Lo N'goni (anche Ngoni, va bene) è uno strumento a corde (generalmente da 3 a 5), tipico dell'Africa Occidentale, da molti considerato l'antenato del banjo.
Assieme al balafon e alla kora è parte di una triade di strumenti che appartegono alla tradizione dei griot, i cantastorie, musici e custodi della tradizione orale principalmente di etnia mandinka. Spesso viene usato il termine, improprio, di "liuto dei griot".
Bassekou Kouyate, foto dalla rete |
I nomi (bamangoni, ganbarè o njarkat) e l'utilizzo (pizzicato o arpeggiato) dello strumento variano tra un gruppo etnico ed un'altro dell'Africa occidentale (si trova in un'area che va dal sud del Marocco alla Nigeria), così come variano le leggende che raccontano della sua nascita. Tra tutte, in Burkina Faso, si associa lo Ngoni ad un cacciatore Senufo di nome Suliman al quale durante il sogno gli furono rivelate le tecniche di costruzione di questo strumento musicale, motivo per cui ancora oggi l'uso dello Ngoni è associato alla caccia (in questo caso assume il nome di Donso Ngoni, dove donso significa caccia).
E' stata anche avanzata una tesi per cui lo ngoni sarebbe un precursore del banjo - strumento nato nel continente americano all'inizio del 1700 - a seguito della tratta atlantica degli schiavi.
In Mali lo ngoni rappresenta un vero e proprio strumento di identità culturale e storica. Tra i suonatori di ngoni vale la pena sottolineare i nomi di Banzumana Sissoko, Bassakou Kouyate, Baba Sissoko e Moriba Keita, tutti provenienti dal Mali.
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