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mercoledì 11 luglio 2012

African National Congress (ANC)

L'8 gennaio 1912, in una chiesa di Bloemfontein, in Sudafrica, fu fondato il partito che sarebbe diventato poi il simbolo della lotta contro la segregazione razziale e l'immagine di un uomo, Nelson Mandela, che nella fase più dura dello scontro con il governo bianco, l'ha guidato. Nato in difesa dei diritti e della libertà della popolazione nera maggioritaria (nacque come South African Native National Congress -SANNC, cambiando nell'attuale nome nel 1923) all'indomani dell'autonomia dell'Unione Sudafricana (avvenuta il 31 maggio 1910) come dominion britannico in mano ai coloni bianchi. Primo presidente (fino al 1917) fu il poeta, filosofo, giornalista e insegnante di etnia zulu, John Dube che assieme a Pixley ka Isaka Seme (Presidente dal 1930 al 1936) e a Solomon Tshenkiako Pleatje (Segretario Generale del partito dal 1912 al 1915) aveva contribuito a fondare il partito. Nel 1917 la Presidenza del partito fu affidata a Selako Mapogo  Makgatho, che guidò la fase che portò all'attuale nome il partito e lo resse fino al 1924.
John Dube, primo Presidente ANC (dalla rete)
Nel 1927, dopo la presidenza di Zaccheus Mahabane (che guiderà il partito anche dal 1937 al 1940), il partito fu guidato da Josiah Tshagane Gumede, anch'esso tra i padri fondatori, che propose una solida alleanza con il Partito Comunista Sudafricano (che era nato nel 1921 tra i minatori bianchi e che nel 1924 aveva stravolto la sua politica rivolgendosi soprattutto ai natii, ovvero ai neri). La sua proposta fu messa in minoranza e egli stesso fu espulso dal partito nel 1930. Nel 1929 l'ANC fu però a fianco dei minatori durante gli scioperi.
Nel 1931 nacque la Bantu Woman Leagues, guidata dal Charlotte Makongo Maxeke, embrione della futura ANC Woman League (che nascerà ufficialmente nel 1948) e che per molti anni sarà guidata da Winnie Madikìizela, moglie di Mandela dal 1958 al 1996.
Dopo un decennio di "crisi" del partito, che fu guidato prima Pixley ka Isaka Seme (1930-1936) e poi nuovamente da Muhabane (1937-1940), la svolta avvenne durante la presidenza del medico Alfred Bititi Xuma (1940-1949), quando una nuova generazione di giovani, di impostazione decisamente più radicale, cominciò a premere, chiedendo una svolta ad un partito che rischiava di diventare "conservatore" nelle sue modalità di operare.
Luthuli (sn) e Tambo (ds) - dalla rete
Fu così che nel 1944 fu fondata, ad opera  di tre uomini che hanno fatto poi la storia di questo partito, ovvero Nelson Mandela (1918), Oliver Tambo (1917-1993) e Walter Sisulu (1912-2003) (con loro anche Nick Gombart e Ashley Peter Mda) la Lega Giovanile dell'ANC che per la fine degli anni '40 ebbe il controllo del partito e lo trasformò in un movimento di massa. Quando il governo razzista sudafricano del Partito Nazionalista di Daniel Malan, nel 1948 promulgò le leggi che portarono all'apartheid (cioè alla politica della saparazione tra bianchi e neri che durerà fino al 1994) l'ANC diventò il punto di aggregazione delle proteste della maggioranza nera.
Mandela (sn) e Sisulu (ds) -dalla rete
Nel dicembre 1949, grazie anche all'appoggio della Lega Giovanile dell'ANC, alla  presidenza fu eletto un'altro medico, James Sebe Moroka (1949-1952), che proveniva dall'All African Convention (AAC) ed era iscritto solo alla Lega Giovanile dell'ANC (la cosa scatenò una notevole disputa interna). Durante la sua presidenza l'ANC pianificò le sue azioni di contrasto all'apartheid. Nel 1950, quando il governo Sudafricano bandì per legge il Partito Comunista molti membri dell'ANC, tra cui Moroka e Mandela, furono accusati di "simpatie comuniste", e mentre la maggioranza dell'ANC era pronta a battersi per la libertà di espressione e per l'uguaglianza tra le razze, Moroka intraprese una strada individuale (arrivando perfino ad accusare in aula alcuni membri dell'ANC di comunismo) che gli costò l'espulsione dal partito. A prendere le redini del partito fu allora l'insegnante Albert John Luthili (che aveva aderito all'ANC nel 1944) che dal dicembre 1952 guidò il partito fino alla sua morte avvenuta nel 1967.
Luthuli seppe imprimere (nonostante l'acuirsi delle dispute interne al partito) una linea pacifista e non violenta al movimento, il quale, a partire dal 1953, lanciò una serie di operazioni contro la politica del governo, che si ispiravano alle lotte non violente di Gandhi in India (Gandhi, aveva soggiornato quasi senza soluzioni di contnuità in Sudafrica dal 1893 al 1914, divenendo un leader delle lotte e delle rivendicazioni degli indiani sudafricani) e al cristianesimo in cui Luthuli si era formato.
Nel dicembre 1956 oltre 100 esponeneti dell'ANC (tra cui Luthili, che uscirà alla fine del 1957)  furono arrestati e processati. Nel 1959 vi sarà anche la prima scissione importante in seno all'ANC, quando un gruppo capeggiato da Robert Sobukwe fondò il Pan Africanist Congress (19 aprile 1959). Il PAC chiedeva una modifica della Freedom Charter (del 1955) dell'ANC che permettesse l'allargamento ad altri soggetti, tra cui il Partito Comunista, nell'azione coingiunta contro il governo.
