I Chewa (chiamati anche Nyanja) sono un popolo (oggi intorno ai 12 milioni di individui) che abitano il Malawi e in numero inferiore lo Zambia, lo Zimbabwe e il Mozambico.
Parlano una lingua del ceppo bantu chiamata chichewa, che è anche lingua ufficiale del Malawi.
Gli storici ritengono che i Chewa migrarono, intorno all'anno mille, dall'attuale Repubblica Democratica del Congo, giungendo nell'attuale Zambia.
Abili agricoltori (sorgo e frumento), sono conosciuti in tutta l'area anche per le loro maschere, per i loro tatuaggi e per l'organizzazione sociale del loro vivere. Sebbene vi sia stata un'alta conversione al cristianesimo (i missionari giunsero in quest'area a partire dal 1870), permangono molto elevate, in seno ai Chewa, le credenze tradizionali che vedono nel dio creatore Chiuta, l'origine della vita. Il contatto con gli spiriti degli antenati è sostenuto dalla danza e dalla musica. Ancora oggi, nelle aree rurali vivono in villaggi compatti, costituita da capanna dalla forma conica, e guidati da un capo-clan anziano a successione patrilineare.
Essi costituirono, attorno al XV secolo un importante regno e al suo interno si sviluppò la suddivisione in due principali clan (i Phiri, aristorcratici e i Banda, mistici) che ancora oggi costituiscono l'ossatura dell'organizzazione sociale dei Chewa.
In particolare la nascita di una società segreta, quale la Nyau, incaricata della trasmissione orale dei rituali ha favorito la tutela delle loro complesse tradizioni che sono giunte sino ai nostri giorni (la danza Gula Wamkulu è dal 2005 diventata Patrimonio Immateriale dell'Umanità dell'Unesco).
Il Regno Chewa entrò in contatto, nel 1600, con gli esploratori portoghesi che ne descrissero la complessa struttura sociale e la cosmogonia. Il Regno si frantumò in molte dinastie nel XIX secolo.
Un approfondimento (ricco di immagini, tra cui quelle tratte per questo post) sui Chewa, dal blog Trip Down Memory Line
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