dal sito UNESCO |
E' iniziata oggi, a Parigi, per concludersi il 7 dicembre, la 7° Sessione della Commissione Intergovernativa per la Salvaguardia dei Patrimoni Immateriali dell'Umanità dell'UNESCO. Come avviene ogni anno i rappresentanti dei governi sono chiamati a decidere sull'iscrizione di nuovi patrimoni immateriali da tutelare e sugli interventi, finanziari e non, da attuarsi nell'ambito dei patrimoni già iscritti alla lista. Attualmente la lista comprende oltre 260 patrimoni, di cui 28 in Africa (vedi pagina di Sancara sui Patrimoni Immateriali dell'Umanità in Africa).
La commissione dovrà esprimere parere su 8 patrimoni immateriali che richiedono urgente salvaguardia, di cui 6 sono africani. Si tratta dell'arte della lavorazione della ceramica nel distretto Kgatleng del Botswana, della tradizione orale ongota in Etiopia (una lingua parlata solo da pochi vecchi e destinata a sparire), la danza Isukuti del Kenya occidentale, il sistema organizzativo dei villagi Letsema in Lesotho, la musica e la danza Bigwala del Regno Busoga in Uganda e il sistema di conciatura e tintura dei poincho dei Nyubi in Zimbabwe.
Si tratta insomma di alcuni elementi che hanno accompagnato la crescita e lo sviluppo del nostro pianeta per secoli e che rischiano, se non salvaguardati, di sparire in modo definitivo.
Sono poi altri 36 i patrimoni immateriali che, pur non necessitando di urgente salvaguardia, si cerca di ugualmente di tutelare e mettere al sicuro per il futuro. Di questi 5 sono africani come lo spazio culturale legato ai riti e alla manifatture degli abiti nuziali della città di Tlemcen in Algeria, le maschere e la marionette Markala in Mali, le pratiche culturali legate al balafon dei Sanufo nel Mali, Burkina Faso e Costa d'Avorio, il festival di Sefrou in Marocco e le relazioni giocose del Niger.
Per la cronaca anche l'arte della costruzione dei violini di Cremona sarà esaminata per essere inscritta tra i patrimoni immateriali dell'Umanità.
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