Ricorre oggi, 24 ottobre, la Giornata Mondiale delle Nazioni Unite, un evento nato per celebrare l'entrata in vigore della Carta delle Nazioni Unite. La Carta (ovvero lo statuto) fu approvata a San Francisco il 26 giugno 1945 da 50 dei 51 stati membri (la Polonia, non presente a San Francisco, firmerà in ottobre) ed entrò in vigore appunto il 24 ottobre 1945 con la ratifica del 29° stato e dei 5 stati membri permanenti del Consiglio di Sicurezza (che, in quanto vincitori della seconda guerra mondiale, ad eccezione della Cina, conservano ancora oggi il diritto di veto), a norma dell'articolo 110, comma 3.
Nel gruppo originario vi erano anche 4 paesi africani (gli unici che nel 1945 godevano di uno status di paesi indipendenti). Di essi, l'Egitto fu l'unico a ratificare il trattato entro il 24 ottobre, mentre Liberia (2 novembre), Sudafrica (7 novembre) e Etiopia (13 novembre) lo fecero nei giorni successivi.
Oggi il mondo intero dei paesi sovrani aderisce alle Nazioni Unite (193 paesi), con due uniche eccezioni: il Vaticano, che per scelta è osservatore permanente (vi è un altro osservatore permanente, tra gli stati non membri, che è l'Autorità Palestinese) e Taiwan (che dal 1949 al 1971 ha tenuto il seggio della Cina). L'ultimo paese ad entrare nelle Nazioni Unite è stato il Sud Sudan il 14 luglio 2011.
Le Nazioni Unite nascevano come tentativo di prevenire le guerre che avevano - come recita il preambolo - colpito ben due volte nel corso di un'unica generazione. Già in precedenza vi era stato un analogo tentativo, poi naufragato, che tra il 1926 e il 1946 aveva visto la nascita delle Società delle Nazioni.
Le Nazioni Unite si sono subito poste anche il problema della fame nel mondo (del resto alla fine della seconda guerra mondiale la situazione era pressochè disperata) facendo nascere subito (1945) uno dei suoi più importanti bracci operativi (agenzie) ovvero la FAO, che si occupa di cibo e agricoltura.
Le Nazioni Unite - con le loro mille difficoltà, qualche fallimento e talora inadeguatezza - (più volte sottolineate in questo blog) rappresentano ancora oggi, a quasi 70 anni dalla nascita, una scommessa per il futuro. Non vi è dubbio che l'obiettivo del mantenimento della pace nel mondo è complesso e forse irrealizzabile, così come il tentativo di stabilire principi e norme che devono essere rispettate dagli Stati membri, ma solo un'organismo intergovernativo può porsi simili obiettivi. Certo le Nazioni Unite devono essere riformate, garantendo un maggior pluralismo, ad esempio con una maggior capacità di intervento nelle situazioni complesse, una maggior tempestività nelle risposte alle crisi, l'eliminazione del diritto di veto (anacronistico oggi), un maggior coinvolgimento dei paesi emergenti e un dialogo stretto e efficace con le organizzazioni non governative.
Oggi però celebriamo un organismo che in alcuni momenti è stato determinante, in altri forse inadeguato, in altri ancora si è dovuto arrendere agli interessi degli uni o degli altri. Ma questo organismo è fatto sicuramente del lavoro diplomatico (a volte perfino esagerato) ma, e soprattutto, di tante persone che ogni giorno operano sul campo, e non negli uffici con l'aria condizionata, a favore della pace, della giustizia, dei diritti, della salute, della cultura e contro la fame e la povertà. A loro deve essere rivolto il nostro pensiero.
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