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mercoledì 25 gennaio 2012

25 gennaio 2011 inizia la rivoluzione in Egitto

Per ora il 25 gennaio 2011 non è ancora una data storica per l'Africa. Non sempre un evento assume un'importanza riconosciuta e chiara a poca distanza dal suo svolgersi. E' una data però importante per milioni di egiziani (e non solo) che infatti oggi sono scesi, in molti, in Piazza Tahrir, a festeggiare l'inizio della Rivoluzione che portò alla caduta di Hosni Mubarak avvenuta poi l'11 febbraio del 2011. Certo in molti anche a piangere i martiri di quella rivoluzione, che le stime non ufficiali, quantificano essere almeno 800.
E' passato un anno, l'Egitto è ancora lontano da aver trovato stabilità, democrazia e pace. Ma molti passi sono stati fatti, certo non tutti nella direzione che molti, almeno in Occidente, si aspettavano.
E' caduto un governo - quello di Mubarak - che durava da 30 anni. Il potere è rimasto però saldamente in mano ai militari, che dal 1952, l'anno della rivolta dei liberi ufficiali di Gamal Nasser, l'hanno sempre detenuto senza soluzione di continuità. Si è anche votato. Gli egiziani hanno affidato il futuro del Paese nelle mani dei Fratelli Mussulmani (con il 46% dei seggi), storica formazione nata nel 1928, osteggiata da Nasser, coinvolti nell'assassinio di Sadat nel 1981 e oggi su posizioni più moderate. Naturalmente la situazione non è ancora fluida. I Fratelli Mussulmani (ripeto, eletti dal popolo egiziano) non hanno la maggioranza per governare, dovranno allearsi o con i conservatori salafiti di Al Nour (26 % dei seggi alle elezioni) o con lo storico partito nazionalista Al-Wafd (che ha ottenuto il 7% dei seggi) o con i laici del Blocco Egiziano (6% alle elezioni). Certo a condizione che i militari, che in quasi 60 anni ininterrotto di potere, detengono l'intero potere, sia quello politico sia quello economico, siano disposti a lasciar fare.
Intanto in preparazione di questa giornata di festa (o di lotta, secondo alcuni) i militari, in modo propangandistico, hanno posto fine allo stato d'emergenza che durava dal 1981, le opposizioni - gli attivisti della rivoluzione - hanno chiamato alla lotta per continuare quella che da più parti è definita come una "rivoluzione incompleta".
Un anno non è sufficiente per modificare le sorti di un grande Paese come l'Egitto dopo decenni di controllo e di "informazione di stato". Certo chi si aspettava un grande Paese dell'Africa del Nord, laico e "occidentale", con continuare ad avere lo stesso atteggiamento, è rimasto, per ora, fortemente deluso.

 

Per approfondimenti e per seguire l'evolversi della situazione (anche per avere una voce diversa da quella che spesso si leggono sui nostri media) vi segnalo il blog Il Mio Egitto - Diario della Rivoluzione Egiziana.

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