venerdì 17 gennaio 2014

Patrice Emery Lumumba (1925-1961)

"Questo 1960 è il nostro anno, voi ne siete i testimoni e protagonisti. E' l'anno della vittoria totale. E' l'anno dell'Algeria insanguinata, eroica, la cui lotta esemplare ricorda che non vi sono compromessi con il nemico. E'l'anno dell'Angola imbavagliata, del Sudafrica schiavizzato, del Ruanda Urundi imprigionato, del Kenya schernito.
Noi tutti sappiamo, e il mondo lo sa, che l'Algerai non è francese, che l'Angola non è portoghese, che il Kenya non è inglese. Noi sappiamo che l'Africa non è francese, nè inglese, nè americana, nè russa: è africana.
Conosciamo gli obiettivi dell'Occidente. Ieri ci ha diviso al livello delle tribù, dei clan. Oggi - poichè l'Africa si libera - vuole dividerci al livello degli Stati. Vuole creare blocchi antagonisti, dei satelliti e, partendo da questo stato di guerra fredda, accentuare tutte le divisioni, per mantenere in eterno la sua tutela sull'Africa"



Primo Ministro Congo (1960)


Patrice Emery Lumumba è stato un leader indipendentista dell'ex Congo belga (poi diventato Zaire e oggi Repubblica Democratica del Congo), che dopo esser stato eletto primo Ministro, è stato ucciso barbaramente a soli 36 anni.


Lumumba nacque il 2 luglio 1925 ad Onalaua, provincia del Kasai. Figlio di una famiglia cattolica contadina di etnia Tetela (il suo vero nome era Elias Okit'Asombo), fu educato nelle scuole protestanti svedesi e poi nella scuola pubblica che preparava gli impiegati postali. Frequentò anche, senza diplomarsi, il corso per infermiere. Lavorò poi alle poste di Leopoldville (oggi Kinshasa) e di Stanleyille (oggi Kisangani). Nello stesso periodo iniziò a scrivere, per i quotidiani locali ed ad appassionarsi alla politica. Nel 1951 sposò Pauline Opangu. Sono gli anni in cui si avvicinò al mondo degli evolues, frequentando circoli culturali e avvicinandosi alla letteratura e alla poesia.
Diventò attivo nel sindacato dei lavoratori statali, di cui nel 1955 divenne presidente. Aderì, come molti intellettuali congolesi, al Partito Liberale Belga e si recò in Belgio su invito del Ministro delle Colonie. Nel 1957 ottenne un impiego di prestigio presso la birreria Bracongo, ma fu la politica ad occupare il suo tempo e in particolare il pensiero dell'emancipazione del Congo. In particolare si oppone al tentativo belga di proporre una soluzione"del problema congolese" senza coinvolgere i congolesi. Tra le figure di spicco emergono il leader dell'Abako (legato all'etnia kikongo) Kasavubu e il sindacalista socialista Alphonse Nguvulu. Nell'ottobre 1958 fondò il Movimento Nazionale Congolese (MNC) e in tale veste intrattenne rapporti con il mondo anti-coloniale africano e partecipò come capo delegazione alla conferenza panafricana di Accra (8-13 dicembre 1958).
Nel 1959 iniziarono le prime manifestazioni e rivolte, il paese chiede con insistenza l'indipendenza. Avvengono anche le prime scissioni in seno all'MNC, dove l'ala più a destra sostiene la piena collaborazione con i belgi ed è favorevole ad una spaccatura su base etnica del paese.
Nell'ottobre 1959, a seguito delle repressioni della polizia contro gli indipendentisti (a Stanleyville la polizia uccide 30 persone), Lumumba venne arrestato. Liberato il 26 gennaio 1960, partecipò agli incontri (a partire dal 20 gennaio a Bruxelles e che durarono fino alla fine di febbraio) che dettero, il 30 giugno 1960, l'indipendenza al Congo.
Le elezioni si svolsero il 22 maggio 1960 e l'MNC di Lumumba (che venne eletto con 84.602 preferenze) ottenne 41 seggi su 137. Il 23 giugno Lumumba divenne il Primo Ministro (in coalizione con il PSA (di ispirazione socialista) di Antoine Gizenga e altri partiti minori) pronunciando il discorso dell'indipendenza (discorso molto duro contro il colonialismo belga). Il 24 giugno il Parlamento elesse Joseph Kasavubu Presidente.
Per i belgi (e soprattutto per le potenti compagnie minerarie) si trattava di una falsa indipendenza. La maggioranza dei posti chiave restarono nelle mani della potenza coloniale e quando Lumumba decretò l'africanizzazione dell'esercito (di fatto licenziando i generali belgi), la risposta belga fu quella di fomentare la ribellione  (e la secessione) dello stato minerario del Katanga (che fu dichiarata l'11 luglio). I belgi avevano anche inviato massicce truppe nel paese ufficialmente a protezione dei civili belgi nel paese.
Il 14 luglio le Nazioni Unite chiesero il ritiro del Belgio dal Congo e inviarono un contingente di pace. La situazione era esplosiva e Lumumba cerca appoggi nei paesi indipendenti africani (Marocco, Tunisia, Guinea, Ghana, Liberia e Togo) e negli Stati Uniti (dove però il presidente Eisenhower, si rifiuta di incontrarlo).
Il 5 settembre il Presidente Kasavubu destituì Lumumba che a sua volte annunciò la destituzione del Presidente. Lo stallo politico fu rivolto il 14 dsettembre, quando il capo di stato maggiore dell'esercito, Joseph Desirè-Mobutu (che l'africanizzazione dell'esercito di Lumumba aveva promosso da sergente a colonnello)  chiuse il Parlamento, decretando la presa "temporanea del paese" e gettando di fatto nel caos il Congo. Kasavubu fu lasciato al suo posto senza potere, mentre Lumumba fu posto agli arresti domiciliari sotto protezione delle Nazioni Unite. Tra violenze e mancato intervento delle Nazioni Unite si arrivò al 2 dicembre quando Lumumba (che era scappato il 27 novembre) venne arrestato mentre si recava ai funerali della figlia.
Il 14 dicembre si ricostruì il governo legittimo, guidato dal Vicepresidente del Consiglio, Antoine Gizenga e mentre il vertice panafricano di Casablanca (4-6 gennaio) chiedeva il reintegro di Lumumba, il 17 gennaio 1961 Lumumba fu assassinato in Katanga.
L'annuncio venne dato solo tre settimane dopo. Oggi si sa che ad uccidere Lumumba, una volta avuto il benestare della CIA -  furono gli uomini dell'ufficiale belga Gerard Soete. Patrice fu fucilato (assieme ai suoi collaboratori ed ex-ministri Joseph Okito e Maurice Mpolo). I loro corpi furono ridotti a pezzi e sciolti nell'acido delle batterie per auto. 
Il resto della storia del Congo, ancora oggi, è densa di violenze e sofferenze per le popolazioni.

