
Nonostante l'influenza del cristianesimo, gli Shona hanno ancora una ricca tradizione animista che si basa su di una spiritualità legata alla vita quotidiana ed ai loro vicini.
Tradizionalmente vivono in gruppi familiare isolati: un anziano e la sua famiglia allargata.
Cinque sono i clan più importanti: i Karanga, i Zezuru, i Manyika, i Ndau e i Kerokore.
Quando nel XVI sec. i Portoghesi giunsero nell'area, appresero dagli Shona dell'esistenza del regno, oram
ai scomparso, del Grande Zimbabwe di cui restavano importanti testimonianze monumentali come il complesso in pietra situato in una valle tra i fiumi Zambesi e Limpopo., divenuto Patrimonio dell'UNESCO nel 1986. Grande Zimbabwe (che in shona significa "case di pietra") i cui insediamenti risalgono al V sec. a.c. (datato con radio carbonio), raggiunse il suo apice tra il 1300 e il 1450.
La distruzione del grande impero fu dovuta all'arrivo nell'area di altri gruppi quali i Ndebele e all'arrivo dei coloni portoghesi e poi inglesi.

La distruzione del grande impero fu dovuta all'arrivo nell'area di altri gruppi quali i Ndebele e all'arrivo dei coloni portoghesi e poi inglesi.
Gli Shona sono conosciuti per le loro sculture di pietra e per la musica, in particolare per lo strumento mbira. Gli artisti che lavorano la pietra (serpentite o verdite) sono molto apprezzati per la finezza delle sculture, modernizzate nelle loro forme, che vengono rese lucenti attraverso l'abrasione e la levigatura con

La mbira (altrove chiamata kalimba o sanza) invece è uno strumento che si basa sulla vibrazione di lamelle metalliche (utilizzando i pollici) su tavoletta di legno, con o senza cassa di risonanza (strumento idiofono) ed è suonato accompagnato dalla voce.
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