La terrazza proibita. Vita nell'harem è un libro autobiografico scritto da una delle voci più interessanti del maghreb, la sociologa e scrittrice marocchina Fatema Mernissi pubblicato da Giunti, nella collana Astrea, nel 1996.
Il libro racconta la storia dell'autrice, nata a Fez nel 1940, all'interno di un harem. E' una memoria d'infanzia (l'autrice nasce nel 1940 e cresce nell'harem del padre e dello zio) che oscilla tra un forte legame con la tradizione e la cultura araba da un lato, e la ricerca della modernità dall'altro. Ne esce una biografia delicata, sensibile, a volte giocosa e affascinante, altre cupa e drammatica.
Fatema riesce a sfatare il mito dell'harem, sia nelle sue connotazioni negative, facendolo apparire un luogo del quotidiano e di formazione, sia in quelle - soprattutto maschili- che lo idealizzano come regno del piacere (gli uomini della casa sono tutti monogamici e spesso "tiranneggiati" dalle mogli).
L'autrice resta comunque sempre legata alla sua cultura d'origine che difende nei suoi aspetti più veri.
La storia è centrata sul luogo della terrazza che sovrasta la casa- che dà il titolo al libro - che rappresenta il simbolo dell'evasione, del contatto con il mondo esterno, ma anche del proibito e della trasgressione.
Parallelamente alla vita - forse un pò ovattata all'interno delle mura di casa - si svolgono le vicende politiche e sociali che portarono all'indipendenza del Marcocco e di cui gli uomini di casa, sono a loro modo, protagonisti.
La Mernissi guida il lettore verso una intima conoscenza delle tradizioni e della cultura araba (bello il racconto sull'hammam e sulla ricerca della bellezza al femminile), svelandone i segreti attraverso gli occhi di una bimba che deve crescere e comprendere la realtà in cui vive, spesso nelle difficoltà. Sarà infatti la madre a suggerirgli come comportarsi,"devi imparare a gridare e protestare, proprio come hai imparato a camminare e parlare. Piangere davanti agli insulti è come chiederne ancora", gli dice in un difficile momento.
Un bel libro, per capire un mondo a voltem, per noi, molto lontano.
Fatema Mernissi, è nata da una famiglia borghese a Fez nel 1940. Studia in Francia e negli Stati Uniti. Oggi insegna Sociologia all'Università Mohammed V di Rabat. E' ritenuta una grande studiosa del Corano, su cui svolge attività di ricerca in ambito internazionale, in particolare sul ruolo della donna (viene ritenuta una "femminista islamica"). Il suo impegno è massimo nella ricerca di relazioni tra i popoli del Mediterraneo, convinta sostenitrice della necessità di integrare culture e conoscenze. Ha pubblicato oltre a qualche romanzo, soprattutto saggi sull'islam e il ruolo delle donne nella cultura mussulmana.
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Il libro racconta la storia dell'autrice, nata a Fez nel 1940, all'interno di un harem. E' una memoria d'infanzia (l'autrice nasce nel 1940 e cresce nell'harem del padre e dello zio) che oscilla tra un forte legame con la tradizione e la cultura araba da un lato, e la ricerca della modernità dall'altro. Ne esce una biografia delicata, sensibile, a volte giocosa e affascinante, altre cupa e drammatica.
Fatema riesce a sfatare il mito dell'harem, sia nelle sue connotazioni negative, facendolo apparire un luogo del quotidiano e di formazione, sia in quelle - soprattutto maschili- che lo idealizzano come regno del piacere (gli uomini della casa sono tutti monogamici e spesso "tiranneggiati" dalle mogli).
L'autrice resta comunque sempre legata alla sua cultura d'origine che difende nei suoi aspetti più veri.
La storia è centrata sul luogo della terrazza che sovrasta la casa- che dà il titolo al libro - che rappresenta il simbolo dell'evasione, del contatto con il mondo esterno, ma anche del proibito e della trasgressione.
Parallelamente alla vita - forse un pò ovattata all'interno delle mura di casa - si svolgono le vicende politiche e sociali che portarono all'indipendenza del Marcocco e di cui gli uomini di casa, sono a loro modo, protagonisti.
La Mernissi guida il lettore verso una intima conoscenza delle tradizioni e della cultura araba (bello il racconto sull'hammam e sulla ricerca della bellezza al femminile), svelandone i segreti attraverso gli occhi di una bimba che deve crescere e comprendere la realtà in cui vive, spesso nelle difficoltà. Sarà infatti la madre a suggerirgli come comportarsi,"devi imparare a gridare e protestare, proprio come hai imparato a camminare e parlare. Piangere davanti agli insulti è come chiederne ancora", gli dice in un difficile momento.
Un bel libro, per capire un mondo a voltem, per noi, molto lontano.
Fatema Mernissi, è nata da una famiglia borghese a Fez nel 1940. Studia in Francia e negli Stati Uniti. Oggi insegna Sociologia all'Università Mohammed V di Rabat. E' ritenuta una grande studiosa del Corano, su cui svolge attività di ricerca in ambito internazionale, in particolare sul ruolo della donna (viene ritenuta una "femminista islamica"). Il suo impegno è massimo nella ricerca di relazioni tra i popoli del Mediterraneo, convinta sostenitrice della necessità di integrare culture e conoscenze. Ha pubblicato oltre a qualche romanzo, soprattutto saggi sull'islam e il ruolo delle donne nella cultura mussulmana.
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