L'assassinio di Lumumba segnò la fine per il Congo - ma più in generale dell'Africa - del sogno di emancipazione africana. Gli africani capirono che il loro sviluppo e le loro indipendenze erano strettamente legate ai voleri delle ex-potenze coloniali e agli assetti della guerra fredda in corso. Lumumba - da idealista qual'era - si era illuso che africani potessero determinare i percorsi politici e culturali dei propri paesi e soprattutto gestirne le ingenti risorse. Si era illuso che che il panafricanismo potesse diventare un autentico movimento continentale. L'esperienza del Congo - che avveniva proprio mentre si affermavano le nuove realtà africane (nel 1960 furono 17 i nuovi stati africani indipendenti) fu un monito per l'intero continente e dettò il corso degli eventi per gli anni a venire. 

Per saperne di più:

- Il film di Raoul Peck "Lumumba", 2000
- L'articolo di Giustianiano Rossi su Thomassankara.net
- L'articolo della BBC sulla morte di Lumumba
- Il discorso di Lumumba nel giorno dell'Indipendenza
- Il rapporto delle relazioni estere USA con il Congo (1960-1968)
- Il documentario sulla morte di Lumumba con le rivelazioni di Gerard Soete
- Il documentario di Thomas Giefer "Lumumba. Una tragedie africane"

Bibliografia (in italiano):

-Alessandro Aruffo - "Lumumba e il panafricanismo", Erreemme, 1992
-Aime Cesaire - "Una stagione nel Congo", Argo, 2003
-AA.VV. - "Il Congo di Lumumba e di Mulele", Piccola Serie, Jaca Book, 1968
-Gianfranco Venè - "Uccidete Lumumba", Fabbri, 1973

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