L'UNDP (United Nations Development Programme) ha presentato di recente il Rapporto sullo Sviluppo Umano del 2013. Si tratta di una pubblicazione annuale che, da oltre 20 anni, stila una classifica dello sviluppo dei paesi del mondo, utilizzando un indice (Indice di Sviluppo Umano) ideato dall'economista pakistano Mahbud ul-Haq nel 1990 e che tiene conto di alcuni parametri non solo di carattere economico (per maggiori informazioni si legga questo post di Sancara del 2010). Il rapporto fotografa quest'anno, e per la prima volta, una situazione che si aspettava da tempo: l'ascesa del sud del mondo. Il Report è infatti è sottotitolato "The rise of the South: Human Progress in diverse World". Tre sono gli elementi essenziali che fanno affermare che qualcosa sta cambiando, nel sud. Il primo è che una quarantina di nazioni del sud del mondo si muovono ad una "velocità" diversa dal resto del mondo, in particolare nell'ultima decade. Tra queste l'India, il Brasile, l'Indonesia, il Vietnam, Cina, il Ruanda, l'Uganda e il Ghana. La seconda è che metà delle risorse economiche vengono prodotte nel sud del mondo (nel 1990 era solo un terzo) e infine, cosa più importante, è che gli scambi economici oggi avvengono più tra paesi del sud del mondo che tra sud e nord.
Da queste sottolineature (ma più in generale leggendo il rapporto) è forse più facile comprendere le ragioni della crisi nel nostro mondo e forse anche intravedere come sarà il futuro.
Per scendere nei numeri, sono 47 i paesi definiti a "sviluppo molto alto". Nei primi dieci posti Norvegia, Australia, Stati Uniti, Olanda, Germania, Nuova Zelanda, Irlanda, Svezia, Svizzera e Giappone. La Francia è al 20° posto, la Spagna al 23°, l'Italia al 25° e il Regno Unito al 26°. Per la prima volta un paese "africano", certo le Seychelles, entrano con il 46° posto in questa lista.
Dal 48°al 94° posto vi sono i paesi ad "alto sviluppo", tra di loro la Libia (64°, che riprende molte posizioni dopo il declassamento della guerra), le Maurizio (80°), l'Algeria (93°) e la Tunisia (94°).
Dal 94° al 141° i paesi a "medio sviluppo" con il primo paese dell'Africa sub-sahariana, il Gabon al 106° posto.
Infine dal 142° al 185° i paesi "a basso sviluppo" dove sono quasi tutti i paesi africani (in particolare, gli ultimi 20 posti, tolte due o tre eccezioni sono tutti stati africani). Gli ultimi tre (escludendo la Somalia, non inserita nella lista), sono il Mozambico, la Repubblica Democratica del Congo e il Niger.
Nonostante le economie africane si muovono con un certo dinamismo, la strada verso lo sviluppo, sebbene segnata è ancora lunga.
Vedi anche il post sul Rapporto sullo Sviluppo del 2011
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