Bijagos, dalla rete |
E' iniziata ieri, nella capitale cambogiana Phnom Pehn la 37° sessione del Comitato per i Siti Patrimonio dell'Umanità UNESCO. Il meeting si chiuderà il 27 giugno.
Nel corso dell'appuntamento annuale i paesi membri de Comitato dovranno assumere importanti decisioni, non solo riguardo all'iscrizione di nuovi siti mondiali (sono 32 le candidature da analizzare), ma anche,e soprattutto, in merito allo stato di conservazione dei 962 siti presente sul nostro pianeta.
In particolare il Comitato si soffermerà su due delle situazioni più complesse, ora sul campo: lo stato di conservazione e di danneggiamento dei siti del Mali e della Siria, dove sono in corso conflitti che hanno danneggiato (o rischiano di farlo) Patrimoni dell'intera Umanità.
Tra i 32 nuovi siti (in realtà 3 sono estensioni di siti già esistenti), vi sono anche sei siti africani (che andrebbero ad aumentare un patrimonio che è gia composto da 126 siti.
Ecco l'elenco dei 6 siti africani all'attenzione del comitato:
- Lewa Wildlife Conservancy (estensione del sito del Monte Kenya) (Kenya)
- Mare di Sabbia (Sand Sea) (Namibia)
- Arcipelago delle Bijagos (Guinea Bissau)
- Sehlabathebe National Park (estensione del Drakensberg Park) (Lesotho)
- Zoma de l'Isandra (Madagscar)
- Centro storico di Agadez (Niger)
Dovessero essere iscritti, per la Guinea Bissau e il Lesotho si tratterebbe del primo sito patrimonio dell'umanità nel paese. Diventerebbero inoltre 41 (su 54) i paesi del continente africano a custodire almeno un sito. L'attuale "classifica" è guidata da Marocco ed Etiopia, che hanno nove siti ciascuno.
Per la cronaca vi sono anche due siti italiani tra quelli all'esame: il Monte Etna e le Ville e i Giardini dei Medici.
Seguiremo le decisioni del Comitato.
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