La bandiera dell'MPLA |
La nuova formazione culturalmente nasceva tra gli intellettuali e scrittori di Luanda, che si erano formati in Portogallo o in Unione Sovietica, legati ai gruppi comunisti o socialisti europei e per la maggioranza di etnia Mbuntu.
Nel 1960 a guidare (fino al 1962) l'MPLA fu chiamato il poeta Mario Pinto de Andrade - che aveva studiato filologia a Lisbona e sociologia alla Sorbona di Parigi, il quale diede inizio all' opposizione militare alla colonizzazione portoghese. Importante fu anche il rapporto, la collaborazione e il coordinamento con gli altri partiti che lottavano contro l'impero portoghese in Africa e in particolare in Guinea Bissau e Capo Verde (con il PAIGC), in Mozambico (con il FRELIMO) e a Sao Tomè (con il CLSTP, divenuto poi MLSTP), oltre che l'appoggio dei partiti comunisti europei. La sinistra europea sostenne fortemente la causa dell'MPLA, soprattutto negli anni '70 e '80 (qualcuno forse ricorda qualche slogan durante le manifestazioni studentesce che recitava "M.P.L.A., in Angola vincerà").
Agostinho Neto |
Dal 1962 alla guida dell'MPLA fu il medico e poeta Agostinho Neto, che portò il paese all'indipendenza (l'11 novembre 1975) divenendo il primo Presidente dell'Angola.
Nel novembre 1963 l'MPLA trasferì la sua sede prima a Leopoldville (oggi Kinshasa) e poi a Brezzaville.
La guerra di liberazione dai portoghesi (1961-1975) fu combattuta assieme al FNLA - Fronte nazionale di Liberazione dell'Angola (il cui primo nucleo nacque nel 1954 da gruppi di etnia Bakongo) guidato da Roberto Holden e dall'UNITA - Unione Nazionale perl'Indipendenza Totale dell'Angola (gruppo uscito dal FLNA nel 1964 e composto da membri di etnia ovimbundu) guidato da Jonas Savimbi.
Tra alterne vicende e momenti di alleanza tra i tre gruppi, che nel 1972 sfociarono in un fronte comune, si arrivò alla vittoria militare contro i portoghesi (grazie anche alla sconfitta della dittatura portoghese a seguito della rivoluzione dei garofani avvenuta il 25 aprile 1974).
Poco prima dell'indipendenza nel 1974, l'ex presidente De Andrade abbandonò l'MPLA, in aperto contrasto con Neto, fondando la Revolta Activa. Visse in esilio fino alla sua morte avvenuta nel 1990.
Nel gennaio 1975 Neto, Holden e Savimbi firmarono un accordo per l'indipendenza piena che sarebbe avvenuta nel novembre 1975. Gli accordi durarono poco. I tre gruppi si scontrarono per il controllo di Luanda e già in agosto del 1975 truppe Sudafricane varcarono i confini in appoggio al FNLA e all'UNITA (sostenuti anche dallo Zaire di Mobutu e dagli Stati Uniti). All'inizio di novembre 1975 sbarcarono in Angola truppe cubane (sostenute anche dall'Unione Sovietica) in appoggio all'MPLA. Quando l'11 novembre 1975 Agostinho Neto pronunciò il suo discorso alla nazione come primo Presidente, la guerra civile era già scoppiata. La guerra d'Angola durerà, con alterne vicende (ad esempio il FNLA di Roberto Holden, uscirà presto di scena e nel 1979 Neto morirà per un tumore al pancreas) fino al 2002 quando il leader dell'UNITA Jonas Savimbi (che controllava il sud-est del paese) fu ucciso in battaglia quando oramai era militarmente in grande difficoltà. Dopo oltre un milione di morti e 4 milioni di profughi, si chiudeva uno dei capitoli più bui dell'Africa.
Nel 1979 alla morte di Agostinho Neto (avvenuta il 10 settembre 1979) , a prendere le redini del partito e della nazione (nonchè delle strategie militari nella guerra civile) fu Josè Edoardo Dos Santos (un ingegnere laureato in Unione Sovietica e giovane aderente al partito fin dal 1956).
Politicamente, durante il primo congresso dell'MPLA, avvenuto nel 1977, il partito si dichiarò marxista-leninista (concetto abbandonato nel 1990 a favore del socialismo democratico).
Nel 1983 l'MPLA aggiunse la dizione Partido do Trabalho (Partito del Lavoro, PT) al suo nome. Ancora oggi aderisce all'Internazionale Socialista.
Il lungo periodo della guerra civile ha giustificato una serie di azioni (e perfino di ingiustizie) all'interno del Paese. Del resto la posta in gioco era alta e l'MPLA si reggeva su solide basi ideologiche che in tempo di guerra davano speranza e futuro (anche illusorioni) ad un popolo sofferente. La guerra civile si caratterizzò, oltre che come scontro tra le grandi potenze (e la loro influenza) in Africa fino alla caduta del muro di Berlino, come uno scontro ideologicò che si allargò ben oltre i confini del paese. La guerra fu pagata grazie alle enormi risorse del paese: il petrolio (in mano al governo) e i diamanti (in mano all'UNITA).
