"La cassava rappresenta per i contadini africani quello che il riso rappresenta per i contadini asiatici o il grano e la patata rappresentano per gli agricoltori europei". Di fatto quella che è conosciuta come cassava (Manihot esculenta), altrove chiamata anche manioca o tapioca o yuca è una pianta, originaria del Sudamerica, con una radice a tubero commestibile. Il suo paragone con il riso regge solo per l'uso quotidiano che ne viene fatto, non certamente da un punto di vista alimentare. Infatti contrariamente ai cereali, categoria a cui il riso appartiene, la cassava è pressocchè priva di proteine e di fatto contiene esclusivamente amidi (carboidrati) oltre che alcuni oligoelementi (calcio, fosforo e vitamina c).
La manioca fu portata dai coloni spagnoli e portoghesi in Africa (ed in Asia) e oggi è coltivata in tutta la fascia tropicale, in particolare in Africa (la Nigeria è il primo produttore mondiale) dove costituisce, per molti, la principale (e spesso unica) fonte di cibo.
La parte commestibile della cassava sono i tuberi, che consumati crudi sono tossici, per la presenza di cianoglicosidi, in particolare linamarina (esiste anche una varietà detta "dolce" che può essere consumata cruda). Infatti le radici vengono pelate e lasciate fermentare per qualche giorno in acqua e infine cotte. Le preparazioni alimentari a base di cassava sono molto diverse a seconda delle aree geograficche e assumono nomi diversi. Ad esempio ugali in Tanzania, garri in Nigeria o nshima in Zambia, tanto per citarne solo alcune.
Si mangiano anche le foglie della pianta, anch'esse tossiche e amare, che vanno quindi necessariamente messe a bagno e poi bollite.
E' una pianta che cresce facilmente, resistente alla siccità. Per questa ragione è sempre stata coltivata ovunque, divenendo spesso l'unico alimento di intere popolazioni. Allo stesso tempo è rimasta fuori dalla ricerca in agricoltura.
Sono recentemente, a partire dal 2000, sono iniziati studi e programmi per migliorare la coltivazione della cassava e favorire l'integrazione, con altri cibi, nell'alimentazione. La FAO ha lanciato, nel 2000, un programma chiamato Global Cassava Development Strategy.
Del resto all'uso alimentare esclusivo di cassava (e dei suoi elementi tossici - acido cianitrico) è associata una malattia neurologica chiamata Konzo (chiamata anche mantakassa), descritta per la prima volta alla fine degli anni '40, e spesso dovuta ad un'incompleto processo di fermantazione delle radici di cassava.
Vi segnalo il blog Mamma Iana che propone alcune simpatiche ricette con la cassava, italianizzate.
La parte commestibile della cassava sono i tuberi, che consumati crudi sono tossici, per la presenza di cianoglicosidi, in particolare linamarina (esiste anche una varietà detta "dolce" che può essere consumata cruda). Infatti le radici vengono pelate e lasciate fermentare per qualche giorno in acqua e infine cotte. Le preparazioni alimentari a base di cassava sono molto diverse a seconda delle aree geograficche e assumono nomi diversi. Ad esempio ugali in Tanzania, garri in Nigeria o nshima in Zambia, tanto per citarne solo alcune.
Si mangiano anche le foglie della pianta, anch'esse tossiche e amare, che vanno quindi necessariamente messe a bagno e poi bollite.
E' una pianta che cresce facilmente, resistente alla siccità. Per questa ragione è sempre stata coltivata ovunque, divenendo spesso l'unico alimento di intere popolazioni. Allo stesso tempo è rimasta fuori dalla ricerca in agricoltura.
Sono recentemente, a partire dal 2000, sono iniziati studi e programmi per migliorare la coltivazione della cassava e favorire l'integrazione, con altri cibi, nell'alimentazione. La FAO ha lanciato, nel 2000, un programma chiamato Global Cassava Development Strategy.
Del resto all'uso alimentare esclusivo di cassava (e dei suoi elementi tossici - acido cianitrico) è associata una malattia neurologica chiamata Konzo (chiamata anche mantakassa), descritta per la prima volta alla fine degli anni '40, e spesso dovuta ad un'incompleto processo di fermantazione delle radici di cassava.
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