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La malattia, molto simile alla Febbre emorragica di Marburg (i cui primi casi si verificarono nel 1967 in Germania e nella ex-Jugoslavia tra i ricercatori che lavorano con materiali genetici di scimmie ugandesi), è determinata da un virus della famiglia dei Filoviridae - perchè i virus assumono spesso una forma filamentosa - (la stessa della febbre di Marburg) in cui si riconoscono 5 sottotipi di cui 4 che colpiscono l'uomo e un quinto (Reston) identificato negli USA che colpisce solo le scimmie.
Dal 1976 ad oggi vi sono state epidemie in Repubblica Democratica del Congo (1976, 1995, 2007 e 2009), in Sudan (1976 e 2004), in Gabon (1994,1996 e 2001), in Sudafrica (1996), in Uganda (2000, 2007 e 2011) e in Congo (2002). Tutte le epidemie sino ad oggi - nonostante la gravità della malattia - sono state contenute numericamente (la più grave interessò in Uganda nel 2000-2001, 425 persone, di cui 224 (53%) morirono).
Naturalmente il contenimento è derivato anche dal fatto che in quasi tutte le epidemie i medici e le autorità sono stati in grado di circoscrivere il focolaio (la trasmissione avviene per contatto inter-umano) e dal fatto che la trasmissione aeree (quella più pericolosa) è molto bassa.
L'Ebola fa paura è vero. In Africa Ebola ha ucciso molto, ma molto meno, che decine di altre malattie ritenute, da noi, più banali (il morbillo o la malaria, per fare un esempio). Allora è chiaro che la paura assume un altro valore che è quello - da sempre terrore delle autorità sanitarie di mezzo mondo - di una diffusione in aree diverse dell'Africa. Perfino nel cinema questo terrore è stato descritto (tra tutti il film del 1995 Outbreak - in Italia, Virus letale- con Dustin Hoffman, Morgan Freeman e Rene Russo) con grande intensità (nel film il virus si chiamava Motaba).
Il virus Ebola è infatti classificato dal Decreto legislativo 81/08 come "agente biologico di livello 4" - ovvero il massimo per pericolosità in esseri umani (assieme al Vaiolo e alla Febbre di Lassa) e soprattutto come "agente di bioterrorismo di categoria A", ovvero la massima pericolosità possibile dove fattori quali la facilità di diffusione, l'alta letalità e la capacità di scatenare panico ne fanno una possibile arma micidiale.
L'Ebola fa paura è vero. In Africa Ebola ha ucciso molto, ma molto meno, che decine di altre malattie ritenute, da noi, più banali (il morbillo o la malaria, per fare un esempio). Allora è chiaro che la paura assume un altro valore che è quello - da sempre terrore delle autorità sanitarie di mezzo mondo - di una diffusione in aree diverse dell'Africa. Perfino nel cinema questo terrore è stato descritto (tra tutti il film del 1995 Outbreak - in Italia, Virus letale- con Dustin Hoffman, Morgan Freeman e Rene Russo) con grande intensità (nel film il virus si chiamava Motaba).
Il virus Ebola è infatti classificato dal Decreto legislativo 81/08 come "agente biologico di livello 4" - ovvero il massimo per pericolosità in esseri umani (assieme al Vaiolo e alla Febbre di Lassa) e soprattutto come "agente di bioterrorismo di categoria A", ovvero la massima pericolosità possibile dove fattori quali la facilità di diffusione, l'alta letalità e la capacità di scatenare panico ne fanno una possibile arma micidiale.
La paura di una diffusione, casuale o peggio voluta, incombe ancora una volta sull'umanità, e come avviene per tutti gli agenti patogeni di cui non si riesce a scoprire l'origine, il sospetto di una "mutazione non naturale" tormenta l'animo umano.
Per ora - oltre agli sfortunati e per ora fortunatamente pochi africani che contraggono Ebola - la vera strage Ebola la sta facendo, da anni, tra gli Scimpanzè e i Gorilla che sono stati decimati da questa malattia.
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