Quando nel 1992 vi furono le prime elezioni multipartitiche (a seguito di un fragile accordo di pace), l'MPLA conquistò il 53,74% dei consensi contro il 34,1% dell'UNITA. Alle presidenziali Dos Santos raggiunse il 49,5% e Savimbi il 40,7%. Il secondo turno non fu mai organizzato perchè Savimbi non riconobbe i risultati e tornò a combattere.
Nel 2008 - alle prime elezioni del post-guerra - l'MPLA ha raggiunto l'82% dei consensi, mentre l'UNITA si è fermata al 10% e il rinato FNLA al 1%. La volontà degli angolani, al di là di ogni ragionevole dubbio, è risultata chiara.
Ora il 31 agosto 2012 si terranno le elezioni legislative in Angola (con una legge del 2010 è stata abolita l'elezione diretta del Capo dello Stato) e l'MPLA dovrà riconfermare la sua forza di governo e il suo potere attrattivo in tempo di pace. Una scommessa non facile in un paese che soffrè di grande ancora di grandi ingiustizie sociali, di una elevata forbice tra ricchi e poveri e di sacche di povertà ancora estreme. Al tempo stesso l'Angola è un paese con un'economia che corre, molto.
Non a caso gli slogans di questa campagna elettorale è "trasformare gli ideali in realtà" e "tutte le cose più difficili sono già state fatte". Una scommessa che l'MPLA, i cui vertici sono accusati - ora che non si combatte più - di corruzione, interessi personali e di utilizzare le enormi ricchezze per i propri fini (ecco un articolo recente di Alain Vicky sulla situazione politica attuale).
Nel novembre 1963 l'MPLA trasferì la sua sede prima a Leopoldville (oggi Kinshasa) e poi a Brezzaville.
La guerra di liberazione dai portoghesi (1961-1975) fu combattuta assieme al FNLA - Fronte nazionale di Liberazione dell'Angola (il cui primo nucleo nacque nel 1954 da gruppi di etnia Bakongo) guidato da Roberto Holden e dall'UNITA - Unione Nazionale perl'Indipendenza Totale dell'Angola (gruppo uscito dal FLNA nel 1964 e composto da membri di etnia ovimbundu) guidato da Jonas Savimbi.
Tra alterne vicende e momenti di alleanza tra i tre gruppi, che nel 1972 sfociarono in un fronte comune, si arrivò alla vittoria militare contro i portoghesi (grazie anche alla sconfitta della dittatura portoghese a seguito della rivoluzione dei garofani avvenuta il 25 aprile 1974).
Poco prima dell'indipendenza nel 1974, l'ex presidente De Andrade abbandonò l'MPLA, in aperto contrasto con Neto, fondando la Revolta Activa. Visse in esilio fino alla sua morte avvenuta nel 1990.
Guerriglieri MPLA (dalla rete) |
Nel 1979 alla morte di Agostinho Neto (avvenuta il 10 settembre 1979) , a prendere le redini del partito e della nazione (nonchè delle strategie militari nella guerra civile) fu Josè Edoardo Dos Santos (un ingegnere laureato in Unione Sovietica e giovane aderente al partito fin dal 1956).
Politicamente, durante il primo congresso dell'MPLA, avvenuto nel 1977, il partito si dichiarò marxista-leninista (concetto abbandonato nel 1990 a favore del socialismo democratico).
Nel 1983 l'MPLA aggiunse la dizione Partido do Trabalho (Partito del Lavoro, PT) al suo nome. Ancora oggi aderisce all'Internazionale Socialista.
Edoardo Dos Santos, durante la campagna elettorale |
Quando nel 1992 vi furono le prime elezioni multipartitiche (a seguito di un fragile accordo di pace), l'MPLA conquistò il 53,74% dei consensi contro il 34,1% dell'UNITA. Alle presidenziali Dos Santos raggiunse il 49,5% e Savimbi il 40,7%. Il secondo turno non fu mai organizzato perchè Savimbi non riconobbe i risultati e tornò a combattere.
Nel 2008 - alle prime elezioni del post-guerra - l'MPLA ha raggiunto l'82% dei consensi, mentre l'UNITA si è fermata al 10% e il rinato FNLA al 1%. La volontà degli angolani, al di là di ogni ragionevole dubbio, è risultata chiara.
Campagna elettorale |
Non a caso gli slogans di questa campagna elettorale è "trasformare gli ideali in realtà" e "tutte le cose più difficili sono già state fatte". Una scommessa che l'MPLA, i cui vertici sono accusati - ora che non si combatte più - di corruzione, interessi personali e di utilizzare le enormi ricchezze per i propri fini (ecco un articolo recente di Alain Vicky sulla situazione politica attuale).
Dal blog di Alessandro Cavaglià, Orizzonte Duemila è possibile seguire gli sviluppi della campagna elettorale, mentre il sito dell'MPLA è stato trasformato in una network elettorale chiamato MPLA2012.
Tra gli approfondimenti vi suggerisco lo splendido libro di Ryszard Kapuscinki Ancora un giorno, che narrà i giorni dell'indipendenza e dell'inzio della guerra civile.
Mentre sulla complessa storia angolanail recente (Carocci,2011) L'Angola indipendente di Maria Cristina Ercolessi.
Tra gli approfondimenti vi suggerisco lo splendido libro di Ryszard Kapuscinki Ancora un giorno, che narrà i giorni dell'indipendenza e dell'inzio della guerra civile.
Mentre sulla complessa storia angolanail recente (Carocci,2011) L'Angola indipendente di Maria Cristina Ercolessi.
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