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mercoledì 18 gennaio 2012

Gule Wamkulu

Il Gule Wamkulu è una danza rituale che accompagna generalmente il passaggio verso l'età adulta e che è praticata dall'etnia Chewa, in Malawi, Zambia e Mozambico. Il rito viene poi usato in molte delle occasioni importanti come la celebrazione del raccolto, un matrimonio, un funerale o l'incoronazione del nuovo capo. Dal 2005 la danza (e in generale il culto segreto che l'accompagna) è diventato Patrimonio Immateriale dell'UNESCO.
Il rito (gule wamkulu significa semplicemente grande danza) può essere datato al XVII secolo, ovvero ai tempi dell'Impero Chewa e viene "custodito" e praticato dai membri di una società segreta chiamata Nyau. Infatti il rito, osteggiato dall'arrivo dei cristiani e dei coloni britannici dopo, ha dovuto sopravvivere in modo per così dire "clandestino" per alcuni secoli.
Molti dei membri della società di iniziati Nyau appartengono anche alla chiesa cristiana (nel rito sono stati anche inseriti elementi provenienti dalla religione cristiana). Oggi il rito ha perso gran parte delle sue radici, divenendo più una sorta di spettacolo, spesso ad uso del turismo.
La danza è ballata da uomini mascherati (le maschere sono tramandate da generazioni) vestiti di pelli di animali e vuole simboleggiare il contatto tra il mondo ancestrale spirituale e il presente, attraverso l'intero spettro delle emozioni e delle azioni dell'esistenza umana. Si tratta secondo alcuni da un lato di un rito di passaggio e dall'altro di un tentativo di mantenere la propria identità rispetto all'esterno (ovvero ai non Chewa).
Per chi desidera approfondire, vi posto il link di un interessante articolo del 2007, scritto da Anusa Daimon del Dipartimento di Storia dell'Univesrità dello Zimbabwe, sul ruolo del Gule Wamkulu nella costruzione dell'identità Chewa.

Il video di seguito è tratto invece dai documenti dell'UNESCO.


L'impegno dell'UNESCO per salvaguardare il Gule Wamkulu è un progetto multinazionale atto a non disperdere un patrimonio secolare, favorendo l'apprendimento delle tecniche alle nuove generazioni di iniziati e diffondendone la conoscenza. Vi è poi il tentativo di favorire da un lato la divulgazione con l'organizzazioni di festival  e di incontri tra le comunità e dall'altro di salvagurdare il patrimonio degli oggetti (maschere, suoni, materiali e tutto quanto ruota intorno ai preparativi e alla danza) e delle documentazioni afferenti al Gule, tutelandone anche gli aspetti della protezione legale.

Ecco un sito (www.gulewamkulu.net) con molte documentazioni su questa danza.


Vai alla pagina di Sancara sui Patrimoni Immateriali dell'Umanità in Africa

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