L'11 giugno 2010 è stata una data importante per lo sport mondiale e per l'Africa in particolare. Con la partita inaugurale Sudafrica-Messico - finita 1 a 1 - si inaugurò la 19° edizione dei Mondiali di Calcio, per la prima volta nel continente africano. La decisione sulla scelta del luogo del campionato avvenne sei anni prima, il 15 maggio 2004, quando la FIFA optò di affidare l'organizzazione al Sudafrica.
Il Sudafrica battè le concorrenti Egitto e Marocco, in una sfida tutta africana a seguito della decisione, del 2001, di affidare al continente l'organizzazione dei mondiali (in gara c'erano inizialmente anche Tunisia-Libia, esclusi con il divieto di organizzare congiuntamente i giochi).
Quando i giochi furuno assegnati al Sudafrica prevalse subito, la quasi certezza, che il paese (ma in genere l'Africa) non sarebbe stato all'altezza di organizzare la maggior competizione calcistica del mondo. Mentre in Sudafrica si lavorava con convinzione alla costruzione e all'ammodernamento degli stadi, nei salotti della FIFA, si lavorava a soluzioni alternative, come quella di affidare i campionati in emergenza alla Germania, che già li aveva ospitati nel 2006.
Grazie alla tenacia dei Sudafricani, al prestigio internazionale di cui godeva Nelson Mandela e alla convinta decisione del presidente della FIFA, lo svizzero Joseph Blatter, i mondiali si sono svolti regolarmente e positivamente per la prima volte in Africa. I mondiali sudafricani saranno ricordati soprattutto per la pessima figura del calcio italiano (eliminato, da campione in carica, nei gironi), per la straordinaria squadra della Spagna (capace di vincere per la prima volta i mondiali battendo in finale l'Olanda), per l'inno cantato dalla colombiana Shakira (Waka Waka - This is Time fo Africa) divenuto rapidamente un tormentone e per le vuvuzelas, le trombette di plastica usate dai tifosi, che spesso coprivano perfino il commento dei telecronisti!
Ma, Sudafrica 2010, è stato anche la prima volta in cui hanno partecipato 6 squadre africane alla finale. Un record dovuto al fatto che assieme alle 5 qualificate del continente (a partire dal 1998, prima erano tre) si è aggiunta la nazione ospitante qualificata di diritto.
Il logo ufficiale di Sudafrica 2010 |
Il Ghana di fatto ha sfiorato l'impresa storica. Nella tiratissima gara con l'Uruguay, dopo il pareggio (1-1) ha avuto l'occasione di approndare, prima volta per l'Africa alle semifinali. Infatti nell'ultimo minuto dei tempi supplementari ha battuto un calcio di rigore, che il giocatore Gyan ha stampato sulla traversa. In quell'attimo tutto il continente africano si è ammutolito, quella traversa ha soffocato l'urlo che da Algeri a Città del Capo era pronto a liberarsi ad unisono. Nella successiva lotteria dei rigori, l'Uruguay ha conquistato la semifinale, dando il colpo decisivo alle speranze africane.
Sono complessivamente 13 i paesi africani che hanno partecipato alla fase finale dei Campionati Mondiali di calcio. Il Camerun, con 6 presenze (1982,1990, 1994,1998,2002 e 2010) detiene il record assoluto, seguito dalla Nigeria, la Tunisia e il Marocco con 4. Con 3 presenze Sudafrica e Algeria, mentre con 2 il Ghana, la Costa d'Avorio e l'Egitto. Infine, con una partecipazione l'Angola, il Togo, il Senegal e lo Zaire (oggi RD del Congo).
Sono complessivamente 13 i paesi africani che hanno partecipato alla fase finale dei Campionati Mondiali di calcio. Il Camerun, con 6 presenze (1982,1990, 1994,1998,2002 e 2010) detiene il record assoluto, seguito dalla Nigeria, la Tunisia e il Marocco con 4. Con 3 presenze Sudafrica e Algeria, mentre con 2 il Ghana, la Costa d'Avorio e l'Egitto. Infine, con una partecipazione l'Angola, il Togo, il Senegal e lo Zaire (oggi RD del Congo).