Oliver Tambo (dalla rete)
Il 21 marzo 1960, con il massacro di Sheperville, in cui la polizia sparò, uccidendo 70 persone tra cui donne e bambini, durante una manifestazione organizzata dal PAC, la lotta si inasprì, costringendo da un lato alla clandestinità l'ANC e dall'altro convinse molti suoi leader, primo tra tutti Mandela, della necessità di abbandonare la lotta non violenta a favore della lotta armata.
Alla fine del 1961, Albert Luthuli sarà anche il primo africano nero a ritirare un premio Nobel (quello per la Pace), proprio mentre all'interno dell'ANC nasceva (16 dicembre 1961), per volere di Nelson Mandela, l'ala militarista Umkhonto we Sizwe (abbreviato MK) (lancia della nazione). L'MK ebbe l'appoggio del Partito Comunista Sudafricano e strinse contatti con le guerriglie attive dell'intera Africa del Sud (MPLA, FRELIMO, ZAPU e SWAPO). L'organizzazione (definita terroristica dal governo Sudafricano) ebbe basi in Mozambico, Botswana, Angola e Swaziland ed operò fino al 1 aprile 1990 e nel 1994 i suoi militanti furono integrati nell'esercito sudafricano.
Il 5 agosto 1962 Nelson Mandela, fu arrestato (resterà in carcere fino all'11 febbraio 1990). La prigionia, la tenacia dell'uomo, la sua forza, il suo carisma lo faranno diventare non solo il leader indiscusso dell'ANC, ma anche, e soprattutto, il simbolo di una lotta, di un popolo e di una razza in Africa e e nel Mondo.
Il 21 luglio 1967 Albert Luthuli morirà in un incidente (ucciso da un treno merci), alla guida del partito sarà designato l'avvocato Oliver Tambo, che dal 1960 si trovava all'estero incaricato di tessere i contatti con l'estero e raccogliere i fondi necessari per la lotta.
Tambo guiderà dall'estero l'ANC fino al 1991, pur riuscendo segretamente sempre a dialogare con Mandela (e l'altro storico, Albert Sisulu, anch'egli arrestato nel 1963 e rilasciato nel 1989) in carcere ed a condividerne le linee poltitiche e strategiche.
Negli anni Tambo dovrà affrontare, non solo la lotta contro il governo segregazionista sudafricano, ma anche i difficilissimi rapporti (sfociati anche in durissimi scontri al limite della guerra civile) con l'Inkatha Freedom Party di Mangosuthu Buthelezi e con l'estremismo, anche culturale, del Black Consciousness Movement di Steve Biko.
Uno giovanissimo Mandela (dalla rete)
Nel 1991, dopo la liberazione di Mandela e gli accordi di pace con il governo sudafricano (frutto anche di uno straordinario lavoro diplomatico dei leader dell'ANC), Oliver Tambo (che morirà di ictus il 23 aprile 1993, senza riuscire a vedere il trionfo di Mandela quando nel 1994 diventerà il primo Presidente nero del Sudafrica), consegnerà la presidenza del partito a Nelson Mandela (1991-1997). Alle prime elezioni libere del Sudafrica nel 1994, l'ANC (in una triplice allenza con il Partito Comunista (SACP) e il COSATU) raccoglierà il 62,65% dei consensi. Nel 1997 alla guida del partito fu designato Thabo Mbeki (1997-2007) (collaboratore di Albert Sisulu e poi in esilio per 28 anni) che nel 1999 diventerà il secondo Presidente nero del Sudafrica (1999-2008). Durante il suo mandato l'ANC raggiungerà il 66,35% dei consensi nel 1999 e il 69,69% nel 2004 (quando l'ANC si dichiarerà come un partito di ispirazione social-democratica).
Nel dicembre 2007, al congresso del partito, venne eletto Presidente, sconfiggendo Mbeki, Jacob Zuma (2007-in carica). Zuma, entrato nel 1959 nell'ANC, è stato per dieci anni (1963-1973) in carcere a Robben Island con Mandela, per poi andare in esilio fino al 1990.
Sulla testa di Zuma pendono una serie di accuse di corruzione e di appropriazione indebita (perfino una di stupro) che certamente screditano la storia centenaria ed il ruolo dell'ANC.
Nonostante questo, Jacob Zuma, dopo le dimissione da Presidente del Sudafrica di Mbeki e una reggenza del vice-presidente Kgalema Motlanthe (2008-2009), diventerà, nel 2009, il quarto Presidente nero del Sudafrica.
L'ANC, alle elezioni del 2009, raccoglierà comunque il 65,90% dei consensi.

E' probabile che la spinta ideologica - sempre al limite tra l'adesione convinta ai movimenti comunisti e la necessità e l'urgenza della lotta razziale - che ha caratterizzato la vita, e la morte, di molti uomini dell'ANC si sia esaurita. Lo spirito di sacrificio, la rettitudine e il senso della collettività di una generazione di leaders, oramai scomparsa, sta lasciando il posto al pragmatismo e alle necessità di governo che portano in sè il germe delle abberrazioni e delle derive personalistiche di potere. Nelson Mandela, unico ancora in vita tra gli storici protagonisti di questa straordinaria esperienza culturale e politica, dall'alto della sua caratura morale, della sua età (tra pochi giorni avrà 94 anni) e della fatica di una vita a volte estrema, certamente non sarà felice di quanto sta accadendo.


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