Si celebra oggi in tutto il mondo la 39° Giornata Mondiale per l'Ambiente, una celebrazione - quanto mai importante - voluta dalle Nazioni Unite nel 1972, in occasione della nascita del PAM (Programma Alimentare Mondiale) a Stoccolma.
Il tema scelto quest'anno è quello della lotta allo spreco di cibo, e per tale occasione è stato coniato lo slogan, Pensa.Mangia.Conserva.
La questione è molto semplice ma, come avviene per molte cose umane, è diventata un'ostacolo insormontabile e una delle complicazioni maggiori alla sopravvivenza dello stesso pianeta.
Ogni anno un terzo (1/3) della produzione mondiale di cibo viene gettata via (naturalmente nei paesi ricchi). L'ammontare di questo spreco, circa 1,3 miliardi di tonnelate di cibo, equivale, più o meno, a cinque volte l'interna produzione annuale di cibo dell'Africa Sub-Sahariana.
Vale a dire, che mentre nel mondo ricco il cibo si spreca e le diete mediamente sono ipercaloriche e aumentano i casi di obesità, nei paesi poveri milioni di bambini (e non solo) si addormentano con i crampi della fame e molti di loro (15 mila al giorno) non arrivano vivi al mattino.
E' una stage umana che interessa in modo particolare l'Africa e l'Asia, sebbene perfino in alcune zone del vecchio e ricco continente, "quest'arma miciadiale" (come Thomas Sankara definiva la fame) è tornata a colpire.
Ma, è bene essere chiari. Il problema del cibo non investe (nel senso letterale) solo chi non c'è l'ha, ma deve preoccupare tutti. Il 25% della terra abitabile è oggi coltivata (in merito alla questione delle terre da coltivare, vi rimando a qualche riflessione fatta su questo blog sul fenomeno del land grabbing) ed è responsabile dell'80% della deforestazione del pianeta.
Inoltre, l'agricoltura (soprattutto quella intensiva) è causa del 30% delle emissioni di gas serra (a loro volta complici dell'innalzamento della temperatura del pianeta e di tutti i fenomeni ad esso correlati: innalzamento dell'acqua del mare, siccità e inondazioni). Infine la produzione di cibo consuma il 70% dell'acqua del pianeta.
Inutile sottolineare che le responsabilità sono in capo a tutti noi. La conservazione del nostro pianeta non è solo un affare dei governi e delle Organizzazioni Internazionali (che pure hanno grandi responsabilità, quando non vere e proprie colpe). Le nostre azioni di tutti i giorni possono incidere, molto. Pensare, Mangiare e Conservare non è solo un indovinato slogan per questa giornata, ma una imperativo di vita a cui non possiamo (e non dobbiamo) più rinunciare.
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