Dal sito Pambazuka News |
Il 21 marzo 1960, circa 7000 persone disarmate, si trovarono nella piazza di Sherpeville in Sudafrica per protestare contro l'ennesima legge razziale, la quale confinava, sempre di più, i sudafricani di colore ai margini della società. Si trattava della Urban Areas Act, un decreto che obbligava gli abitanti di pelle nera ad esibire un lasciapassare (concesso solo a quelli che lavoravano all'interno) per recarsi nelle zone ad uso esclusivo dei bianchi. La protesta fu organizzata dal Pan Africanist Congress (PAC) guidato da Robert Mangaliso Sobukwe, che in seguito fu incarcerato fino al 1969. La polizia, dopo aver tentato con ogni mezzo di disperdere la folla, alle 13.15 iniziò a sparare. I dati ufficiali parlano di 69 morti (tra cui 8 donne e 10 bambini) e 180 feriti. La polizia continuò a sparare anche quando i dimostranti si diedero alla fuga, infatti molti furono colpiti alla schiena.
I funuerali delle vittime |
Il massacro segnò un punto di rottura e di scontri tra il governo segregazionista e la popolazione nera. A seguito delle proteste che si susseguirono con intensità i giorni successivi, il 30 marzo 1960 il governo decretò la Legge Marziale che in poco tempo portò all'arresto di oltre 18 mila persone, tra cui il leader del PAC Robert Sobukwe. L'8 aprile il governo mise al bando l'ANC e il PAC, cosa che diede forza alla componenete militarista e armata del movimento che già a partire dal dicembre 1961 iniziò la sua azione contro gli obiettivi governativi.
Il 1 aprile 1960, con la Risoluzione 134 del Consiglio di Sicurezza, le Nazioni Unite condannarono il Sudafrica. Inizierà così un lungo isolamento, politico ed economico del paese (culminato anche nel 1961 con l'esplusione del Sudafrica dal Commonwealth), che di fatto contribuirà, con grande lentezza, agli sviluppi storici che portarono, a partire dagli anni '90, al superamento dell'odioso regime dell'apartheid.
La data e il luogo di Sherpeville sono diventata un simbolo e un monito per il Sudafrica e per il mondo intero.
Dal 21 marzo 1994 in Sudafrica si celebra la Giornata dei Diritti Umani. L'8 maggio 1996, il primo Presidente nero del Sudafrica, Nelson Mandela, volle firmare a Sharpeville la nuova Costituzione del paese.
Il 21 marzo 2001 fu inaugurato un memoriale delle vittime del massacro, posto difronte alla Stazione di Polizia.
A partire dal 21 marzo 2005 le Nazioni Unite hanno decretato il 21 marzo come la "Giornata Internazionale per l'eliminazione della discriminazione razziale".
Secondo molti il massacro di Sherpeville fu l'inizio della caduta del regime razzista sudafricano. Certo bisognerà aspettare trenta lunghissimi anni - che il leader della lotta, Nelson Mandela, passerà interamente in galera - prima di dare la spallata definitiva all'odioso sistema. Quel che invece è certo, è che ancora oggi i vecchi del Paese, amano ricordare il 21 marzo come il "giorno degli eroi".
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