foto dal sito UNESCO |
Il Parco Nazionale di Salonga, è oggi la più grande riserva africana di foresta equatoriale (la seconda al mondo). Con i suoi 36 mila chilometri quadrati occupa una vasta area del bacino del Congo, nella Repubblica Democratica del Congo.
Il Parco fu istituito con apposita legge nel novembre 1970 ed è diviso, da un corridoio largo circa 45 chilometri, in due settori, Nord e Sud, più o meno equivalenti per dimensioni e habitat (17 e 19 mila chilometri quadrati rispettivamente).
Il parco per molte aree particolarmente isolate (dove gli alberi raggiungono l'altezza di 45 metri) è accessibile esclusivamente dal fiume Luilaka. La sua altitudine varia dai 300 a 700 metri sul livello del mare. Grazie anche alla presenza di alcune specie animali di grande interesse ed a rischio estinzione, come i Bonomo (dove è in corso un grande progetto di salvaguardia di questi piccoli scimpanzè), le scimmie del Salonga, il pavone rosso, gli elefanti della foresta e i coccodrilli, dal 1984 è diventato Patrimonio dell'Umanità dell'UNESCO. I Bonomo sono stimati intorno alle 10 mila unità. Nel parco vivono anche altri animali (sono circa 50 le specie di medio-grandi mammiferi) come ippopotami, rinoceronti, leopardi e oltre 150 le specie di uccelli. Nel 1999, a seguito del diffondersi della guerra civile, il parco è stato inserito tra i siti a rischio, assieme agli altri grandi parchi della Repubblica Democratica del Congo. Il realtà già quando era stato inserito nella lista dei patrimoni dell'Umanità, e fino al 1994, il Parco era nella lista dei siti a rischio a causa della deforestazione e del bracconaggio.
Il parco è gestito dal'ICCN - Congolese Institute for Nature Conservation.
Nel parco vivono anche circa un migliaio di abitanti di etnia lyaelima, in 8 villaggi nell'area di Dekese.
Il parco ha ancora delle zone completamente inesplorate, sebbene sia una ricca attività di ricerca dedicata soprattutto alla conservazione animale e alla classificazione delle specie, vegetali e animali.
Il turismo, anche a causa della quasi totale assenza di anfrastrutture, è poco sviluppato, mentre nonostante gli sforzi, il bracconaggio (soprattuto degli elefanti per il commercio illegale dell'avorio) continua ad impegnare massicciamente i quasi 160 rangers a tutela del parco.
Il parco per molte aree particolarmente isolate (dove gli alberi raggiungono l'altezza di 45 metri) è accessibile esclusivamente dal fiume Luilaka. La sua altitudine varia dai 300 a 700 metri sul livello del mare. Grazie anche alla presenza di alcune specie animali di grande interesse ed a rischio estinzione, come i Bonomo (dove è in corso un grande progetto di salvaguardia di questi piccoli scimpanzè), le scimmie del Salonga, il pavone rosso, gli elefanti della foresta e i coccodrilli, dal 1984 è diventato Patrimonio dell'Umanità dell'UNESCO. I Bonomo sono stimati intorno alle 10 mila unità. Nel parco vivono anche altri animali (sono circa 50 le specie di medio-grandi mammiferi) come ippopotami, rinoceronti, leopardi e oltre 150 le specie di uccelli. Nel 1999, a seguito del diffondersi della guerra civile, il parco è stato inserito tra i siti a rischio, assieme agli altri grandi parchi della Repubblica Democratica del Congo. Il realtà già quando era stato inserito nella lista dei patrimoni dell'Umanità, e fino al 1994, il Parco era nella lista dei siti a rischio a causa della deforestazione e del bracconaggio.
Il parco è gestito dal'ICCN - Congolese Institute for Nature Conservation.
Nel parco vivono anche circa un migliaio di abitanti di etnia lyaelima, in 8 villaggi nell'area di Dekese.
Il parco ha ancora delle zone completamente inesplorate, sebbene sia una ricca attività di ricerca dedicata soprattutto alla conservazione animale e alla classificazione delle specie, vegetali e animali.
Il turismo, anche a causa della quasi totale assenza di anfrastrutture, è poco sviluppato, mentre nonostante gli sforzi, il bracconaggio (soprattuto degli elefanti per il commercio illegale dell'avorio) continua ad impegnare massicciamente i quasi 160 rangers a tutela del parco.
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