L'Africa è il regno indiscusso dei contrasti. Modernità e tradizioni convivono in spazi molto ristretti. Bellezze straordinarie e orrende nefandezze si alternano come in un gioco perverso. Ricchezza e povertà forniscono immagini controverse. Natura incontaminata e baraccopoli, cultura raffinata e inauditi crimini, amore infinito e odio incomprensibile. Tutto questo è Africa.
Una protesta delle bambine, foto dalla rete |
In Camerun, ma non solo, si parla da tempo di un'orrenda pratica che è conosciuta come breast ironing (letteralmente, stiratura del seno). Sebbene la pratica abbia origini antiche, è balzata alla cronaca, grazie al lavoro di contrasto delle associazioni di donne del Camerun.
Si tratta del tentativo di bloccare la crescita del seno in età puberale, attraverso l'uso del calore e della pressione. Con legni o pietre molto calde si tenta di "bruciare e comprimere" la ghiandola mammaria al fine di impedirne la crescita. E' una pratica molto dolorosa, pericolosa a causa di complicanze immediate e postume e spesso inutile.
Premettiamo che tale pratica non ha nulla a che fare con la religione o strane credenze ed è quasi completamente slegata dalle condizioni socio-economiche delle interessate. Una pratica diffusa anche in altri luoghi e in altri tempi, attraverso strette e ossessive fasciature.
I motivi che stanno alla base di tale tortura sono quelli, apparentemente nobili, di proteggere le bambine da un precoce sviluppo (la crescita del seno equivale all'essere pronte a praticare sesso) e quindi da matrimoni e gravidanze precoci e da appetiti sessuali (di vario genere e soprattutto dagli stupri) degli uomini. Rimuovendo questo segno di pubertà le mamme (a praticare il breast ironing sono per il 58% le mamme e per il resto ziee, nonne e sorelle) sono convinte di proteggere le figlie.
La precocità dello sviluppo sessuale delle bambine ha fatto anticipare il breast ironing a bambine anche di 9 anni. Una violenza fatta dalle donne sulle donne.
Come in tutte le cose, gli errori legati a pratiche maldestre, finiscono con peggiorare la situazione. L'eccessivo calore oltre ad ustionare la pelle, rischia di creare ascessi e cisti che creano enormi problemi, tra cui l'effetto contrario (lo sviluppo abnorme del seno).
Naturalmente noi tutti gridiamo, a ragione, all'orrore. Dobbiamo però anche avere il coraggio di valutare un fenomeno che è molto più complesso e che investe la società camerunese (e non solo). Nel gesto estremo delle madri vi è il tentativo di proteggere le giovani figlie da violenze ritenute ancora più grandi. Se da un lato è ingiusto che non vi sia una legislatura che condanna la pratica del breast ironing, dall'altra appare ugualmente ingiusto che non vi sia una normativa sull'età del matrimonio ad impedire che bambine di 10 anni siano ritenute sessualmente mature.
Del resto la storia delle violenze sulle donne, fin dai tempi antichi, è infinita e degna della peggior perversione. Dalle cinture di castità medioevali alla riduzione dei piedi o all'allungamento del collo, dalle mutilazioni genitali alla riduzione del seno. Innumerevoli anche le violenze, spesso autoindotte e apparentemente meno innocue (pensate a chili di silicone aggiunti al seno), anche nel nostro mondo. Paure, malvagità, dubbi canoni estetici e credenze religiose: un mix complesso. Non solo in Africa, dove le mutilazioni genitali femminili rappresentano ancora oggi un stupro silenzioso molto diffuso, ma nel mondo intero. Pratiche che spesso non hanno nessun substrato scientifico e divengono solo un'inutile sofferenza per giovani donne.
Come avevamo già scritto parlando delle mutilazioni genitali femminili, l'eradicazione di tale pratiche è affidata alla donne e alle loro associazioni in loco, che vanno sostenute e affiancate nelle loro lotte e nella diffusione del loro messaggio.
Ecco il sito dell'Associazione RENATA (Reseau national des Associations de tantires), maggiormente impegnata sulla sensibilizzazione contro questa pratica e in genere contro la violenza sessuale.
Ecco una completa scheda della GeED
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