Ogni anno, a partire dal 1995, l'associazione Trasparency International , nata in Germania nel 1993, pubblica la classifica relativa all'indice di corruzione percepito nei paesi del mondo (Corruption Perceptions Index). L'indice è ricavato attraverso strumenti statistici che comprendono anche interviste integrate con l'apporto di oltre una decina di organismi finanziari internazionali. Insomma un indice che nel mondo economico, finanziario e politico è tenuto in grande considerazione.
La corruzione è definita come " l'uso del potere pubblico per interessi privati". Inutile sottolineare come la corruzione danneggi fortemente le società (e la possibilità che esse si sviluppino) e che a pagare le conseguenze sono i cittadini e in particolare le fasce più deboli.
In questa speciale classifica, non sorprende che a far da padrone (in senso negativo) vi sia il continente africano. Infatti il primo paese africano (ovvero quello in cui la corruzione è meno diffusa) è il Botswana (che è 30° nel mondo con indice di 65) seguito dal Ruanda (50°, indice 53) e dalla Namibia (58°, indice 48). Di contro tra i paesi più corrotti al mondo si trovano la Somalia (174°, con indice 8, ultimo posto assieme alla Corea del Nord e all'Afghanistan), il Sudan (173° con indice 13), il Burundi e il Ciad (165° con indice 19).
Nella scala superiore, ovvero dove la corruzione sembra quasi non esistere, vi è la Finlandia, la Danimarca e la Nuova Zelanda (che condividono il 1° posto con 90 di indice), la Svezia (4° con 88 di indice), Singapore (5° con 87 di indice), la Svizzera (6° con 86 di indice), l'Australia e la Norvegia (7°, con 85 di indice) e il Canada e l'Olanda (9° con 84 di indice).
Tra i grandi paesi in senso positivo troviamo la Germania 13° (indice 79), il Giappone 17° (74), gli Stati Uniti 19° (73), la Francia 22° (71) e la Spagna 30° (65).
Mentre dal lato negativo (dove la corruzione incide sulla vita dei cittadini) troviamo il Brasile 69° (43), l'Italia 72° (42), la Cina 80° (39), l'India 94° (36) e la Russia 133° (28).
Non c'è ombra di dubbio che la lotta per il futuro si combatterà sul tema della legalità, della trasparenza, della giustizia e dell'onestà, perchè solo attraverso di essi sarà possibile creare le condizioni per un mondo più equo e sostenibile.
Così come non vi è dubbio che rimanendo nel mondo aree di totale instabilità o anarchia politica e amministrativa (vedi Somalia, Afghanistan, Iraq, Sudan, Repubblica Democratica del Congo .... tanto per citarne alcuni), si finisce con favorire l'arricchimento facile, l'illegalità e la corruzione. Se si confronto i dati sui paesi in via di fallimento con quelli sulla corruzione, si scopre come questi due aspetti siano profondamente connessi.
La corruzione è definita come " l'uso del potere pubblico per interessi privati". Inutile sottolineare come la corruzione danneggi fortemente le società (e la possibilità che esse si sviluppino) e che a pagare le conseguenze sono i cittadini e in particolare le fasce più deboli.
In questa speciale classifica, non sorprende che a far da padrone (in senso negativo) vi sia il continente africano. Infatti il primo paese africano (ovvero quello in cui la corruzione è meno diffusa) è il Botswana (che è 30° nel mondo con indice di 65) seguito dal Ruanda (50°, indice 53) e dalla Namibia (58°, indice 48). Di contro tra i paesi più corrotti al mondo si trovano la Somalia (174°, con indice 8, ultimo posto assieme alla Corea del Nord e all'Afghanistan), il Sudan (173° con indice 13), il Burundi e il Ciad (165° con indice 19).
immagine da wikipedia |
Tra i grandi paesi in senso positivo troviamo la Germania 13° (indice 79), il Giappone 17° (74), gli Stati Uniti 19° (73), la Francia 22° (71) e la Spagna 30° (65).
Mentre dal lato negativo (dove la corruzione incide sulla vita dei cittadini) troviamo il Brasile 69° (43), l'Italia 72° (42), la Cina 80° (39), l'India 94° (36) e la Russia 133° (28).
Non c'è ombra di dubbio che la lotta per il futuro si combatterà sul tema della legalità, della trasparenza, della giustizia e dell'onestà, perchè solo attraverso di essi sarà possibile creare le condizioni per un mondo più equo e sostenibile.
Così come non vi è dubbio che rimanendo nel mondo aree di totale instabilità o anarchia politica e amministrativa (vedi Somalia, Afghanistan, Iraq, Sudan, Repubblica Democratica del Congo .... tanto per citarne alcuni), si finisce con favorire l'arricchimento facile, l'illegalità e la corruzione. Se si confronto i dati sui paesi in via di fallimento con quelli sulla corruzione, si scopre come questi due aspetti siano profondamente connessi.
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