hai ragione Margherita, Sancara e Lumumba hanno delle similitudini (nonostante tra la loro "presenza" in Africa vi siano quasi 25 anni). Sicuramente la più importante è quella di credere nel popolo africano e nella sua capacità di decidere. Questo ha dato molto fastidio e per questo sono stati eliminati. Avevano entrambi (come pochi altri) un senso della Politica molto alto e con un grande spirito di servizio. Esattamente come avviene oggi in gran parte del mondo!!!
Ciao e grazie
Gianfranco
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