Il 30 gennaio è la giornata mondiale (la 58° per l'esattezza) della lotta contro la lebbra, che in Italia è promossa dall'Associazione Italiana Amici di Raoul Follereau (AIFO), attiva sin dal 1961.
La lebbra o morbo di Hansen è una malattia infettiva cronica causata da un batterio chiamato Mycobacterium leprae (un batterio molto simile a quello della tubercolosi scoperto dal norvegese Gerhard Armauer Hansen nel 1873). La malattia colpisce la pelle e i nervi periferici, e se non curata genera delle menomazioni anche molto invalidanti (perdita progressiva delle dita delle mani, dei piedi, delle orecchie, del naso).
La lebbra o morbo di Hansen è una malattia infettiva cronica causata da un batterio chiamato Mycobacterium leprae (un batterio molto simile a quello della tubercolosi scoperto dal norvegese Gerhard Armauer Hansen nel 1873). La malattia colpisce la pelle e i nervi periferici, e se non curata genera delle menomazioni anche molto invalidanti (perdita progressiva delle dita delle mani, dei piedi, delle orecchie, del naso).
Nonostante sia ritenuta una delle più antiche malattie dell'umanità, non si conoscere la sua reale origine (forse in Africa o nel bacino dell'Indo). I Veda (testi sacri indiani) che sono datati XV secolo a.c., parlano della prevenzione della lebbra.
E' una malattia che una volta era ritenuta un "castigo divino" (lebbra infatti deriva dal termine scabroso) oggi è facilmente trattabile- con un periodo lungo (circa 6 mesi) di trattamenti multifarmacologici ( Dapsone, Rifampicina e Clofazimina) senza che vi siano gravi sequele. Non tutti i meccanismi di trasmissione si conoscono, anche per la lunghissima incubazione (da 10 mesi a 5 anni), al punto tale che la diagnosi è essenzialmente clinica. Per tutti gli approfondimenti vi rimando al sito dell'Organizzazione Mondiale della Sanità sulla Lebbre (Leprosy, in inglese).
La lotta alla lebbra, iniziata in modo massiccio nel 1991 (dal 1995 i farmaci sono gratuiti in tutto il mondo) ha generato dei grandi risultati.
Infatti si è passati dai 5,2 milioni di casi nel mondo del 1985, ai circa 805 mila del 1995 giungendo fino ai circa 213 mila casi del 2008.
In Africa (Madagascar, Tanzania, Mozambico, Liberia, RD Congo e Comore) si è passati di quasi 2 milioni di casi del 1985 ai circa 36 mila del 2007. Gran parte dei casi del mondo sono oggi nel sud-est asiatico, in India, Myanmar e Nepal in particololare. In Sud America è il Brasile ad avere in maggior numero di casi.
La lotta all'eradicazione completa della malattia - cosa sicuramente possibile (in Europa, in Nord America e Ex Russia non si registrano casi) - è ancora lunga, per questo è necessario mantenere alta l'attenzione.
In Africa (Madagascar, Tanzania, Mozambico, Liberia, RD Congo e Comore) si è passati di quasi 2 milioni di casi del 1985 ai circa 36 mila del 2007. Gran parte dei casi del mondo sono oggi nel sud-est asiatico, in India, Myanmar e Nepal in particololare. In Sud America è il Brasile ad avere in maggior numero di casi.
La lotta all'eradicazione completa della malattia - cosa sicuramente possibile (in Europa, in Nord America e Ex Russia non si registrano casi) - è ancora lunga, per questo è necessario mantenere alta l'attenzione.
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