Africa significa anche legno. Dall’iroko al doussie, dal wengè al teak, dal badì all’afrormosia, all’ebano, al mogano, al palissandro sono tutte essenze lignee importate dall’Africa.
Le caratteristiche estetiche, accompagnate a quelle della compattezza e delle durezza, rendono i legni africani un patrimonio pregiato. In particolare le loro caratteristiche li rendono ideali per l'uso in esterno. Barche, edifici, giardini e arredo urbano usano legni di questo genere.
Fin qua nulla di male, il legno è una delle risorse economiche del continente africano e contribuisce allo sviluppo.
Gli alberi devono essere tagliati. I governi hanno posto limiti e regole al taglio. Attuando programmi di riforestazione e stabilendo aree per così dire produttive e aree di conservazione della foresta.
Per poter esportare sempre maggiori quantità di legno si distruggono, illegalmente, ettari e ettari di foreste.
Stando al recente rapporto della FAO State of World's Forest 2011, l'Africa è la regione del mondo dove si distrugge più foresta. Infatti nel 1990 vi erano 749 milioni di ettari di foresta, nel 2010 le foreste sono scese a 674 milioni di ettari. E' da notare che il 55% delle foreste africane si trova i 5 paesi: la Repubblica Democratica del Congo, il Sudan, l'Angola, lo Zambia e il Mozambico. Si perdono mediamente tra i 4 e i 3,5 milioni di ettari di foresta all'anno. Bisogna riconoscere che nell'ultimo decennio (2000-2010) si sono divorati meno ettari di foresta (3,4 milioni) rispetto al decennio (1990-2000) precedente (4,1 milioni), ma la situazione resta preoccupante.
Per fare un paragone, complessivamente nel mondo si sono persi 5,2 milioni di ettari di foreste all'anno nell'ultimo decennio. In Africa 3,4 milioni (-0,49% annuo), in Sudamerica 4,1 milioni (-0,46% annuo) mentre le foreste sono cresciute in Asia e Oceania di 1,4 milioni di ettari (+0,19% annuo), in Nord America di 0,4 milioni di ettari (+0,13% annuo), in Europa 0,7 milioni di ettari ( +0,07% annuo) e in Vicino Oriente di 0,09 milioni di ettari (+0,07% annuo).
Bisogna riconoscere che negli ultimi anni sono aumentati i programmi di riforestazione sia per usi produttivi che per scopi conservativi. Il rapporto infatti sottolinea come in quasi tutti i paesi africani siano aumentate le aree forestali destinate alla conservazione della biodiversità (che oggi rappresentano il 14% delle foreste della regione). Uniche eccezioni, che hanno un trend negativo, sono le isole Maurizio, il Mozambico, il Congo, il Senegal, il Sudan e il Togo.
Stando al rapporto della FAO ufficialmente solo il 10% del legno tagliato in Africa è destinato all'industria, mentre il restante 90% è destinato a legno da ardere. Stabilire il valore economico del mercato del legno è complesso per l'impossibilità di avere dati sul commercio informale del legno. Una stima indica in 2,9 miliardi di dollari nel 2005 il valore complessivo del commercio di legno.
In realtà il taglio illegale del legno rappresenta, stando ad altre fonti, tra il 20% e il 40% del commercio complessivo (su questo tema vi segnalo questo rapporto di Greepeace sul legno illegale in Congo) divenendo un business molto, molto più ampio. Quando si taglia indiscriminatamente si creano strade per il trasporto (a volte ampie quanto una grande autostrada), si distruggono villaggi, si mutano per sempre ecosistemi che ancora oggi danno da vivere a intere popolazioni e ad animali. Inutile dire che una volta entrato nel mercato internazionale, grazie alle multinazionali del legno, la distinzione tra legno legale e legno illegale è pressocchè impossibile.
Si deve infine sottolineare l'importanze delle foreste del mondo. In termini di clima, di contenimento dei gas serra e di anidride carbonica, nonchè di conservazione di un patrimonio che appartiene all'intera umanità. Per quanto riguarda la trattazione e l'approfondimento sul tema delle foreste vi rimando allo straordinario sito Salvaleforeste dove è possibile trovare tutte le informazioni, le novità, le campagne internazionali sulla salvaguardia delle foreste e del nostro pianeta.
