Nel 1985 per la grande importanza delle incisioni e delle pitture, questo sito è stato inserito tra i Patrimoni dell'Umanità dall'UNESCO.
In effetti, all'interno di caverne e tra le rocce, si trovano incisioni e pitture (raffiguranti principalmente animali, ma anche l'uomo e scene di vita quotidiane) che ben rappresentano i cambiamenti culturali e naturali che si sono susseguiti nell'area.
Le pitture - rinvenute in un'area di 32 mila chilometri quadrati, rappresentano le tracce del passaggio umano in un'epoca remota (gli studiosi datano tra la fine del Pleistocene e l'Olocene). Al tempo l'attuale deserto del Sahara era una savana percorsa da fiumi e riccamente popolata dalla fauna.
I disegni, ottenuti da pigmenti naturali (come l'ocra) e fissate con collanti organici (come il grasso animale) sono giunti perfettamente conservati grazie alla protezione dei luoghi (caverne) e al clima secco e asciutto.
I siti sono stati scoperti a partire dagli anni '50 (il primo scavo fu del 1955) da missioni di archeologi italiani e libici ed in particolare all'archeologo Fabrizio Mori.
Ecco un sito su Tadrart Acacus, in cui si ripercorrono le fasi degli scavi archeologici.
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