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martedì 4 ottobre 2011

4 ottobre 1992, è fatta la pace in Mozambico

Il 4 ottobre 1992 a Roma i due nemici storici, il FRELIMO, che guidava il Mozambico e la RENAMO, che da 17 anni combatteva una sanguinosa guerra civile in Mozambico, firmarono uno storico accordo di pace. Le trattative, iniziate ufficialmente il 10 luglio 1990, sebbene contatti fossero in essere sin dal 1987, si svolsero a Roma perchè mediatore tra le parti fu la Comunità di Sant'Egidio (assieme al governo italiano) che a seguito di questo successo sarà conosciuta come l'"ONU di Trastevere".

Il Mozambico è stata una delle colonie portoghesi africane. Nel 1962, nasce dalla fusione di tre gruppi minori, il Frente de Libetacao de Mocambique - FRELIMO, di ispirazione socialista, guidato da Eduardo Mondlane. Trasferiisce nel 1963 la sua base in Tanzania e a partire dal 1964 lancia una guerriglia, contro i portoghesi, per l'indipendenza. Nel febbraio 1969 Mondlane, da alcuni considerato un eroe dimenticato, viene assasinato da una bomba piazzata in un libro: i sospetti saranno sempre addossati ai servizi segreti portoghesi. Gli succede Samora Machel, che continuerà la lotta per l'indipendenza ottenenedola il 25 giugno 1975 e divenendo il primo presidente del Mozambico. Il 19 ottobre 1986 Samora Machel muore in un incidente aereo, quando il suo Tupolev si schianta in territorio sudafricano, abbattuto dai servizi segreti di quel paese. Alla guida del Paese e del partito arriva Joaquim Chissano, già Ministro della Cultura, che guiderà il Mozambico alla pace del 1992. Nel 1994 e nel 1999 sarà confermato nelle libere elezioni battendo il candidato della Renamo. Guiderà il paese fino al 2005, quando si ritira e a vincere le elezioni sarà il compagno di partito Armando Guebuza.


A seguito dell'indipendenza il Mozambico avvia una politica di stampo socialista avvicinandosi politicamente all'Unione Sovietica. La scelta non piace "ai vicini di casa razzisti", in particolare alla Rhodesia (oggi Zimbabwe) e al Sudafrica che sovvenzionano la nascita della Resistencia Nacional Mocambicana -RENAMO - gruppo anti-comunista - che da subito inizia una guerra civile contro il governo. Il primo leader è Andrè Matsangaissa, che era stato espulso dal Frelimo. Nonostante il grande attivismo sul campo (grazie ai finanziatori e agli appoggi dei servizi statunitensi) la Renamo non riesce mai a fare breccia sulla popolazione. Nel 1979 Matsangaissa muore in battaglia e gli succede Afonso Dhlakama che dopo aver continuato la guerra, firmerà con Chissano gli accordi di pace di Roma. Sarà poi candidato presidente, sconfitto, in tutte le tornate elettorali (1994, 1999 e 2004).

Il lavoro di mediazione della Comunità di Sant'Egidio è stato un piccolo capolavoro della diplomazia. Un tela tesa attorno ai protagonisti della guerra civile, basata sulla credibilità e sulla neutralità. Certo questo lavoro e stato favorito dalla situazione internazionale che, a seguito della caduta del sistema sovietico ridisegnava il sistema delle alleanze e dei timori sull'"avanzata comunista in Africa". Insomma in pochi mesi i motivi non locali che avevano determinato 17 anni di guerra, un milione di morti e oltre 6 milioni di sfollati si dissolvevano nel nulla. Il Sudafrica inoltre dopo aver liberato Mandela e si avviava verso la prima presidenza nera della sua storia. Oramai le ragioni che continuavano a contrapporre il popolo mozambicano erano solo legate a vecchi rancori e alla necessità di mantenere alcuni "privilegi" conquistati sul campo. 
Certo anche l'assenza di risorse interne da sfruttare (come invece avvenuto in Angola) e con cui continuare a pagarsi la guerra, ha favorito la distensione e la pace.
Un pace che è stata duratura, indicata spesso come modello e che ha consentito una stabilità politica che fanno oggi del Mozambico, un paese povero, ma in costante crescita.

I mediatori dell'accordo di pace furono in quattro: Mario Raffaelli, in rappresentanza del governo italiano (deputato socialista dal 1979 al 1994, sottosegretario agli Affari Esteri dal 1983 al 1989, attuale presidente dell'AMREF Italia), Jaime Goncalves, arcivescovo di Beira, Andrea Riccardi, storico e fondatore nel 1968 della Comunità di Sant'Egidio e Don Mario Zuppi della Comunità di Sant'Egidio, parrocco di Trastevere.

Alla firma parteciparono il Ministro degli Esteri italiano Colombo, il presidente dello Zimbabwe Mugabe, il presidente dello Botswana Masire, il vice-presidente del Kenya Saitoti, il Ministro Esteri del Sudafrica Botha, il Ministro di Stato del Malawi Tembo e l'ambasciatore Haggag, assistente del segretario-generale dell'Organizzazione dell'Unità Africana.


Ecco l'articolo del Corriere della Sera, all'indomani della firma degli accordi di pace
Ecco la pagina della Comunità di Sant'Egidio, in occasione dei dieci anni di pace, in cui è possibile trovare documenti e analisi.

Vai alla pagina di Sancara sulle Date storiche per l'Africa

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