I Baka (chiamati anche Bayaka, Bebayaka, Bebayaga o Bibaya) sono un popolo nomade che vive nelle foreste pluviali equatoriali del Camerun, del Gabon e del Congo. Stando a delle stime (calcolare il loro numero non risulta facile) sono un numero che varia da 30.000 a 40.000 individui. Appartengono a quel vasto gruppo di popoli pigmei, per la loro bassa statura. Hanno grandi similitudini con altri popoli pigmei come gli Aka, i Twa e i Mbuti.
Si accampano nella foresta in capanne unifamiliari a forma di igloo, chiamate mongulu, costruite dalle donne con foglie e rami. Restano nella stessa area fino a quando la foresta è in grado di sfamarli, poi si spostano.
Vivono utilizzando quello che la foresta offre, ovvero cacciando (gli uomini) con frecce avvelenate o trappole, e nutrendosi di miele (sono abili raccoglitori) e di altri prodotti come frutti selvatici e funghi. I Baka sono inoltre grande conoscitori delle piante della foresta che utilizzano per produrre i veleni per le frecce ed i medicamenti. Hanno anche delle complesse tecniche di pesca. Hanno uno spirito molto comunitario, percui tutti i prodotti della caccia o della raccolta, vengono divisi tra tutti i nuclei familiari.
Sono animisti e credono in uno spirito della foresta chiamato Jengi. Hanno delle complesse danze rituali che sono accompagnate da canti polifonici e da strumenti a percussione, mentre continuano a praticare un rito di iniziazione che segna l'ingresso di ogni maschio Baka nell'età adulta.
La musica è un elemento di primaria importanza per i Baka, che la coltivano fin dalla tenera età. Del resto, come gli antropologi hanno sempre sostenuto, l'udito e i suoni sono fondamentali per la sopravvivenza nella foresta dove spesso la vista si ferma a poche decine di metri. I Baka hanno la capacità di "ascoltare" la foresta. Il rapporto con la foresta per i Baka è la vera essenza della loro cultura. La foresta offre tutto quello che è necessario per vivere, per conoscere e per credere.
La musica è un elemento di primaria importanza per i Baka, che la coltivano fin dalla tenera età. Del resto, come gli antropologi hanno sempre sostenuto, l'udito e i suoni sono fondamentali per la sopravvivenza nella foresta dove spesso la vista si ferma a poche decine di metri. I Baka hanno la capacità di "ascoltare" la foresta. Il rapporto con la foresta per i Baka è la vera essenza della loro cultura. La foresta offre tutto quello che è necessario per vivere, per conoscere e per credere.
Purtroppo negli ultimi decenni la loro sopravvivenza è fortemente minacciata dalla deforestazione, che da un lato toglie loro i luoghi della loro vita e dall'altra li costringe ad uscire dalle foreste scegliendo una vita più sedentaria (costruscono capanne non lontano dai villaggi delle popolazioni bantu di cui sono spesso vittime di suprusi) che rompe ogni legame con le loro antiche tradizioni.
Tra i maggiori conoscitori del popolo Baka vi è un antropologo italiano, Luis Devin , che per anni ha vissuto con loro, carpendone i segreti più remoti. A breve uscirà un suo libro (La foresta ti ha. Storia di un'iniziazione, Castelvecchio Editore). Questo è il suo sito riccamente documentato e con stupende immagini.
Tra i primi invece a scrivere sul popolo Baka fu Lisa Silcock alla fine degli anni '80.
I Baka sono una etnia che per le loro caratteristiche - qualcuno li ha descritti come un "popolo che vive in un limbo tra passato e presente" - hanno sempre destato curiosità ed interesse. Girando per la rete si possono trovare informazioni, immagini, approfondimenti sulla loro musica e sulla loro capacità di adattamento nella foresta. Non manca naturalmente chi cerca di aiutare la loro sopravvivenza. Tra i tanti vi segnalo l'Associazione Dokita, attiva con un progetto in loco, e naturalmente Survival International, che da tempo segue la delicata situazione dei popoli pigmei dell'Africa centrale.
Tra i primi invece a scrivere sul popolo Baka fu Lisa Silcock alla fine degli anni '80.
I Baka sono una etnia che per le loro caratteristiche - qualcuno li ha descritti come un "popolo che vive in un limbo tra passato e presente" - hanno sempre destato curiosità ed interesse. Girando per la rete si possono trovare informazioni, immagini, approfondimenti sulla loro musica e sulla loro capacità di adattamento nella foresta. Non manca naturalmente chi cerca di aiutare la loro sopravvivenza. Tra i tanti vi segnalo l'Associazione Dokita, attiva con un progetto in loco, e naturalmente Survival International, che da tempo segue la delicata situazione dei popoli pigmei dell'Africa centrale.
Ecco anche un'altro sito per approfondire la conoscenza del popolo Baka.
Questo interessante articolo di approfondimento sullo sviluppo umano e la cultura tra i Baka.
Oppure questo video di National Geographic del 1988 sui Baka.
1 commento:
Non li vogliamo in italia! Via con il vostro barcone Viva Salvini
Posta un commento