Ho avuto la fortuna di essere in Africa durante i Campionati Mondiali del 1994. Si svolgevano negli Stati Uniti e la differenza di fuso orario permetteva di vedere le partite a pomeriggio inoltrato. Qualche ora prima dell'inizio delle gare importanti (quelle dell'Italia), si partiva in macchina, si percorrevano oltre 60 chilometri per recarsi a Basse, dove all'interno dell'MRC (un Istituto di ricerca medico inglese) vi era l'unico televisore nel raggio di oltre 300 chilometri. Ci si sintonizzava sulla TV Senegalese che trasmettava in diretta (via televisone francese) i Mondiali. La televisone - nemmeno di grandissime dimensioni - era stata posta nel cortile, sotto un grande albero in modo da limitare l'effetto della luce del sole, e mediamente tra persone sedute (su sedie e per terra) ed in piedi ci si avvicinava ai 200 spettatori. Il tifo era potente e le urla e i commenti, come in tutte le partite che si rispettino, erano continui. Agli ottavi di finale vi fu poi una sfida straordinaria. Si giocava Italia-Nigeria. In quell'occasione imparai che l'Africa - dietro alle sue enormi divisioni - nasconde un senso di unità che per noi europei è perfino incomprensibile. Tutti, oltre ai gambiani e senegalesi (per ovvie ragioni), vi erano nigeriani, ghanesi, avoriani, maliani e guineiani, a tifare per la Nigeria, unica africana ancora in gara. I giorni precedenti alla partita gli scherzi con amici e colleghi africani erano continui e le previsioni non mancavano.
Il giorno della partita, ci recammo con grande anticipo alla nostra televisone nel giardino, oltre 300 persone erano già assipate e altre ne arrivarono. Eravamo due-tre bianchi in mezzo ad una marea nera, festosa e chiassosa.
La partita iniziò nel boato collettivo. Ad ogni azione le urla si moltiplicavano e la tensione saliva. Al 26' del primo tempo, la svolta. Emmanuel Amuneke portò in vantaggio la Nigeria, grazie ad uno stupendo assist involontario della difesa italiana. La Nigeria era in vantaggio. Il tifo cresceva e i minuti passavano. Al 75' del secondo tempo, Gianfranco Zola, entrato da dieci minuti, veniva (ingiustamente) espulso e l'Italia restava in dieci. Oramai tutti erano pronti alla storica impresa, una squadra africana ai quarti dopo aver battuto l'Italia. Ma, come spesso avviene nel calcio, all'88' Roberto Baggio, lasciato ingenuamente solo al centro dell'area pareggio'.
La mia reazione fu di quelle classiche: urlo con repentina alzata dalla sedia..... e ancora urlo. In quel momento, voltandomi, realizzai di essere l'unico felice, in un mare di volti improvvisamente silenti e tristi! Baggio con quel goal spense i sogni dell'intera Africa. Poco dopo, al 102' minuto del primo tempo supplementare, Baggio calciò il rigore che diede vittoria e qualificazione all'Italia.
La partita iniziò nel boato collettivo. Ad ogni azione le urla si moltiplicavano e la tensione saliva. Al 26' del primo tempo, la svolta. Emmanuel Amuneke portò in vantaggio la Nigeria, grazie ad uno stupendo assist involontario della difesa italiana. La Nigeria era in vantaggio. Il tifo cresceva e i minuti passavano. Al 75' del secondo tempo, Gianfranco Zola, entrato da dieci minuti, veniva (ingiustamente) espulso e l'Italia restava in dieci. Oramai tutti erano pronti alla storica impresa, una squadra africana ai quarti dopo aver battuto l'Italia. Ma, come spesso avviene nel calcio, all'88' Roberto Baggio, lasciato ingenuamente solo al centro dell'area pareggio'.
La mia reazione fu di quelle classiche: urlo con repentina alzata dalla sedia..... e ancora urlo. In quel momento, voltandomi, realizzai di essere l'unico felice, in un mare di volti improvvisamente silenti e tristi! Baggio con quel goal spense i sogni dell'intera Africa. Poco dopo, al 102' minuto del primo tempo supplementare, Baggio calciò il rigore che diede vittoria e qualificazione all'Italia.
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2 commenti:
bellissimo post!
ti leggo spesso e mi piace assai il tuo blog, specie perché posso imparare tante cose sull'Africa, continente affascinante ma per me molto lontano
grazie
Grazie Elisa, per il commento e per il fatto di seguire Sancara. Mi auguri, che anche attraverso il mio blog, tu possa avvicinarti, e amare, questo straordinario continente.ora sono in ferie, ma a breve Sancara ritornera' con nuovi post e nuove energie. Ciao e grazie
Gianfranco, Sancara
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