Siamo tutti troppo presi da problemi importanti, quali l'ultima funzione del nostro smartphone o le vicende amorose di un anziano ex primo ministro, per distrarci con questione amene come la tratta di esseri umani. Proviamo a farlo, solo per un attimo, oggi, in occasione della 7° Giornata Europea contro la tratta di esseri umani.
Il traffico di merce umana è un industria, che frutta svariati miliardi di dollari. Un'industria globalizzata, che interessa tutto il pianeta e che secondo alcuni dati per l'80% è legata allo sfruttamento sessuale (di cui il 20% bambini). L'80% sono donne. Il numero complessivo sfiora di 3 milioni di individui. Numeri da capogiro.
I luoghi di maggior provenienza delle vittime sono l'Asia Orientale, il Sud America, l'Africa Occidentale e il Centro-Sud dell'est Europeo.
Se ci concentriamo nella sola Europa, il 36% delle vittime proviene dall'Africa (la Nigeria è capofila di questa non invidiabile classifica), il 26% dall'Est Europeo e il 9% dall'Asia.
Da secoli e secoli gli uomini (nel senso di genere umano) sono merce (ne avevamo già parlato in questo post), quel che è cambiato è il loro utilizzo: da lavoranti non pagati nelle piantagioni di cotone a donne sfruttate sulle strade dei nostri quartieri.
Oltre allo sfruttamento sessuale (nelle strade, ma anche nei club, nella pedo-pornografia e in tutte le variabili della perversione umana), le vittime sono schiave del lavoro (in agricoltura o nelle miniere, ma anche nel lavoro domestico), manodopera illegale (commercio di droga) o, cosa forse più atroce, come pezzi di ricambio (donatori d'organi forzati).
Quel che è rimasto immutato è il guadagno (enorme) e una diffusa e pericolosa tolleranza verso questi fenomeni.
Dobbiamo essere chiari, assieme ai criminali (che nella maggioranza dei casi sono le grandi organizzazioni criminali) che, spesso con l'inganno, reclutano questi nuovi schiavi e li utilizzano, vi è una fetta di responsabilità della "gente comune". Da quelli che consumano sesso per strada fino ai "turisti sessuali", che nel nostro paese abbondano, soprattutto tra gli insospettabili. Forse, oltre ad incrementare le azioni di polizia contro i trafficanti, bisogna iniziare a colpire, severamente e senza ipocrisie, sugli "utilizzatori finali".
Certo, poi è innegabile che le radici di tutto questo affondano nella miseria e nella povertà. Finchè non ci saranno interventi seri e duraturi nei paesi di provenienza delle vittime, finchè perfino essere schiave sarà meglio che morire di fame, finchè non vi saranno interventi decisi sulle transazioni finanziarie (perchè non dimentichiamolo: le organizzazioni criminali reinvestono il denaro sporco sul mercato legale), finchè non sveglieremo le nostre menti sopite, i cattivi vinceranno sempre.
Oggi in occasione della Giornata Europea vi saranno molte iniziative in Italia e all'Estero. Dobbiamo tutti fare in modo che da domani tutto non torni solo tra le mani delle forze dell'ordine, delle associazioni e dei servizi che molti comuni hanno attivato in questi anni.
Tra le organizzazioni più attive contro la tratta dei minori vi è l'ECPAT (End Child Prostitution, Pornography and Trafficking).
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