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da Gentlemen of Bacongo, di Daniele Tamagni |
Nonostante le guerre, nonostante le gravi difficoltà che il continente africano ha attraversato e attraversa, i suoi popoli trovano sempre una ragione e un motivo per sorridere e, perchè no, per stupire. Non sorprende quindi che nelle capitali di due paesi, uno dei quali da decenni in guerra, ci si possa imbattere in scene come quelle documentate, nel 2010, dal fotografo italiano freelance Daniele Tamagni. Tamagni ha immortalato magnificamente i dandy congolesi (riuniti nell'associazione SAPE - Societè des Ambianceurs et des Personnes Elegantes e per questo chiamati Sapeurs) che mettono insieme l'eleganza coloniale della fine '800 con la stravaganza, la giocosità e la trasgressione tipicamente africana.

I Sapeurs non sono, come si potrebbe credere, un gruppo di snob della borghesia africana. Sono cittadini che fanno i lavori più umili per potersi pagare gli abiti delle grandi firme europee, attratti da uno stile di vita che sfiora la religione. Molti di loro sono pagati per partecipare a feste, a ricevimenti e ad intrattenimenti di vario genere. Il loro stile impeccabile, dove nulla è lasciato al caso, intriso di regole rigide, affascina e appassiona il popolo congolese. Uno stile in grande contrasto con la realtà metropolitana congolese e che Tamagni ha saputo valorizzare e rendere ancora più evidente.
L'attuale club dei sapeurs, trae le sue origini da Andrè Grenard Matsoua, attivista politico congolese, morto in carcere nel 1942, che nel 1922 fu il "primo grande sapeurs", quando rientrò dalla Francia elegantemente vestito. A lui si deve un movimento di emancipazione, l'Amicale balali, che includeva elementi religiosi legati al cristianesimo di culto millenaristico.
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