Mongezi Feza è stato una stella della musica jazz mondiale che ha brillato troppo poco per essere apprezzata e ricordata da tutti. Nato nei ghetti neri del Sudafrica (esattamente a Queentown) nel 1945 è cresciuto suonando, sin dall'età di 8 anni, la tromba e aggregandosi poi a gruppi sudafricani di musica kwele. Cresce, suo malgrado, anche durante gli anni dell'apartheid. Nel 1962, durante il Johannesburg Jazz Festival viene notato dal pianista bianco Chris McGregor (figlio di emigrati scozzesi) che lo fa entrare nel gruppo The Blues Note (gruppo che coniuga le sonorità della musica nazionale sudafricana con il jazz). Dopo i primi successi a causa delle leggi razziali, che impedivano a bianchi e neri di suonare insieme, il gruppo è costretto alla clandestinità e infine ad emigrare. Nel 1964 infatti il gruppo si trasferì prima in Francia, poi in Svizzera, poi in Danimarca e infine in Inghilterra. L'arrivo in Inghilterra dei musicisti sudafricani fu un fatto straordinario per il jazz londinese, come ha avuto modo di ricordare Robert Wyatt in un'intervista pubblicata su Musica Jazz. Nel 1969, quando il gruppo si scioglie, Mongs (come è soprannominato amichevolmente Feza) segue McGregor nella banda The Brotherhood of Breath (fino allo sciogliemento che avverrà nel 1974). La sonorità di Feza, aggressiva e energica, assieme alla sua serietà professionale lo fanno apprezzare in vari ambienti non solo del jazz, come quello del rock progressivo e sperimentale e dell'afro rock.
Collabora con numerosi musicisti come Robert Wyatt (suo fraterno amico e batteria e voce dei Soft Machine), Keith Tippett, Gary Windo e Henry Cow e incide con molti gruppi come gli Assagai, i Centipede, gli Isipinge e i Xaba (quest'ultimo un trio da lui diretto). In tutti le incisioni (molte delle quali postume) si evidenzia "la voce" della sua tromba (che spazia da elementi tipici del free jazz a quelli di un jazz più caldo) con assoli straordinariamente veloci. A tutti gli effetti a quel tempo Feza rappresenta l'avanguardia del jazz.
Nel dicembre 1975 Feza venne ricoverato a Londra per un forte esaurimento nervoso. Morirà il 14 dicembre 1975, a soli 30 anni, a causa delle complicanze di una polmonite, per molti mal curata. Il suo comportamento l'aveva fatto ricoverare in una celle di sicurezza, dove, secondo gli amici, la sua malattia fu sottovalutata ed ignorata.
Tra i pezzi scritti da Feza vi è la stupenda Sonia.
Quello dell'arrivo, a cavallo degli anni 60 e anni 70, dei musicisti sudafricani a Londra, è un capitolo molto interessante (e relativamente poco raccontato) della storia del Jazz. Gli esuli sudafricani (musicisti bianchi e neri che fuggivano dalle imposizioni razziali sudafricane che impedivano agli stessi di suonare insieme) portarono uno "scatto di vitalità e innovazione" nell'ambiente jazzistico londinese. La contaminazione di musica sudafricana, la curiosità e lo stimolo positivo di quell'ondata di musicisti, determinò una serie di collaborazioni (soprattutto dal vivo e poco negli studi di registrazione) che furono come una vera e propria rivoluzione. Nuove esperienze e nuovi linguaggi musicali furono la base in cui si sviluppò l'avaguardia jazzista londinese che a sua volta contaminò il rock progressivo e sperimentale.
Mongezi Feza fu uno sfortunato protagonista di questa frizzante stagione.
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