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lunedì 28 febbraio 2011

Carbone pubblico in Sudafrica

E' stata presentata la società mineraria pubblica sudafricana African Exploration Mining and Finance Corporation alla presenza del presidente Jacob Zuma. La società - interamente statale - è stata voluta "per assicurare un maggior coinvolgimento dello Stato in un settore vitale per l'economia sudafricana" questo a seguito dei black-out avvenuti nel 2008 a causa della scarsità di carbone. Il presidente Zuma nel suo discorso alla cerimonia di lancio della società (il cui progetto di fondazione risale alla fine del 2007) ha tenuto a precisare che "il ruolo dello stato non può ridursi solo a quello di regolatore".
La AEMCF ha ottenuto per ora 27 concessioni dal Diperatimento delle Risorse Minerarie: 13 esclusivamente per il carbone, 3 per carbone e uranio e altre 9 per altre risorse quali cromo, oro, ferro, manganese, litio e diamanti.
Da subito la nuova società sfrutterà i giacimenti carboniferi di Vlakfontein, nella provincia di Mpumalanga dove la produzione è stimata di 840 mila tonnellate annue.
Il Sudafrica con 140,9 milioni di tonnellate all'anno è il 7° produttore (estrattore) di carbone al mondo, e l'unico paese africano (a parte piccoli giacimenti in Zimbabawe) in cui si estrae carbone.
Nel 2009 delle 3408 milioni di tonnellate di carbone estratto nel mondo, al primo posto vi era la Cina (1552,9 mt), poi gli Stati Uniti (539,9 mt), Australia (228 mt), India (211,5 mt), Indonesia (155,3 mt), Russia (140,7 mt) e appunto Sudafrica.
In molti Paesi Europei l'estrazione del carbone ha subito una drastica riduzione negli ultimi decenni sia per questioni legate alla sicurezza del lavoro nelle miniere sia ad una cresciuta sensibilità verso l'inquinamento prodotto dal carbone. Di contro in altri paesi, come appunto il Sudafrica, la produzione cresce di anno in anno.
Sempre nel 2009 il Sudafrica rappresentava anche il 5° consumatore al mondo di carbone con 99,4 milioni di tonnellate. Anche questa classifica era capeggiata dalla Cina (1537,4 mt), seguita da Stati Uniti (498 mt), India (245,8 mt), Sudafrica, Russia (82,9 mt), Germania (71 mt), Corea del Sud (68,6 mt), Polonia (53,9 mt) e Australia (50,8 mt).

Nel 2010 il 40% della produzione mondiale di energia è stata ricavata dal carbone. In alcuni paesi come ad esempio la Polonia, Australia e il Sudafrica il carbone assicura il 93% dell'energia, in Cina il 78% e in Israele il 71%. In Italia siamo intorno al 17,5%.
Questo nononstante il carbone ( ovvero la sua combustione) sia una delle più inquinanti fonti di energia che si conoscano.


Come si evince da questo articolo del Mining Weekly Online la compagnia mineraria statale punta in alto, come ad esempio essere per il 2020 tra le prime 5 aziende minerarie e entrare nel mercato estrattivo del petrolio e di altri minerali, in particolare dell'uranio. Inoltre l'azienda punta per il 2013 ad incrementare la produzione di petrolio sintetico da carbone.

Indubbiamente una nuova importante sfida per il privato (a cui storicamente, anche grazie alla diffusa corruzione e agli interessi privati della classe dirigente, è stato affidata, in tutta l'Africa, il compito di sfruttare il ricco sottosuolo) e forse, ci auguriamo, uno stimolo ad altri paesi per operare allo stesso modo. E' ovvio che questo auspicio è diretto non tanto alla questione carbone (controversa per le sue ripercussioni ambientali) bensì alla gestione pubblica (e quindi all'utilizzo pubblico) delle risorse del sottosuolo

1 commento:

Anonimo ha detto...

la spiegazione è esaustiva e chiara, volevo sapere però quale tipo di carbone (es ligniti, litantraci, antracite e coke) si estrae più spesso in Sudafrica.
grazie

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