Nello statuto delle Nazioni Unite, approvato il 26 giugno del 1945, si sottolinea come uno dei compiti principali dell'organizzazione sia quello di "mantenere la pace e la sicurezza". Lo strumento per cui si attua questo compito è fin dal 1948 quello delle missioni internazionali di pace (peacekeeping). Queste missioni, sebbene non specificamente previste nello statuto, sono diventate una prassi con cui gli stati membri intervengono nel tentativo di mantenere la pace a seguito di conflitti (raramente a scopo di prevenzione). Tutte le missioni di pace devono essere decise con una risoluzione del Consiglio di Sicurezza, quindi per capirci, soggette a veto dei cinque paesi che ne hanno diritto (Stati Uniti, Russia, Cina, Francia e Regno Unito).
Ad oggi sono 16 le missioni di pace in corso nel mondo, di cui 7 in Africa, 3 in Asia/Pacifico, 3 in Medio Oriente, 2 in Europa e 1 in America.
La prima missione di pace sotto l'egida delle Nazioni Unite, fu quella che nel maggio 1948 portò l'ONU a posizionare i suoi uomini in Palestina a seguito della nascita dello stato di Israele. La missione, denominata UNTSO (United Nations Truce Supervision Organization) è tutt'ora in corso.
Da quel maggio 1948 ad oggi sono state 68 le missioni di pace, di cui 29 in Africa.
In Africa la prima missione di peacekeeping fu decisa nel luglio 1960 a seguito della crisi nel Congo Belga (tentativo di seccessione del Katanga) e durò fino al giugno del 1964. La missione, denominata ONUC (Operazione delle Nazioni Unite in Congo), con 250 morti tra i caschi blu è stata anche quella che in Africa ha pagato il maggior tributo in termini di vite umane. In assoluto l'UNIFIL, in Libano dal marzo 1978, con 290 morti è quella che ha avuto il numero maggiore di morti tra il personale.
Infatti ad oggi sono state 2850 le vittime (tra militari e forze di polizia civile) degli operatori delle missioni di pace. Di questi ben 1371 sono deceduti in terra d'Africa. Storicamente, nonostante oltre 130 paesi del mondo hanno contribuito ad inviare uomini nelle missioni di pace, sono i paesi in via di sviluppo ad inviare in maggior numero di personale. In questa speciale classifica figurano in testa Pakistan, Bangladesh, India, Nigeria, Egitto, Nepal, Giordania, Ruanda, Ghana e Uruguay.
Alcune missioni occupano solo poche decine di uomini altre sono giunte ad occupare contemporaneamente decine di migliaia di persone come nel caso della UNPROFOR nella ex-Jugoslavia (1992-1995) che arrivò ad avere oltre 38 mila operativi o come nel caso della UNOSOM II in Somalia (1993-1995) che giunse ad avere 28 mila caschi blu.
Nel marzo 2010 erano oltre 100 mila gli uomini impegnati nelle missioni.
La seconda missione di pace da più tempo sul campo è la UNMOGIP (UN Military Observer Group in India e Pakistan) che dal gennaio 1949 controlla il confine Indo-Pakistano a seguito della divisione tra i due stati.
La terza missione in corso più datata è la UNFICYP (UN Peacekeeping Force in Cyprus) che dal marzo 1964 svolge funzione di interposizione tra la Cipro Turca e la Cipro Greca. Ad essa seguono le missioni sulle alture del Golan, dal 1974 e quella in Libano dal 1978.
In Africa la più vecchia missione in corso è quella nel Sahara Occidentale (MINURSO) che nell'aprile 1991 fu incaricata di monitorare il referendum di autodeterminazione del popolo saharawi e che ancora oggi non è stato espletato.
Oggi in Africa, oltre a quella in Sahara Occidentale, vi sono missioni di pace anche in Liberia (dal 2003), in Costa d'Avorio (dal 2004), due in Sudan (in Darfur dal 2007 e ad Abyei dal 2011), in Repubblica Democratica del Congo (dal 2010) e in Sud Sudan (dal 2011).
Tutti gli stati membri sono chiamati a partecipare alla spese (sebbene qualcuno sia molto in ritardo nei pagamenti). I costi delle missioni arrivano a superare, a seconda degli anni, anche i 7 miliardi di dollari. Per fare un esempio la missione più costosa e' quella nel Darfur con 1,7 miliardi di dollari annui, seguita da quella nella Repubblica Democratica del Congo con 1,4 miliardi, da quella ad Haiti 753 milioni, quella nel Libano 545 milioni e quella in Liberia 540 milioni.
Dal 1948 ad oggi le missioni di pace sono costate complessivamente 69 miliardi di dollari.
Purtroppo, nonostante questo grande sforzo in termini economici, in termini di schieramento di forze e di vite umane, la comunità internazionale non è riuscita a prevenire alcune criticità delle missioni (soprattutto nella sfera degli abusi sessuali e del favoreggiamento della prostituzione ad opera del personale) ne quantomeno a prevenire conflitti e genocidi (prima tra tutti quello del 1994 in Ruanda). La riflessione sulla necessità di riformare le missioni di peacekeeping è da tempo in corso.
Per chi vuole approfondire ecco il link alla pagina delle Nazioni Unite sulle missioni e dove è possibile leggere il Report del 2010 sulle Missioni.
2 commenti:
http://www.imdb.com/title/tt0896872/
tratto da un fatto reale
Grazie Francesca, l'ho visto ed è fatto bene anche come film. Purtroppo la situazione è anche peggio (un giorno scriverò qualcosa su questo tema).... quello che è accaduto in Somalia o che accade nella Repubblica Democratica del Congo sono solo esempi.
ciao Gianfranco
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