Fin qua nulla di male, il legno è una delle risorse economiche del continente africano e contribuisce allo sviluppo.
Gli alberi devono essere tagliati. I governi hanno posto limiti e regole al taglio. Attuando programmi di riforestazione e stabilendo aree per così dire produttive e aree di conservazione della foresta.
Per poter esportare sempre maggiori quantità di legno si distruggono, illegalmente, ettari e ettari di foreste.
Stando al recente rapporto della FAO State of World's Forest 2011, l'Africa è la regione del mondo dove si distrugge più foresta. Infatti nel 1990 vi erano 749 milioni di ettari di foresta, nel 2010 le foreste sono scese a 674 milioni di ettari. E' da notare che il 55% delle foreste africane si trova i 5 paesi: la Repubblica Democratica del Congo, il Sudan, l'Angola, lo Zambia e il Mozambico. Si perdono mediamente tra i 4 e i 3,5 milioni di ettari di foresta all'anno. Bisogna riconoscere che nell'ultimo decennio (2000-2010) si sono divorati meno ettari di foresta (3,4 milioni) rispetto al decennio (1990-2000) precedente (4,1 milioni), ma la situazione resta preoccupante.
Per fare un paragone, complessivamente nel mondo si sono persi 5,2 milioni di ettari di foreste all'anno nell'ultimo decennio. In Africa 3,4 milioni (-0,49% annuo), in Sudamerica 4,1 milioni (-0,46% annuo) mentre le foreste sono cresciute in Asia e Oceania di 1,4 milioni di ettari (+0,19% annuo), in Nord America di 0,4 milioni di ettari (+0,13% annuo), in Europa 0,7 milioni di ettari ( +0,07% annuo) e in Vicino Oriente di 0,09 milioni di ettari (+0,07% annuo).
Bisogna riconoscere che negli ultimi anni sono aumentati i programmi di riforestazione sia per usi produttivi che per scopi conservativi. Il rapporto infatti sottolinea come in quasi tutti i paesi africani siano aumentate le aree forestali destinate alla conservazione della biodiversità (che oggi rappresentano il 14% delle foreste della regione). Uniche eccezioni, che hanno un trend negativo, sono le isole Maurizio, il Mozambico, il Congo, il Senegal, il Sudan e il Togo.
Stando al rapporto della FAO ufficialmente solo il 10% del legno tagliato in Africa è destinato all'industria, mentre il restante 90% è destinato a legno da ardere. Stabilire il valore economico del mercato del legno è complesso per l'impossibilità di avere dati sul commercio informale del legno. Una stima indica in 2,9 miliardi di dollari nel 2005 il valore complessivo del commercio di legno.
In realtà il taglio illegale del legno rappresenta, stando ad altre fonti, tra il 20% e il 40% del commercio complessivo (su questo tema vi segnalo questo rapporto di Greepeace sul legno illegale in Congo) divenendo un business molto, molto più ampio. Quando si taglia indiscriminatamente si creano strade per il trasporto (a volte ampie quanto una grande autostrada), si distruggono villaggi, si mutano per sempre ecosistemi che ancora oggi danno da vivere a intere popolazioni e ad animali. Inutile dire che una volta entrato nel mercato internazionale, grazie alle multinazionali del legno, la distinzione tra legno legale e legno illegale è pressocchè impossibile.
Si deve infine sottolineare l'importanze delle foreste del mondo. In termini di clima, di contenimento dei gas serra e di anidride carbonica, nonchè di conservazione di un patrimonio che appartiene all'intera umanità. Per quanto riguarda la trattazione e l'approfondimento sul tema delle foreste vi rimando allo straordinario sito Salvaleforeste dove è possibile trovare tutte le informazioni, le novità, le campagne internazionali sulla salvaguardia delle foreste e del nostro pianeta.
2 commenti:
Articolo molto interessante....Grazie per queste informazioni. Ti ringrazierò durante il reading che farò a dicembre. Grande Gianfranco!
Grazie a te Paolo!
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